Rintronato come Brežnev? Autoritario come Brežnev? Pensieri in libertà, appunti sui polsini, ho tante cose ancora da raccontare per chi vuole ascoltare eccetera.
sabato 2 luglio 2016
TV russa vietata fuori dalla Russia?
lunedì 3 maggio 2010
Digitale terrestre italiano all'estero
Avevo già scritto di Tivù Sat e di cosa mi abbiano risposto a proposito di noi italiani all'estero. Adesso m'è venuta la curiosità.
Dicono di se stessi di essere "la prima piattaforma satellitare gratuita italiana". Già, che si vede gratis se compri a qualche centinaio di € il loro decoder.
Di più: noi italiani all'estero non possiamo acquistarlo all'estero, nemmanco in Italia, a meno di non commettere un falso giuridico perseguibile per legge (è esattamente quello che loro mi hanno proposto! Istigazione a delinquere), ovvero di acquistare in Italia il decoder a nome di un prestanome residente in Italia, mi si perdoni la (loro) tautologia.
Sì, avete capito bene: un italiano residente all'estero non può acquistare il decoder di Tivù Sat.
A morire se si riesce a scoprire, al di là delle partecipazioni di RAI, Mediaset e Telecom (La 7), chi sia, che so io, l'Amministratore Delegato.
Oltre che chiedervi di diffondere e moltiplicare a mille questo messaggio tra tutti i vostri contatti, e di condividere nelle vostre pagine Facebook la nostra petizione, vi chiedo di comunicarmi se riuscite a sapere qualcosa: non finisce qui.
Prevengo la domanda sul perché la petizione non sia, per esempio, in Firmiamo.it: leggete qui.
martedì 16 febbraio 2010
Boicottata la petizione "No criptaggio RAI"
Circa due anni fa, avevo lanciato una petizione sul sito “Firmiamo.it” dal titolo No criptaggio RAI. Il testo era il seguente:
Come sanno tutti gli italiani residenti all’estero (e ormai anche gli italiani condannati al digitale terrestre), in nome dell’assenza di non meglio specificati “diritti di diffusione all’estero”, siamo privati della visione di buona parte della programmazione televisiva pubblica, quella della RAI, ed ovviamente privata, Mediaset e La7.
Quello che non tutti sanno, è che, secondo la Corte Europea di Giustizia, tale provvedimento non è obbligatorio.
Infatti, siamo gli unici in tutta Europa, dunque non solo i canali extracomunitari (i russi ORT ed RTR, per esempio), ma persino la TVE spagnola, Antenne 2 e TV5 francesi e quant’altri non criptano alcun programma.
Come se non bastasse, induce ad un ragionevole dubbio anche la scelta dei programmi criptati: quasi tutti quelli sportivi (calcio, ciclismo, automobilismo, nuoto, ecc.), ma non le trasmissioni di commenti sullo sport (piene zeppe di pubblicità), e poi i cartoni animati (pensiamo a quanti italiani all’estero hanno il problema di far apprendere la lingua italiana ai propri figli), e vari film e telefilm.
Perché, ad esempio, viene criptata “L’ultima carrozzella” con Anna Magnani ed Aldo Fabrizi, ma non la quasi totalità di film americani, anche di pessima qualità? Perché Star Trek, ma non Walker Texas Ranger? Perché il Commissario Scali (un telefilm italianissimo degli anni ‘70), ma non il tedesco “Cobra 11”? Perché, addirittura, certe puntate del Tenente Colombo e certe altre no? O persino il primo tempo di certi film no ed il secondo sì? L’elenco potrebbe essere infinito.
Per non parlare delle decine, centinaia di televisioni italiane locali, che non criptano nulla. Peccato che sia rarissimo per loro trasmettere qualcosa di diverso dalle televendite, previsioni del lotto e telefoni porno.
Il dubbio, appunto, nasce da una semplice considerazione: chi decide, concretamente, cosa criptare e cosa no?
Con la presente petizione chiediamo che si faccia chiarezza una volta per tutte, e ci si adegui a quanto accade per le altre reti europee.
E’ ovvio che, una volta eliminato il criptaggio da parte della televisione pubblica (si rasenta l’interruzione di pubblico servizio), le reti private non potranno far altro che adeguarsi a loro volta, in nome della concorrenza.
