sabato 29 novembre 2008

L'odore dei soldi

Leggo sul "Sole 24 Ore" un articolo dell'inviata a Mosca Antonella Scott. Parla del lusso sfrenato e degli eccessi alla Fiera del Milionario di Mosca.

Ora, io capisco che, una volta giunta qui, di qualcosa doveva pur parlare. Però la prossima volta le consiglio di farsi inviare in Costa Smeralda: vi troverà il Billionaire di Flavio Briatore, mentre in Italia aumenta il numero di famiglie che la terza settimana non mangia.

domenica 23 novembre 2008

Piccoli parolai crescono

Prima che si fosse addormentata, mi sono affacciato da mia figlia Vera. E lei:
– Buona notte, buona pasqua, spokojnoj noči!
E mia moglie Katja:
– Va ancora bene che non dica “mortacci tua”…
Io:
– Stacci attenta, che questa impara al volo…
E Vera, ovviamente:
– Mortacci tua!

domenica 16 novembre 2008

I soliti accordi

Sì, vai! (Vado?) Vai, e percuotilo nell'ombra! (E se le prendo io?) No...

(Oh!) Chi è? (Ma non dovevamo cantarla al matrimonio?) E' uguale.

E in fondo alla strada (chi è che c'è?)

ci son tre ladroni (ah, va beh)

sembravano onesti, sembravano buoni

eran solo furboni.

Il primo contava, (Ma son tutti di mia moglie!)

il secondo sudava, (tra un ballo, una bionda e un panino)

il terzo spiegava, ma cosa spiegava,

la rava e la fava! (Che storia è?)

E in fondo la storia (dai, spiegamela!)

è sempre la stessa (cosa ti avevo detto, io?)

c'è uno che grida, che grida e fa i versi

da quella finestra.

Si cambiano i nomi,

rimangon bastardi,

tu guarda alla radio, le solite facce,

i soliti accordi. (Quali accordi?) I soliti.

Do maggiore, la maggiore, la minore,

re minore, sol settima, re minore...

Do maggiore, la maggiore, re minore,

la minore, sol settima, si minore...

In mezzo alla strada (Cosa c'è?)

son tre coi forconi (ah, va beh)

ma i piccoli ladri li impiccano sempre

i grandi ladroni.

Il primo strillava (tutti in girotondo, Forza Italia!)

il secondo fa i conti (mi scappa un plotone...)

il tre licenziava, ma dopo spiegava

la rava e la fava.

Do maggiore, la maggiore, la minore,

re minore, sol settima, re minore...

Do maggiore, la maggiore, re minore,

la minore, sol settima, si minore...

E sotto giù in strada

sono in tre caporioni

che cantan stonati, ognuno davanti

al suo bel karaoke!

Il primo cantava (Come prima, più di prima)

il secondo ballava (l'avanzo di balera)

il terzo applaudiva e l'ombra gridava

"né rava né fava!" (E allora?)

E allora la storia (la storia cambia?)

non è più la stessa (ma cosa ti avevo detto, io?)

se un giovane grida, e grida e fa i nomi

da una finestra.

E rischia la pelle

perché i nomi son tanti (son tantissimi!)

guardare giù in fondo alle Pagine Gialle

alla voce, Bastardi! (E allora?)

Do maggiore, la maggiore, la minore,

re minore, sol settima, re minore...

Re maggiore, la minore, si minore,

la minore, sol settima, si minore...

i soliti accordi,

le solite facce, (si minore diminuito...)

i soliti accordi, (si minore maggioritario...)

le solite palle, (si minore proporzionale...)

i soliti accordi, (si minore referendario...)

le solite facce (hehehehe...)

Vai e torna vincitore. (Libero stato in libero show!)

Ma cosa stai dicendo? (è un epilogo)

(... ma chi è che c'è nell'ombra?)

(non ho capito chi è che sta nell'ombra!)

domandare è lecito, rispondere è fantasia.

Capito? (Va beh)

La solita orchestra. I soliti accordi.

Breve omaggio a Guccini

[...]

io, chierico vagante, bandito di strada,

io, non artista, solo piccolo baccelliere,

perché, per colpa d'altri, vada come vada,

a volte mi vergogno di fare il mio mestiere,

io dico addio a tutte le vostre cazzate infinite,

riflettori e paillettes delle televisioni,

alle urla scomposte di politicanti professionisti,

a quelle vostre glorie vuote da coglioni...

E dico addio al mondo inventato del villaggio globale,

alle diete per mantenersi in forma smagliante

a chi parla sempre di un futuro trionfale

e ad ogni impresa di questo secolo trionfante,

alle magie di moda delle religioni orientali

che da noi nascondono soltanto vuoti di pensiero,

ai personaggi cicaleggianti dei talk-show

che squittiscono ad ogni ora un nuovo "vero"

alle futilità pettegole sui calciatori miliardari,

alle loro modelle senza umanità

alle sempiterne belle in gara sui calendari,

a chi dimentica o ignora l'umiltà...

[...]

Io dico addio a chi si nasconde con protervia dietro a un dito,

a chi non sceglie, non prende parte, non si sbilancia

o sceglie a caso per i tiramenti del momento

curando però sempre di riempirsi la pancia

e dico addio alle commedie tragiche dei sepolcri imbiancati,

ai ceroni ed ai parrucchini per signore,

alle lampade e tinture degli eterni non invecchiati,

al mondo fatto di ruffiani e di puttane a ore,

a chi si dichiara di sinistra e democratico

però è amico di tutti perché non si sa mai,

e poi anche chi è di destra ha i suoi pregi e gli è simpatico

ed è anche fondamentalista per evitare guai

a questo orizzonte di affaristi e d'imbroglioni

fatto di nebbia, pieno di sembrare,

ricolmo di nani, ballerine e canzoni,

di lotterie, l'unica fede il cui sperare...

lunedì 10 novembre 2008

Il compagno Obama

A me fa piacere che sia stato eletto Obama, per carità: che un discendente degli schiavi africani portati con la violenza tra gli indiani da dei fottuti inglesi, ad un fottuto comunista come me può solo far piacere.

