giovedì 28 maggio 2015

Autoproclamato gendarme del mondo

E' solo l'ennesimo episodio, ma particolarmente chiassoso e perciò odioso. Il fermo di polizia in Svizzera su richiesta USA nei confronti di funzionari altolocati della FIFA è stato effettuato in base ad un'ordinanza del tribunale statunitense. I funzionari in questione sono cittadini di vari Paesi (il presidente Blatter, per ora solo indagato, per inciso, è cittadino svizzero).

Si attribuisce loro di avere effettuato manovre finanziarie di diversa natura (una cinquantina di tipologie diverse). Senza voler entrare nello specifico delle accuse, è però del tutto evidente che si tratti dell'ennesima rozza, grossolana applicazione extraterritoriale del diritto USA.

I tentativi di amministrare la giustizia ben lontani dai confini yankee, attenendosi alle loro norme giuridiche, anziché alle procedure giuridiche internazionali universalmente riconosciute, sono quasi sempre coronati da successo.

Guarda un po' il caso, per prima cosa si rimette in discussione l'assegnazione alla Russia dei prossimi Mondiali di calcio 2018.

Non sono particolarmente interessato al calcio, che considero da sempre quello delle ossa, come considero il tifo una malattia, però mi pongo qualche problema circa l'accaduto. Facciamo qualche esempio.

L'Organizzazione delle Nazioni Unite è un'organizzazione intergovernativa a carattere internazionale fondata nel 1945 a San Francisco sulle ceneri della Lega delle Nazioni (Parigi, 1919-1946, e gli USA non ne facevano parte). Come è noto, ha sede a New York.

Sempre nel 1945, ma nel Québec, in Canada, fu fondata la FAO (l'Organizzazione per l'Alimentazione e l'Agricoltura), che dal 1951 ha però sede a Roma.

Il Consiglio d'Europa fu fondato nel 1949 a Londra e ha sede a Strasburgo.

L'Unione Europea, con sede a Bruxelles, fu fondata a Maastricht, in Olanda, nel 1992, sulle ceneri della CEE, fondata nel 1957 a Roma.

L'OMC (l'Organizzazione Mondiale del Commercio, in italiano non si chiama WTO) fu fondata nel 1994 a Marrakesh, in Marocco, e ha sede a Ginevra.

Il Fondo Monetario Internazionale fu fondato nel 1945, ha sede a Washington.

L'OCSE (l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) fu fondata nel 1948 (come OECE, dal 1961 OCSE) e ha sede a Parigi.

L'OSCE (l'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa) fu fondata a Helsinki nel 1973 (come CSCE, dal 1995 OSCE) e ha sede a Vienna.

Fa eccezione la Banca Mondiale, fondata nel 1946 negli USA: i presidenti sono sempre stati tutti statunitensi (bontà loro, almeno i direttori vengono "suggeriti" dall'Europa).

Gli esempi sarebbero infiniti. La FIFA fu fondata a Parigi nel 1904 e ha sede a Zurigo. Ora, cos'è un'organizzazione internazionale, come tale?

E' un soggetto della legge internazionale, possiede una personalità giuridica propria distinta da quella degli Stati che vi partecipa. A tale principio si ispira la giurisprudenza italiana del Novecento, ma i requisiti per la titolarità di una vera e propria personalità sono indicati nella necessaria autonomia, anche organizzativa, distinta da quella degli Stati membri, e nella presenza di una missione ben definita, con attribuzione di relative competenze al cui esercizio corrisponde la titolarità di uno specifico status nella comunità internazionale. Tali caratteri sono emersi in un caso famoso sottoposto alla Corte internazionale di giustizia nel 1949, nello stabilire se l'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) godesse del diritto al risarcimento del danno provocato dalla violazione di obblighi relativi al trattamento ed alla protezione internazionalmente dovuta ad un proprio agente. Nel caso si osservò che "la conclusione di accordi, di cui l'Organizzazione è parte, ha confermato il carattere di adeguata autonomia dell'Organizzazione che occupa una posizione per alcuni versi distinta dai suoi Membri, ed ai quali ha il dovere, ove del caso, di ricordare il rispetto di certi obblighi", ma anche che: "L'Organizzazione è stata destinata a godere di diritti che possono spiegarsi solo se ad essa è attribuita, in larga misura, la personalità internazionale e la capacità di agire sul piano internazionale. Si deve riconoscere che i suoi membri, assegnandole certe funzioni, l'hanno dotata delle competenze necessarie per permetterle di svolgere effettivamente queste funzioni". (CIG, 11 aprile 1949, Parere relativo alla riparazione dei danni subiti al servizio delle N.U.).