Non ha avuto un grande successo, meno di 200 firme, di cui solo un quarto di italiani all’estero.
Un anno e mezzo fa ho replicato questa petizione nella rete sociale Facebook. Attualmente siamo ad un mezzo migliaio di firme.
Un paio di settimane fa ho scoperto che su Firmiamo.it la petizione risulta inesistente. Per la precisione, si legge: Oops! Pagina non trovata. Il server ha restituito un errore 404.
Dopo una rapida verifica, risulta addirittura cancellato il mio account. Ho provato a scrivere agli amministratori, ma ovviamente non mi hanno degnato di alcuna risposta. La spiegazione che mi sono dato è che da vari mesi mi inondavano di spam commerciale ed io li inoltravo regolarmente al servizio internazionale “abuse”. Una meschina vendetta, insomma.
Ecco alcuni commenti alla petizione in Firmiamo.it, che non leggerete più:
Marco Campagna, dalla Sicilia: “Non vedendoli ci guadagnereste... ma almeno facciamo vedere che “porcherie” propina la TV italiana”
Giuseppe Vitale, dall’Inghilterra: “Siamo italiani e vivere in Inghilterra e abbiamo il diritto per guardare i nostri programmi di italia, il governo italiano hanno abbandonato a noi italiano che viviamo in Inghilterra”
Fabio Di Segni, dalla Toscana: “Cara Rai Io ti pago il canone e via antenna non ricevo nulla. Mi sono abbonato a Sky per ricevere i canali in chiaro Rai. Adesso mi cripti anche i canali Sky Perche????????”
Felice Bono, dalla Sicilia: “Roba da italiani”
Carlo Barbiani, dalla Lombardia: “E’ la dimostrazione che la RAI non è libera, ed è strettamente in ostaggio”
Carlo Caetani, dalla Svizzera: “Era ora che qualcuno fa qualcosa!!!!”
Gabriele Zaverio, dalla Sicilia: “... E che dire del digitale terrestre? Stanno preparando il terreno per fotterci tutti: Criptazione pure sui canali locali, e fine della tv libera in Italia! No al digitale terrestre criptato!”
Loris Vernarelli, dalla Svizzera: “Spero che una volta per tutte si faccia chiarezza su questo fatto, anzi misfatto. Non è possibile che noi italiani all’estero non veniamo presi in considerazione dal nostro paese d’origine. E’ ora di finirla! Grazie per la petizione”
Costante Marengo, da Mosca: “Bravo Mark!”
Antonella Rebuzzi, da Mosca, ex-senatrice PDL: “Ho già presentato un’interpellanza in proposito durante il mio mandato. Continuerò fino allo sfinimento. L’importante sarà ottenere un risultato. Ne abbiamo tutti i diritti”
Isabella Cimaglia, dalla Puglia: “E’ davvero una vergogna”
Michele Caporusso, dalla Germania: “Sono spesso all`estero e mi tocca vedere l`Italia sui canali stranieri.. insomma, anche la nazionale!?? Membro tricolore”
Roberto Sciamanna, da Roma: “Ci dobbiamo distinguere da tutti gli altri paesi!!!!!”
Aleksandra Kralkowska, da Varsavia: “Sono una cittadina polacca. Partecipo con entusiasmo nell’attività di Megachip. Condivido gli obiettivi, tra questi la lotta per la democrazia nella comunicazione. Tempo fa, a Varsavia, ho segnalato a Giulietto Chiesa il problema di criptaggio”
Pietro Tofanetti, da Milano: “tempo fa si era parlato di una scheda distribuita a tutti gli abbonati Rai. Ma penso non se ne sia fatto più nulla. E’ una situazione scandalosa che deve essere affrontata al più presto”
Leonardo Canepa, dall’Italia: “eliminare qualsiasi trasmissione criptata io pago il canone ! disonesti”
Alex Coccia, dall’Olanda: “Ma come si fa ad oscurare le partite della nazionale ad un italiano all’estero? Solo se servono voti, durante le campagne elettorali, tutti a preoccuparsi dai poveri compatrioti emigrati!”