Io mi sono assolutamente rotto che da sei mesi a questa parte in Italia non si parla d'altro che di elezioni americane, manco fosse il 51° Stato USA.

Secondo me, manco a Porto Rico se ne parla così tanto e da così tanto tempo.

E comunque, in Italia se ne parla più che delle elezioni italiane, e qui già si capisce tutto.

A me Obama sembra simpatico e sveglio.

Anche Clinton sembrava simpatico, anche se un po' meno sveglio, tipo bamboccione.

Poi, per non far parlare di un pompino, ha fatto bombardare, nell'ordine: Jugoslavia, Afghanistan, Iraq.

Con buona pace dell'ex comunista autorinnegante Veltroni, non sta scritto da nessuna parte che i repubblicani americani siano il male ed i democratici americani siano il bene.

La guerra civile americana la iniziò il democratico Buchanan, e la terminò il repubblicano Lincoln. Sappiamo con che risultati e a quale prezzo, ma non importa.

La partecipazione americana alla prima guerra mondiale, alla Grande Guerra la decise e la gestì il democratico Wilson. Sappiamo con che risultati e a quale prezzo, ma non importa.

La guerra in Corea la iniziò il democratico Truman (che fondò anche la NATO, mentre il Patto di Varsavia fu fondato solo nel 1955, come risposta alla NATO, contrariamente a quanto tuttora fa intendere in Occidente la propaganda yankee), e la terminò il repubblicano Eisenhower. Sappiamo con che risultati e a quale prezzo, ma non importa.

La guerra in Vietnam la iniziò il democratico Kennedy, e la terminò il repubblicano Nixon, tanto vituperato - giustamente, ma per altre cose - dalla mia sinistra italiana. Sappiamo con che risultati e a quale prezzo, ma non importa.

La guerra in Jugoslavia la iniziò il democratico Clinton, e la terminò il repubblicano Bush. Sappiamo con che risultati e a quale prezzo, ma non importa.

La guerra in Afghanistan la iniziò il democratico Clinton, ed è tuttora in corso. Sappiamo con che risultati e a quale prezzo, ma non importa.

La guerra in Iraq, iniziata sotto il repubblicano Bush, ha avuto le prime avvisaglie sotto il democratico Clinton. Sappiamo con che risultati e a quale prezzo, ma non importa.

A me fa piacere che sia stato eletto Obama, per carità: che un discendente degli schiavi africani portati con la violenza tra gli indiani da dei fottuti inglesi, ad un fottuto comunista come me può solo far piacere.

Però non dimentico che Obama, ancor prima che negro (o "abbronzato", come dice Berlusconi), è statunitense.

Dunque, lo attendo al varco, alla prova dei fatti.

Attendo che dimostri di non soffrire del complesso di inferiorità a non dover dimostrare di essere troppo di sinistra.

Attendo che mandi fuori le sue truppe da invasore dalla Jugoslavia, dall'Afghanistan, dall'Iraq, che non rompa i coglioni in Iran, che non mostri i muscoli con la Russia, che vada fuori dai coglioni dalla Germania, dal Giappone, dalla Corea, da Bruxelles, dalla Kirgizia, dalla Georgia, dall'Ucraina, dalla Repubblica Ceca, dalla Polonia, dai Paesi Baltici, e soprattutto dall'Italia: da Vicenza, dalla Sardegna, da Comiso, da Anzio.

Poi, dopo - e solo dopo - potremo riparlarne.

venerdì 7 novembre 2008

Cioccolatini

Mussolini diceva che “il giorno che un comunista dice che fuori c’è il sole, e fuori davvero c’è il sole, quel giorno ha ragione anche un comunista”.

Il bailamme scatenato dalla cosiddetta opposizione sulla battuta berlusconiana circa l’abbronzatura di Obama, mi pare davvero una roba da imbecilli. Una battuta del genere poteva farla chiunque di noi, io sicuramente, senza che per questo qualcuno possa accusarmi di razzismo. Posso anche dire che hanno eletto un cioccolatino, come facciamo le battute sulla tirchieria genovese, o sull’arte truffaldina dell’arrangiarsi napoletana, o sull’ignoranza lombarda, eccetera. Piemontese falso e cortese, quante volte l’abbiamo sentita? Meglio un morto in casa che un marchigiano (per qualcuno “un pisano”) fuori dall’uscio. Perché, subito dopo l’unità d’Italia, la maggior parte degli esattori delle tasse (e, tuttora, dei controllori delle ferrovie) erano marchigiani. Quante barzellette sulla tirchieria degli ebrei? E sui gusti sessuali dei marocchini? E i russi tutti ubriaconi, e gli italiani tutti mafiosi.

Battute del cazzo, sono d’accordo, eppure tutti ne facciamo. Altro è che noi non facciamo i presidenti del consiglio. Ma non ne farei un dramma. M’importa ‘na sega, preferirei che l’opposizione proponesse modelli alternativi di governo del Paese. Ed invece, proprio in questo, di argomenti ne sento pochini.