Adesso proviamo ad immaginare che agli USA non piaccia il comportamento, che so io, del sudcoreano Ban Ki-moon (ONU), del brasiliano José Graziano da Silva (FAO), del norvergese Thorbjørn Jagland (COE), del lussemburghese Jean-Claude Juncker (Presidente Commissione UE), del tedesco Martin Schulz (Presidente del Parlamento Europeo, a cui Berlusconi diede del kapò), del polacco Donald Tusk (Presidente Consiglio europeo), dell'italiana Federica Mogherini (Alto rappresentante Esteri UE), della lettone Laimdota Straujuma (Presidenza Consiglio UE), del brasiliano Roberto Carvalho de Azevêdo (OMC), del messicano José Ángel Gurría (OCSE).

Ne accetereste l'estradizione negli USA per essere giudicati dalle leggi yankee? Ironia del destino, la procuratrice generale degli USA che svolge le funzioni di pubblica accusa nei confronti dei dirigenti FIFA si chiama Loretta Lynch...

mercoledì 6 maggio 2015

GIM Unimpresa: sanzioni, controsanzioni... E poi?

© Costante Marengo

NON SOLO SANZIONI

Le sanzioni applicate dall’Occidente alla Russia e le conseguenti controsanzioni hanno fortemente condizionato lo sviluppo delle attività economiche tra i nostri Paesi e hanno provocato una serie di ripercussioni sia sul piano politico che su quello della psicologia del consumatore russo e più in generale degli operatori economici di questo Paese. Emergono significativi elementi di sciovinismo che spesso degenerano in un falso mito di autarchia produttiva del popolo russo. I dati del calo delle nostre esportazioni in quasi tutti i settori e non solo in quelli controsanzionati, sono particolarmente preoccupanti. Si avvertono timidi segnali di ripresa, soprattutto per le grandi commesse per infrastrutture e nel settore delle macchine utensili, ma il quadro generale appare ancora molto precario e negativo.

Tuttavia, non possiamo nascondere il fatto che non solo le sanzioni sono la causa di questa congiuntura economica che investe la Russia. Sono presenti elementi di debolezza del sistema economico di questo Paese, che non erano emersi in precedenza solo per effetto degli elevati introiti derivanti da gas, petrolio e materie prime in generale. Il sistema economico russo è, di fatto, ancora fortemente deindustrializzato e necessita di grandi iniziative industriali soprattutto nel campo manifatturiero per potersi liberare dal condizionamento delle fonti energetiche.

© Mark Bernardini

Proprio partendo da queste premesse ci sentiamo di affermare che, pur auspicando un rapido superamento del regime delle sanzioni, dobbiamo abbandonare gli atteggiamenti vittimistici e rimboccarci le maniche partendo dalla realtà e dalle necessita di questo Paese.