Mario Pontecorvi, dal Lazio: “risiedo in una zona a bassa recezione del segnale,debbo pertanto utilizzare il satellite senza alcun abbonamento, non do soldi a sky, ma non posso vedere quasi niente”
Anonimo, da Napoli: “Aggiungo che ritengo scandaloso che diversi canali satellitari tematici della Rai (quindi pagati con il canone), siano visibili solo tramite la piattaforma Sky e non con un normale decoder”
Renzo Desario, da Mosca: “speriamo che ce la facciamo”
Roberto Gallo, dalla Sicilia: “Aggiungo: il palinsesto di Rai International E’ pietoso!”
Aleksandar Karlic, da Bologna: “iniziativa giusta”
Domenico Felici, da Roma: “basta al criptaggio dei programmi”
Anonimo, da Salerno: “Oltre ai connazionali all’estero questo servizio è molto utile anche a chi, qui in Italia, non riceve bene, o addirittura del tutto, i canali RAI e, vi assicuro, non sono pochi”
Federico Franceschini, dall’Italia: “da un ex italiano all’estero, teniamoci i nostri connazionali vicini”
Anonimo, dall’Italia: “Affinché il servizio pubblico sia tale, liberamente fruibile dagli italiani non raggiunti dai ponti di terra e dagli italiani all’estero”
Stefano Marongiu, dalla Germania: “Sarebbe ora di smetterla con il criptaggio!”
Flavia Vendittelli, da Roma: “Per chi viaggia o per chi vive all’estero non poter vedere i canali italiani è un disagio. Spero che la situazione cambi presto”
Quello che chiedo a chi mi legge in questo momento è sicuramente di boicottare d'ora in poi quelli di Firmiamo.it, ma soprattutto di firmare la petizione in Facebook, di propagandarla, e di diffondere (condividere) questo mio articolo. Capisco che sia fastidioso iscriversi alla rete sociale solo per questa petizione, ma al momento non abbiamo altre possibilità…
lunedì 14 dicembre 2009
Le statuette di Berlusconi
Se volete farvi due risate, guardatevi il TG 4 delle sette di sera di domenica 13 dicembre 2009.
Poi, se volete farvi venire i brividi alla schiena per i sottintesi golpisti delle affermazioni di Emilio Fede, direttore del TG 4, leggetevi questa trascrizione del suo show di tre quarti d'ora:
[...] C'è stato un gruppo di contestatori, le solite frange di delinquenti, che sono soltanto dei delinquenti [...] guardate, lo hanno colpito al volto, alla bocca [...] queste immagini stanno a significare che gli istigatori della violenza, il signor Di Pietro che dice che bisogna portare la piazza contro Berlusconi, il signor Ferrero del Partito Rifondazione Comunista che ha dichiarato poco fa che Berlusconi va comunque sconfitto e non soltanto con urli, che cosa intendono questi signori? E il signor Di Pietro, il primo commento a questo gravissimo episodio, sapete cosa dice? Dice "sono contro la violenza ma Berlusconi è un istigatore". Allora, questo basterebbe a significare che siamo in un passaggio dove alcuni personaggi, metaforicamente parlando, anche a livello politico, sono la vergogna, sono inaccettabili nei loro atteggiamenti, soprattutto di quella certa politica poi accompagnata naturalmente in tutti questi mesi da una certa informazione dei giornali e anche della televisione che hanno portato a episodi come questo. Nessuno certamente delle migliaia di milioni di italiani che votano per l'aria moderata si permetterebbe mai neppure di pensare di poter aggredire un uomo politico, in questo caso è un uomo politico ma anche il capo del governo [...] Il Presidente del Consiglio è stato subito accompagnato in ospedale. Lo hanno visto, lo hanno descritto come sanguinante al labbro [...] Si vede anche il momento in cui si tenta di aggredire alle spalle, il momento in cui, sarà quella faccia da delinquente che si vede lì forse col berrettino in testa, ma l'uomo è stato fermato e portato in Questura, chissà, adesso si spera che troveremo un giudice talmente simpatico che lo manderà in vacanza magari in qualche posto al mare [...] C'è della confusione, guardate, nel momento in cui qualcuno si avvicina e c'è un momento in cui evidentemente gli uomini della scorta lo stanno proteggendo da qualcuno che comunque è riuscito ad avvicinarsi [...] Quello che è stato fermato probabilmente mentre tentano di colpire [...]
