sabato 21 gennaio 2006

Diario di un moscovita congelato

Prima giornata

Sono state le prime previsioni del tempo alle quali abbiano creduto tutti. E' che ci hanno mostrato con troppa eclatanza quanto stava accadendo in Siberia. Le riprese dei siberiani che si congelavano al volo erano ben più che convincenti. Mosca si è fermata in attesa del freddo.

La notte è passata in attesa della catastrofe. Il sonno era inquieto, ho sognato cumuli di neve, stalagmiti ed il direttore dell'ENEL russa Čubajs.

Decisamente non avevo voglia di svegliarmi ed andare da qualsivoglia parte. Mi ha spronato esclusivamente il desiderio di aiutare il Paese a raddoppiare il PIL.

Mi sono avvolto addosso tutto quel che potevo. Sono sceso in strada. Sono tornato. Mi sono avvolto addosso tutto quel che non potevo.

Ho trafficato a lungo col citofono. Il portone non ne voleva sapere di far entrare il freddo al suo interno. Finalmente, la porta metallica ha ceduto, facendo entrare un branco intero di cani randagi del vicinato.

In strada faceva impressione l'assenza di esseri umani.

Cerco di capire come sia meglio arrivare alla metropolitana. A correre ci si prende il vento in faccia. C'è da crepare. A camminar lento crepo uguale.

Dalle finestre i moscoviti mi osservavano con curiosità. Nei loro sguardi si leggeva: "ci arriverà o non ci arriverà?".

Lungo la strada si vedevano i contorni di moscoviti col braccio sporto nella speranza di fermare qualche macchina. Alcuni, non avendo resistito, cadevano in strada col braccio rigido.

Che strano. La strada fino alla metropolitana che prima percorrevo in venti minuti, si è ridotta della metà. Aveva ragione Einstein.

In metropolitana c'è un silenzio inusuale, non chiacchiera e non legge nessuno, sono tutti assorti a calcolare quanto debbano correre fino al posto di lavoro. Alcuni, fatti i calcoli, scendono e risalgono in direzione opposta, verso casa. Dalla metropolitana a casa c'è da correr meno.

In ufficio mancava la metà dei colleghi. Peccato che non abbia pensato anch'io di bigiare.

Il freddo si sente anche in internet. I siti dei moscoviti si sono coperti di brina. La posta va lentissima. Strano: alle basse temperature dovrebbe funzionare più rapidamente.

I fattorini in ufficio vengono salutati con le lacrime agli occhi. Come se fosse l'ultimo viaggio. Alcuni fattorini non tornano.

La via di casa è l'unica gioia della giornata. L'ultima volta che avevo così voglia di arrivarci era quando ho finito il servizio militare.

Di moscoviti per strada ce n'è meno che la mattina.

I cani a lungo non mi hanno fatto entrare nel portone. Ho dovuto fare finta di essere un cane anch'io.

Possibile che domani ci attenda un'altra giornata così?

Seconda giornata

Ieri ho passato la serata a prepararmi per la notte. Ho sigillato tutti gli infissi delle finestre con carta di giornale bagnata. Ci ho pensato un po', poi ho sigillato anche i vetri.

Dopo un'ora son sceso in strada, mi sono arrampicato al settimo piano e ho sigillato le finestre dall'esterno.

La trasmissione della serata erano le previsioni del tempo. Le ho guardate su tutti i canali.

Il bricco del thè si comporta in modo strano: si raffredda più rapidamente di quanto tempo non gli occorra per scaldarsi. Alla fine ho rinunciato a bollire l'acqua.

Prima di dormire mi sono affacciato in internet. Ho scorso con invidia le note di diario degli abitanti transuralici orientali: "fuori ci sono 40 gradi sottozero, vi sconsigliamo di uscire in canotta, è meglio indossare camicie a maniche lunghe", "deve venirmi a trovare un moscovita, sapete mica come si vestono con questo clima?". Gente allenata!

La notte non riuscivo a prender sonno. Perché non è venerdì?!