LE INIZIATIVE DEL GOVERNO RUSSO

Il piano elaborato dal governo russo per la fuoriuscita dalla crisi, insieme a tanti slogan che probabilmente resteranno tali, contiene una serie di linee guida importanti per la nostra Economia e per le nostre aziende. Alcune di queste linee hanno già prodotto iniziative concrete quali la creazione e l’avvio della Unione Economica Euro Asiatica di libero scambio, che allarga di fatto i confini del mercato russo ad altri Paesi ex CSI e coinvolge più di 250 milioni di potenziali consumatori. In secondo luogo, si sta procedendo al sostegno di quelle aziende che intendono produrre merci e beni attualmente importati (Импортзамещение). Chiaramente nessuno si deve illudere sulle reali possibilità che questo processo avvenga in tempi brevi e che possa effettivamente portare ad una generale autosufficienza del Paese in tutti i settori. Eppure il processo è avviato ed è prevedibile che pur lentamente venga realizzato. Sicuramente i fattori che rendono l’impresa ardua sono tanti, a partire dal livello di cultura imprenditoriale, ancora segnata dalle regole del vecchio regime, per arrivare alle insufficienti e vecchie infrastrutture per finire al gigantismo delle attività economiche esistenti, con una sostanziale assenza di piccole e medie industrie. Proprio in questi giorni è stata annunciata la nascita della Agenzia Federale per le PMI, alla quale anche noi come GIM saremo chiamati a dare il nostro contributo di esperienza e di proposte. E’ in fase di revisione il complesso normativo che regola le Zone Economiche Speciali e i Parchi Industriali (il vice presidente Torrembini è stato nominato, in qualità di esperto, nella apposita Commissione dell’Unione Euroasiatica). Nelle prossime settimane partirà finalmente il Corridoio Verde Doganale tra i nostri Paesi, che faciliterà notevolmente le procedure per il passaggio delle merci. Auspichiamo che le verifiche attualmente in corso da parte della Agenzia delle Dogane italiana, sulla rispondenza di queste procedure alle regole europee, si possa concludere in fretta e si possa davvero avviare questa iniziativa fortemente voluta da noi e caparbiamente seguita dalla nostra ambasciata. Parallelamente sono in corso iniziative di carattere sia pubblico che privato per l’allestimento di più efficienti infrastrutture logistiche nei nostri Paesi (Verona, Mosca).

© Vera Spina

IL CREDITO

Sul piano del credito, la situazione appare ancora problematica, nonostante alcuni segnali positivi quale l’abbassamento del tasso di sconto al 12,5 % deciso dalla Banca Centrale il 30 aprile scorso. Di fatto il sistema bancario russo non è ancora in grado di sostenere politiche creditizie a lungo termine, dovendo come nel passato accedere ai mercati finanziari internazionali, eppure anche in questo settore qualche segnale inizia ad arrivare. In sede di Commissione per lo Sviluppo Economico della Duma, il GIM ha lanciato la proposta della istituzione di un Fondo di Investimento Italo-Russo, con capitali pubblici e privati per il finanziamento di progetti delle PMI (al di sotto dei 5 milioni di €). Questo progetto viene seguito dal nostro collega Ferdinando Pelazzo. La SACE ha messo a disposizione degli operatori italiani una serie di nuovi prodotti assicurativi particolarmente interessanti e semplici per il credito all’export. Faremo di tutto per renderli maggiormente conosciuti. Così come andranno adeguatamente reclamizzati i fondi di investimento che già operano tra le nostre banche e quelle russe.

© Costante Marengo

LE NOSTRE INIZIATIVE

Come si diceva, occorre rimboccarsi le maniche. Lo dobbiamo fare puntando agli investimenti nei settori dove abbiamo forti competenze e capacità oltre che la necessità di non perdere questi mercati. Lo dobbiamo fare perché il nostro tessuto produttivo, oltre a essere complementare con quello russo, presenta esperienze e caratteristiche fondamentali per le linee di politica economica e industriale di cui ha bisogno la Russia:

  • INFRASTRUTTURE E GRANDI OPERE (considerando anche l’indotto che portano con se). In questo quadro, notevole è stato il contributo della nostra ambasciata, che ci sentiamo di dover sostenere con grande convinzione coinvolgendo sempre nuove Aziende e progetti.
  • © Mark Bernardini
  • FARMACEUTICA, PRODOTTI E ATTREZZATURE MEDICALI. Da sottolineare la presenza di numerose aziende italiane del settore che potranno giocare un grosso ruolo per la modernizzazione dell’industria russa. La nostra presidente, Maria Luisa Barone, seguirà direttamente il gruppo di lavoro “Life Science”, dove il GIM si farà carico di fare da trait d’union con le autorità russe per l’implementazione di progetti sia diretti che in joint venture. Da segnalare la prossima inaugurazione a Mosca e quello successivo a Stavropol del primo policlinico privato italiano in Russia (da parte della GVM) Da segnalare inoltre l’imminente avvio di uno stabilimento per la produzione e l’assemblaggio di apparecchiature medicali da parte di una nostra cooperativa, leader europeo di quel settore.
  • © Vera Spina
  • AGROINDUSTRIA. Accanto alle nostre grandi aziende già presenti, si stanno sviluppando una serie di iniziative, che vanno dallo sviluppo del settore della serricoltura, a quello della trasformazione dei prodotti agricoli per arrivare ai macchinari agricoli e alle attrezzature del food che richiedono ormai una localizzazione di molte produzioni. Abbiamo previsto una iniziativa di confronto con le nostre aziende già presenti ed il nuovo ministro dell’agricoltura che dovrebbe tenersi entro ottobre.
  • © Costante Marengo
  • MACCHINE UTENSILI E COMPONENTISTICA INDUSTRIALE. Si tratta del settore dove le nostre esportazioni raggiungono il 63% del totale e dove notevoli sono stati gli sforzi dell’ICE per il sostegno delle attività sia promozionali che di supporto. Vale la pena ricordare l’accordo per la formazione tecnica tra l’università Stankin e la nostra UCIMU. In questo settore molte sono le Aziende che potranno e dovranno localizzare parte della loro produzione, naturalmente mettiamo a loro disposizione le nostre conoscenze, le esperienze e la conoscenza del territorio.
  • © Mark Bernardini
  • ITALIAN LIFE STYLE. Il nostro Made in Italy è uno dei settori maggiormente colpiti dalla crisi economica attuale. Oltre alle aziende che facevano affari senza una adeguata struttura commerciale in Russia, sono stati molto colpiti anche coloro che invece avevano da tempo costituito le loro basi organizzative nel Paese. Oltre ad attendere nuovi e positivi segnali sul piano delle capacità di acquisto dei consumatori russi, andranno intensificate tutte le iniziative di sostegno della nostra immagine, promozionali, e altre che ci possono consentire di accrescere la popolarità delle nostre produzioni. Andranno inoltre sostenute le attività consortili tese alla apertura di gallerie e centri italiani nelle varie regioni russe. In questo settore è nostra intenzione organizzare insieme alle istituzioni italiane un tavolo di confronto con tutte le aziende già presenti e quelle che si affacciano sul mercato.
© Costante Marengo

Per necessità di sintesi non citiamo altri ed importanti settori sui quali comunque siamo impegnati a dare il nostro sostegno e la nostra esperienza. Vogliamo comunque sottolineare la particolare criticità manifestatasi nel settore turistico, che priva il nostro Paese di importanti fonti di introiti (si consideri che il turismo russo in Italia porta all’incirca 1,2 miliardi di €). Abbiamo particolarmente apprezzato l’iniziativa del nostro Ministero degli Esteri che è riuscito a far posticipare in sede Schengen l’applicazione della normativa sui dati dattiloscopici per il rilascio dei visti alla fine di ottobre, ci chiediamo comunque se non sia il caso di fare una seconda “battaglia” per posticipare ulteriormente questa incombenza che rischia ancor più di limitare l’afflusso turistico soprattutto nel nostro Paese e nel sud dell’Europa.