E' una vergogna, naturalmente, un atto indecoroso, ma già era accaduto ieri, le frange dell'estrema sinistra certamente, perché non è l'area moderata che sta facendo tutto questo, ieri durante la manifestazione a ricordo delle vittime della strage di Piazza Fontana, laddove il Presidente della Repubblica aveva invitato alla moderazione, al rispetto, alla ricerca di frammenti di verità, è successo di tutto, tant'è che i familiari delle vittime hanno deciso di abbandonare la manifestazione. E chi è l'istigatore di tutto questo? Quale tipo di politica, quale tipo di dichiarazione? Questo signore, chiamiamolo così, metaforicamente indichiamolo come il signor Di Pietro, la prima notizia che dice è che l'istigatore è il Presidente del Consiglio. Io mi chiedo, con tutto il rispetto, naturalmente, per la libertà e la democrazia, ma chi vota per Di Pietro? Ma cosa vuole questo Di Pietro? Cosa vuole Di Pietro, che pochi giorni fa ha detto in piazza che bisogna richiamare la piazza con la violenza per cacciare Berlusconi? Questi sono i risultati del signor Di Pietro, certamente, ma anche di quella stampa, di quel tipo di informazione, di quella politica, va beh, certamente che non è nell'area moderata, verrà dall'estremo comunismo, verrà dall'estremo dell'accidenti a loro, che stanno portando a questo clima di violenza. Nessuno mai dei leader politici dell'attuale opposizione è mai stato aggredito da nessuno, perché da questa parte c'è gente corretta, c'è gente che ha rispetto della libertà e della democrazia [...] Il governo andrà avanti, la violenza non troverà certamente complicità, la giustizia dovrà essere riformata [...]
Il Presidente del Consiglio ha ribadito che vuole un governo forte, forte anche della fedeltà degli alleati, abbiamo la fiducia della maggioranza che ci ha votato, e con questa realtà andremo avanti per un Paese migliore, che vuole anche dire una giustizia più rispettosa dei diritti di tutti [...]
L'aggressore è stato sottratto alla folla dalla polizia, ché la folla l'avrebbe linciato. Cosa c'era da augurarsi? Siamo persone garantiste, meno male che non l'abbiano linciato, però speriamo che ci sia una giustizia, perché sennò altrimenti trova il magistrato che dice "ma poveretto, ha avuto un attimo di crisi, ci mancherebbe altro". Quanto poi va ricordato, ma certo, che il signor Di Pietro, lo voglio ripetere, che si capisca, anche quelli che manifestano fiducia nei confronti di Di Pietro, per carità, sono liberi di farlo, certamente, lo eleggano anche capo dello Stato, al tempo stesso capo del governo, ministro dell'interno, diano il Paese in mano a Di Pietro, così siamo tranquilli di come possano andare le cose, ma Di Pietro dove vuole arrivare? Dove vuole arrivare lo sappiamo, e, mi spiace, Ferrero, leader di Rifondazione Comunista [...] "Berlusconi non va sconfitto soltanto nelle urne"... Speriamo che Ferrero ci chiarisca cosa intende dire. Ma ci rendiamo conto che stiamo vivendo, a causa e per colpa di una certa parte politica, di una certa informazione, quale tipo di situazione sta vivendo questo Paese, che pure resterà nonostante gli altri, un Paese libero e democratico?
Sarebbe quello? Beh, forse è meglio farlo vedere bene, così magari uno lo incontra e sa con chi ha a che fare [...] Aspettiamo gli altri commenti di Di Pietro, naturalmente. Mi assumo la responsabilità mia personale: Di Pietro in questo telegiornale non troverà mai più spazio. Dica quello che vuole, faccia quello che vuole, urli quello che vuole, chiami in piazza tutto quello che crede, aizzi alla violenza anche contro di me, ma Di Pietro nel TG 4 non avrà più ospitalità. Questo è un vecchio conto in sospeso.
