di Mark Bernardini
Ci risiamo. Secondo il Corsera, "due Typhoon 2 hanno bloccato un Tu-95 russo il 17 agosto, giorno in cui Putin aveva annunciato la ripresa dei voli dei bombardieri". Sull'Unità, invece, dovendo essa distinguersi come sempre per russofobia, per un maleinterpretato complesso di colpa, si legge che "il governo britannico ha reso noto che venerdì scorso un caccia russo è stato intercettato nello spazio aereo inglese. E Mosca minaccia Praga: non fate costruire lo scudo spaziale americano nel vostro paese". Dai telegiornali di RAI e Mediaset, poi, si apprende che l'aereo in questione si chiama Bear-H, non TU-95 (Tupolev), questo sempre perché, come sanno anche i bambini, per le strade sterrate di Mosca, innevate anche a Ferragosto, gli orsi girano liberi e la fanno da padroni. Lo garantisce la NATO, nota ONG ONLUS, associazione umanitaria senza fini di lucro. Nessuno si è degnato di verificare la versione dell'altra campana, ossia sembrerebbe che i russi tacciano.
Naturalmente, non è vero. Il rappresentante delle forze aeree russe smentisce che sia stato violato lo spazio aereo britannico, il TU-95 era in volo per un'esercitazione militare già programmata. E quando si tratta di esercitazioni del genere, è prassi comune che ci si scambino tutte le informazioni del caso in maniera preventiva tra i vari Stati. Così è stato anche stavolta, ovviamente.
Göbbels diceva che non importa che una cosa sia vera, basta ripeterla a dismisura affinché lo diventi. Ma Göbbels non poteva certo immaginare che avrà dei prosecutori a distanza di settant'anni, nonostante la sconfitta.
A chi fa comodo che si mantenga e si perfezioni quest'immagine grottesca, questa macchietta dell'orso russo prevaricatore? All'Italia? No di certo. Lo sanno bene gli imprenditori italiani, grazie ai quali da decenni l'Italia si colloca stabilmente quale secondo partner commerciale dell'URSS prima e della Federazione Russa poi nell'ambito dell'Unione Europea, dopo la Repubblica Federale Tedesca. Alla sinistra italiana, forse? E' un mondo rovesciato, questo che abbiamo costruito e che stiamo vivendo (subendo?), dove la destra plaude alla Russia e la sinistra all'America reazionaria di Bush.
In mare come in cielo, esiste il concetto di "acque territoriali neutrali". In esse, appunto, tutti navigano e volano, previa notifica. L'aereo russo o ha invaso lo spazio britannico, o non lo ha invaso, tertium non datur. Gli inglesi dicono di sì, i russi dicono di no. Non penso che sia così difficile verificare, con la costosissima strumentazione moderna pagata con le tasse dei cittadini, chi abbia ragione e a chi invece stia crescendo un naso da Pinocchio. Sarebbe poi salutare che i risultati fossero resi noti con un rilievo almeno pari alla gazzarra di questi giorni. A giudicare dalle dichiarazioni unilaterali pubblicate in Occidente, mi permetto di dubitarne.
Da ultimo, la faccenda (o meglio: il grosso affare lucroso, per taluni) dei missili terra-aria statunitensi da dislocare nella Repubblica Ceca, in Polonia, in Estonia, in Lituania, e, perché no, in Ucraina, in Georgia e chi più ne ha più ne metta. Immaginiamo un mondo rovesciato, dove non fossero gli Stati Uniti, ma la Russia ad espandere la propria sfera d'influenza a dismisura. Immaginiamo missili russi dislocati nella Corsica, sulla Costa Azzurra, nei pressi di Basilea, in Tirolo, a Lubiana, Zara, Sibenicco, Spalato, Tirana, sull'isola di Malta, a Tunisi ed Algeri. Voi che dite, sarebbe giustificato qualche missile italiano di difesa a Genova, Torino, nella Val d'Aosta, a Como, Bolzano, Pordenone, Ravenna, Ancona, Pescara, Bari, Reggio Calabria, Palermo, Napoli?
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