Ho sognato di nuovo Čubajs, ma stavolta veniva torturato da Šojgù (ministro della protezione civile) e Lužkov (sindaco di Mosca), ordinandogli di dare luce e riscaldamento, ma quello resisteva.

La mattina, dopo un'ora di lotta col citofono faccio un passo fuori. I cani, che da ieri non uscivano dal portone, mi hanno ululato dietro. Mi stavano dando l'estremo addio.

Le studentesse, memori del giorno prima, camminano esclusivamente a gruppi di tre, alternandosi a chi sta in mezzo. Talvolta lungo la strada vi si uniscono altri studenti. Agli istituti arrivano delle palle di neve enormi. D'altra parte, coloro che restano fuori da queste palle talvolta a scuola non ci arrivano proprio.

Agli incroci è comparso un ulteriore colore che regola il traffico. Oltre al giallo, rosso e verde ora c'è anche il blu. Sono gli agenti blu per il freddo della Polstrada.

A proposito: anche le automobili si comportano in modo strano. Si ha l'impressione che anche loro si muovano a gruppi.

Gli automobilisti sono incredibilmente gentili e cedono il passo ai pedoni sui passaggi pedonali. Del resto è comprensibile: di pedoni non ce n'è quasi più. E' chiaramente una razza in via di estinzione.

Tutti che cercano dei taxi. Ho visto con i miei occhi dieci persone che si sono riuscite. Il taxi non ha quasi opposto resistenza.

I rivenditori automobilistici propongono un nuovo optional: due scaldini da collocare nell'abitacolo.

Stranamente, il freddo praticamente non ha influito sulla fauna moscovita. Sugli alberi ci sono un sacco di uccelli. Sembrerebbe che il gelo non li abbia danneggiati. Restano appesi tranquilli e immobili sui rami a testa in giù.

A una fermata ho visto piangere una ragazza. Aveva compassione per stessa che congelava.

Oggi mi sono disiscritto dall'associazione protezione animali. Viva i colbacchi e le pellicce! Calde e pelose! Dov'è che ho scritto il telefono di quell'amica che alleva le volpi polari?

In metropolitana c'è di nuovo folla, ma non perché siano aumentati i passeggeri. E' che quelli che ci sono si ammassano tutti assieme.

Il thè è diventata la bevanda rinfrescante del giorno. La ricetta è semplice. Versi il thè bollente nel thermos. Lo porti in ufficio. Quando sei pronto per berlo suona il telefono. Rispondi velocemente. Riprendi in mano la tazza. La bevanda rinfrescante è pronta!

Tutti si portano il lavoro a casa. Non so come, ci riescono anche i lavoratori della metropolitana.

Socializzare è molto più semplice. La mattina si parla di quanto facesse freddo per strada da casa al lavoro. Dopo pranzo si parlerà di quanto farà freddo a tornare a casa.

Qualcuno ha mai visto il passo dell'oca della guardia d'onore alla tomba del milite ignoto al Cremlino? La gamba si alza lentamente, sempre più su... fino all'altezza del mento... in modo ancor più incredibile non si ferma e se ne va ancor più su... poi scende senza fretta, sul selciato. Adesso immaginate il loro passo dell'oca ripreso da un video, ma visto accelerato. Ci siete. Adesso raddoppiate ancora la velocità. Il cambio della guardia al Cremlino oggi appariva esattamente così.

La brina ha coperto tutta Mosca. I marciapiedi bianchi, gli alberi bianchi, i bianchi studenti africani dell'Università Russa per l'Amicizia dei Popoli.

La seconda metà della giornata è passata a prepararsi mentalmente all'uscita dal lavoro. Per la prima volta in vita mia ho provato il desiderio di passare la notte in ufficio.

Foto del giorno: da un'automobile coperta di brina esce un conducente coperto di stalagmiti.