...Ecco, guardate, è un'immagine che fa veramente male al cuore, non soltanto perché il capo del governo, persona alla quale sono legato da lunga ed affettuosissima amicizia, ma perché è la testimonianza di quel che certa campagna di odio sta provocando nel Paese; e la campagna di odio ha dei nomi e cognomi perfetti, per cui sono responsabili di quello che sta succedendo, se quella statuetta anziché prenderlo in faccia lo prendeva alla fronte, lo avrebbe anche ucciso [...] Quest'immagine va vista, perché il signor Rutelli, il signor Casini, il signor Va... Va... tutti quelli che sono, il signor Ferrero del Partito della Rifondazione Comunista, soprattutto il signor Di Pietro, che usare la parola "signore" nei confronti di Di Pietro è una vergogna per me che la uso [...] Riproponiamo, perché va bene vederlo, riconoscerlo, non so cosa ne farà la giustizia, il pubblico ministero di turno, la questura, quelli che lo hanno fermato, l'hanno salvato dal linciaggio, siamo contenti [...] Bersani, meno male che se ne accorge, poi bisogna vedere chi è che, va beh, lasciamo perdere [...] chi è questo? Casini... Va beh, grazie, come è generoso lui non è generoso nessuno... [...] Un atto di terrorismo, certo [...] Le parole di Di Pietro sono sempre inaccettabili...
Questo delinquente, che ha un nome e cognome, si chiama Massimo Tartaglia, secondo me andrebbe visto in faccia, per avere la possibilità, incontrandolo, perché, chissà, lo libereranno domani magari, di offrirgli un caffè, spero di no, è una battuta amara, ma mi sia consentuta [...] Ecco il Presidente del Consiglio colpito che sta cercando di trattenere il sangue [...] Ecco, quello con il piumino verde, protetto da uomini delle forze dell'ordine, è Massimo Tartaglia, protetto da quelli che, possiamo dirlo?, giustamente!, dargliene quattro, non dico linciarlo, viene trascinato via, fortunato lui, che non ha riportato certamente lesioni come le ha riportate il Presidente del Consiglio, è in Questura, lo staranno interrogando, non lo so, ho poca fiducia, non nella magistratura, ci mancherebbe altro, ma con tutto quel che sta succedendo... D'altra parte, le violenze che ci sono state ieri, non dimentichiamolo, proprio a mortificare una manifestazione che doveva essere il massimo del silenzio, rispetto delle vittime della strage di Piazza Fontana, istigati da chi? Dai centri sociali! Chi sono i centri sociali, a chi sono collegati? A Berlusconi? O piuttosto a una frangia della sinistra? Hanno radici nel Partito Comunista estremista, oppure dove hanno radici? Perché nascondersi? Questa sarebbe una volgare ipocrisia, non capire bene con chi abbiamo a che fare, soprattutto non rendersi conto dei rischi che andiamo incontro, con una campagna di odio che trova complicità, non volontà pratica, in certa informazione, che a furia di istigare, che Berlusconi è mafioso, è delinquente, e qui e là, certa stampa e certa televisione, cosa fare un signore che non voglio nominare? Farà una trasmissione per dire che questo poveretto è stato istigato da Berlusconi, che era un poveraccio, vittima del governo Berlusconi?
Sono veramente sconvolto. Cinquant'anni di giornalismo, 27 anni in RAI e venti qui nel gruppo Fininvest, quindi prima con Berlusconi e adesso con gli altri che sono al vertice dell'azienda, non mi è mai capitata una cosa del genere, dovrei riportarmi alla violenza delle Brigate Rosse, ma non siamo a quello per fortuna, ammesso... ma... ma... ma... ma... ma... ma... anche la violenza delle Brigate Rosse, anche il rapimento e l'assassinio di Moro, la strage degli uomini della scorta e tante altre violenze, ma... ma... ma... Arrivavano... Io ero nell'obiettivo delle Brigate Rosse, ero indicato in un covo delle Brigate Rosse come pennivendolo di regime. E' bastato quello per creare dell'odio. E' stata fatta esplodere qui tre-quattro anni fa una bomba in redazione, e quando si predica, chi semina vento raccoglie tempesta, lo dico a Di Pietro: ma stia zitto! Esprima solidarietà , se ha un minimo di dignità umana, a fare bella figura! Chi può seguire un uomo come Di Pietro in un momento come questo? Ma neppure... Non lo so, non riesco veramente... va beh...
Un episodio come questo non è mai accaduto, nessun capo del governo nel nostro Paese è stato, mai aggredito così, l'aggressione verbale dei dibattiti televisivi sì, l'aggressione gravissima dal punto di vista morale attraverso un mascalzone, delinquente, pezzente come Spatuzza, che si permette di insinuare che Berlusconi può essere collegato alla mafia, anche quello è una grave ferita; questa è una ferita fisica, quella di oggi, le altre lo feriscono moralmente.