© Mark Bernardini

Se dovessimo sintetizzare questa parte delle nostre proposte e considerazioni, dovremmo dire:

"CARI COLLEGHI IMPRENDITORI ITALIANI, QUESTO E’ IL MOMENTO DI INVESTIRE E DI CONQUISTARE NUOVI SPAZI E NUOVE QUOTE DI MERCATO. LA RUSSIA E’ DESTINATA A RIPRENDERE IL SUO CAMMINO DI CRESCITA, NON POSSIAMO PERMETTERCI DI PERDERE ANCHE QUESTO TRENO"

© Costante Marengo
20 ANNI DI GIM

Quando la nostra presidente Luisa Barone, insieme ad altri 14 colleghi, fondavano il GIM presso la nostra ambasciata a Mosca (ambasciatore Federico Di Roberto), era il 1995, sono passati vent’anni, ed oggi, pur passando tra diverse traversie, siamo più di 140. Fu proprio nei momenti di crisi che la nostra forza aumentò, e speriamo che la stessa cosa possa accadere anche oggi. Ma non sono aumentati solo gli iscritti: sono aumentate le nostre aziende che hanno attività produttive in Russia.

Siamo passati da zero stabilimenti a circa 80, con 50.000 addetti e un fatturato di più di 5 miliardi di €. Abbiamo grandi aziende (particolari complimenti a ENEL, che rafforza la propria presenza in Russia), ma ne abbiamo tante piccole e medie, che sono per noi e per i nostri colleghi russi esempi di grande coraggio e capacità imprenditoriale (esempio di Sest–Luve e altre). Di fatto, abbiamo cambiato pelle, e ci stiamo adeguando alle trasformazioni dei mercati sempre più globali. La nostra comunità di affari ha una sua identità, che è profondamente legata al Paese dove si trova a operare e alle eccezionali persone che ne fanno parte. Proprio per questo non vogliamo cambiare la nostra identità e la nostra autonomia, in quanto rappresentano una qualità imprescindibile per chi vuole fare internazionalizzazione e far crescere le nostre aziende. Allo stesso modo siamo però a disposizione con forte spirito collaborativo con chi condivide questi principi. Dobbiamo sottolineare la splendida collaborazione che abbiamo avuto e che continuiamo ad avere con le nostre istituzioni (ambasciata, ICE) e con i nostri colleghi della Camera di Commercio Italo-Russa, con i quali condividiamo un progetto di sempre maggiore collaborazione. Sono diversi i servizi che siamo in grado di fornire ai nostri associati, voglio solo ricordare gli ultimi seminari con le dogane russe, con la ФНС e con i nostri studi legali. Altri, nuovi, sono in fase di avvio (sito e applicazioni per smartphone), ma soprattutto vogliamo guardare sempre più in concreto alle necessità delle nostre aziende (altri seminari e gruppi di lavoro sono in preparazione) e anche alle novità di cui si accennava in premessa.

© Mark Bernardini
È stata formata una nuova filiale per il nord-ovest a Pietroburgo, un’altra verrà avviata a fine giugno nel sud della Russia a Stavropol’ o Krasnodar.

Stiamo costituendo un coordinamento delle nostre aziende presenti nell’Unione Economica Euroasiatica (Russia Bianca, Kazachstan, Chirghisia e Armenia), e abbiamo sottoscritto un accordo di collaborazione con la fondazione “Conoscere Eurasia” per le iniziative da questa promosse sia in Russia che in Italia. Abbiamo inoltre un forte rapporto di collaborazione che andrà ulteriormente allargato con i nostri consolati onorari e con le filiali delle nostre banche (Banca Intesa e Unicredit).

© Costante Marengo
© Costante Marengo
Rassegna stampa:

Nella Russia delle sanzioni, il business italiano non demorde (Askanews, 6 maggio 2015)

La conferenza stampa completa (con domande e risposte), a cura di Marc Innaro