I moscoviti sono impazziti, corrono per strada senza badare ai semafori ed alle macchine, scegliendo il percorso più breve per la metropolitana. E tutti con la stessa camminata: braccia tese, gambe tese, niente testa. La testa è nascosta da qualche parte sotto il colbacco, in mezzo alle spalle.

Oggi nessuno andava in giro senza cappello. Ne ho visto giusto uno. Ma poi ho scoperto che era una statua. Anzi, no: verso sera abbiamo capito che era il nostro fattorino.

Tutti che disdicono incontri, viaggi, ordini e consegne. Da mane a sera i lavoratori sono impegnati ad annullare lavori.

Nei dintorni delle fermate della metropolitana si vedono cumuli di vapore. Proviene da tutto quel che emana un minimo di calore. Il vapore è il segnale comprensibile a tutti che si può e si deve correre lì per scaldarsi. Ho visto come, dietro a un uomo che emanava vapore, correva una donna che il vapore non lo emanava più. A giudicare dalle urla strazianti provenienti da un vicolo buio, l'ha raggiunto.

In alcuni uffici è andato in tilt il riscaldamento. Ci lavoravano con i cappotti. E' così che li hanno trovati la mattina.

Evviva! Si dice che presto farà più caldo! Tra un paio di giorni di notte avremmo -32 anziché -37!

Ho l'impressione che il freddo mi abbia fatto impazzire. Come si spiega, altrimenti, il desiderio di scaldarsi le mani avvicinandole al quadrante elettronico dell'orologio?

Se avrò fortuna e sopravvivrò, mi farò una maglietta con su scritto: "sono moscovita e sono sopravvissuto all'inverno del 2006!".

Possibile che domani mi devo alzare e andare da qualche parte? Due lacrime son scese dagli occhi e subito si sono coperte di brina, rimanendo congelate sulle guance.

venerdì 20 gennaio 2006

Freddo?

+10°C Gli abitanti di appartamenti di Helsinki spengono il riscaldamento. I russi piantano fiori.
+5°C I russi prendono la tintarella (sempre che il sole sia ancora sopra l'orizzonte).
+2°C Le auto italiane non partono più.
0°C Punto di congelamento dell'acqua distillata.
-1°C Si può vedere il respiro. E' il caso di preparare una vacanza al sud. I russi mangiano un gelato e bevono una birra ghiacciata.
-4°C Il gatto vuole venire nel tuo letto.
-10°C E' il caso di preparare una vacanza in Africa. I russi si fanno una nuotata.
-12°C Temperatura minima perché possa nevicare.
-15°C Le auto americane non partono più.
-18°C Gli abitanti di appartamenti di Helsinki accendono il riscaldamento.
-20°C Si può ascoltare il respiro.
-22°C Le auto francesi non partono più.
-23°C I politici cominciano a pensare ai senzatetto.
-24°C Le auto tedesche non partono più.
-26°C Con il respiro puoi prenderci materiale per fare un igloo.
-29°C Il gatto vuole entrare nel tuo pigiama.
-30°C Nessun auto parte più. Il russo sputa per terra, da' un calcio ad una ruota e fa partire la sua Lada.
-31°C Troppo freddo per baciarsi. Le labbra si fonderebbero insieme. Le squadre di calcio russe cominciano ad allenarsi per la primavera.
-39°C Le leghe d'argento si solidificano. Troppo freddo per pensare. I russi chiudono l'ultimo bottone della camicia.
-40°C L'auto vuole venire nel tuo letto. I russi si mettono un pullover.
-44°C A Murmansk si cominciano a chiudere le finestre del bagno.
-50°C Le foche abbandonano la Groenlandia. I russi mettono i guanti e bevono un goccio di Vodka.
-70°C Gli orsi polari abbandonano il polo nord. I russi mettono il cappello e bevono un goccio di Vodka.
-120°C L'alcool solidifica. I russi si incazzano.
-270°C L'elio si liquefa...
-273,15°C Zero Assoluto. Nessun movimento delle particelle elementari. I russi ammettono "Eh sì. In effetti fa freddo. Passami un pò di quella Vodka congelata da ciucciare".