Sono molto addolorato, innanzitutto come cittadino democratico, e poi certamente anche come amico di un uomo che io considero straordinario, un uomo per bene, che ha fatto molto per questo Paese. L'opposizione faccia il suo ruolo, ma adesso rifletta anche quella opposizione che continua a predicare odio, non la contrapposizione, non la strategia, dice Bersani, in mille piazze, perfetto, per porre e proporre un'alternanza a questo governo, legittimo, ci mancherebbe altro, la democrazia è questa, però non è democrazia quando i tanti interventi spingono alla violenza. Naturalmente quello di Di Pietro è particolare, ma non dimentichiamoci alcune trasmissioni televisive che non cito, sennò dovrei parlare di "Anno zero", di "Parla con me", parla con te, parla con chi gli pare, che sono naturalmente, e sono l'Infedele, l'infedeltà eccetera: non serve! Questo telegiornale non ha mai aggredito, ovviamente dal punto di vista dell'informazione, nessuno.
Ce l'avete fatta? Bene. Adesso, anche se siete provati, riflettete. Cosa ne deduciamo?
Intanto, che abbiamo il Presidente megagalattico più colpito, ferito, aggredito, lesionato da mafia, terrorismo, comunismo, falsi amici traditori degli ultimi 150 anni. Ma questo è troppo poco.
Andando a scavare, dobbiamo renderci conto che chi colpisce Berlusconi è comunista e psicolabile per definizione. Il linciaggio sarebbe una disdetta, ma certo che lo meriterebbe, al punto che linciarlo dalla folla no, ma una bella scarica di botte, magari in Questura, sarebbe la giusta punizione divina, sennò i magistrati comunisti gli offrono un caffè e lo mandano al mare in vacanza premio, magari nella Corea del Nord. E se poi, tanto per celebrare un altro anniversario quarantennale, quello di Pinelli, dovesse "essere suicidato" in quanto psicolabile schiacciato dal senso di vergogna, sarebbe la prova provata dell'esistenza di dio. E Di Pietro, che non è signore, brucerà perciò all'inferno, senza che il TG 4 ne dia notizia. D'altra parte, chi lo vota è senz'altro un affiliato del Partito Comunista, non importa se estremista o meno, quindi psicolabile anch'esso. E gli psicolabili, se sono pericolosi (quelli comunisti lo sono per antonomasia), vanno rinchiusi, se proprio non si possono giustiziare perché siamo liberi e democratici. In fondo Di Pietro e gli altri comunisti, come Casini e Rutelli, sono paragonabili ai mafiosi alla Spatuzza, non per niente Berlusconi lotta contro la mafia più di tutti i capi di governo dell'Italia unita dal 1861 ad oggi, compreso il noto comunista sovversivo Cavour.
Collusioni di Berlusconi con la mafia? Ecco che ne vengono arrestati a grappoli. Quarant'anni di impunità per le stragi fasciste? Nulla, in confronto al labbro sbreccato di Berlusconi.
La strategia della tensione era una cosa seria. Ora saremmo alla farsa, se non fosse però ancor più pericolosa per la democrazia, quella vera, quella nata dalla Resistenza, non certo quella di questi peones ed affaristi palazzinari massmediatici d'assalto.
mercoledì 11 novembre 2009
Decoder e razzismo di Stato
Ecco cosa si vede sullo schermo durante i programmi criptati per l'estero di Canale 5:
Ho chiesto lumi scrivendo a quelli di Tivusat, dicendo loro:
Noi italiani all’estero, possessori di parabola, cosa dovremmo fare per continuare a vedere i canali televisivi gratuiti italiani, tornare in Patria a nostre spese per acquistare il Vostro decoder?! Iscritti all’AIRE, siamo tre milioni e mezzo nel mondo...
Ed ecco cosa mi hanno risposto:
In merito alla sua richiesta le comunichiamo che i decoder Tivusat sono in vendita esclusivamente in Italia; La tessera va attivata al numero unico 199.309.409 o via web all'indirizzo www.tivu.tv in nome e per conto di persone domiciliate in Italia.
In pratica, noi emigranti dovremmo tornare a nostre spese in Italia e comprare un decoder per poter vedere i canali TV gratuiti italiani, sia RAI che Mediaset e La 7. Ecco perché vi invito a firmare la petizione contro il criptaggio sul sito Firmiamo.it ed anche in Facebook.
Dateci una mano, in nome di quella parola obsoleta che è la "solidarietà"...
Sul medesimo argomento, vedasi Socialismo digitale.
martedì 20 ottobre 2009
Geopolitica, chi si schiera?

E’ almeno dall’inizio di questo Millennio che, puntualmente, i giornali “illuminati” (sedicenti tali, ma tanto nessuno osa metterlo in dubbio), quali ritengono e sono considerati “a sinistra” il Corriere della Sera, La Stampa, l’Unità e soprattutto la Repubblica, ci forniscono presunte prove provate circa la totale amicizia tra Putin e Berlusconi. Dopo lo scandalo delle escort a Palazzo Grazioli, si martella particolarmente col cosiddetto “lettone di Putin”, che quest’ultimo avrebbe regalato a Berlusconi.
L’ultima notizia, in ordine di tempo, ci presenta un Berlusconi (e perciò un’Italia) troppo dipendente da Putin (e perciò dalla Russia), quindi troppo favorevole al South Stream contro il Nabucco, nota emanazione portatrice sana di democrazia, sponsorizzata dagli USA e dalla NATO (e perciò dall’Unione Europea, dove Berlusconi è malvisto).
Almeno dall’estate scorsa, si parla molto di Murdoch contro Berlusconi. Si vocifera anche di Obama contro Berlusconi. Per il centro, il centrosinistra e la sinistra, il sillogismo è immediato: compagno Murdoch, compagno Obama.
Putin non è uso regalare letti a chicchessia. Viceversa, durante il G8, è il Paese ospitante a dover provvedere al vitto e all’alloggio dei capi di Stato che giungono alla riunione in questione. Il letto tanto citato è quello dove Putin ha dormito. A meno che, per evitare di dare materiale in pasto ai vari pennivendoli coprofaghi (mi si perdoni la crudezza, ma davvero non trovo sintesi migliore), non si pretenda che avesse dovuto dormire sulle mattonelle.
Il South Stream nasce dalla firma di un accordo tra l’ENI e la Gazprom alla fine del 2006. Prevede, una volta giunto il gas russo in Bulgaria attraverso il Mar Nero, lo sdoppiamento del gasdotto in due tronconi. Il primo segue la direttrice Serbia, Ungheria ed Austria; il secondo, attraverso la Grecia, giunge direttamente in Italia (Otranto e Brindisi).
Il Nabucco, nato nel 2002, che non prevede la fornitura di gas russo, prevede invece che il gas azero, attraverso la Georgia (altro Stato particolarmente nelle grazie degli USA, dove l’autostrada dall’aeroporto a Tbilisi è intitolata a George Bush jr.) e la Turchia, arrivi in Europa attraverso Bulgaria, Romania, Ungheria, Austria, Repubblica Ceca e Germania, e da lì all’Italia.
Ogni Paese di transito riceve le proprie royalties, facendo lievitare il prezzo del gas ad ogni passaggio. Risulta piuttosto evidente e lampante cosa convenga di più all’Italia.
E’ notizia di questi giorni che il canale televisivo statunitense Fox, appartenente a Rupert Murdoch, sia impegnato in una campagna martellante contro Obama e in favore dei repubblicani. In Italia, la notizia è passata – inspiegabilmente – in sordina. Inspiegabilmente? Mi correggo: la spiegazione è fin troppo ovvia, visto che, in Italia, Murdoch, col suo canale pay tv Sky, viene presentato come paladino della lotta antiberlusconiana per la libertà di informazione.
In politica, si sa, o si dovrebbe sapere, nulla è semplice e semplificabile. Dunque, Murdoch è buono o cattivo? A Repubblica l’ardua sentenza.
Povera Repubblica, filo yankee: se è per Obama, allora è contro Murdoch; e se è contro Berlusconi, allora è per Murdoch. Siamo alla schizofrenia, che coinvolge tutto il gruppo Telecom-Espresso di De Benedetti (e quindi Espresso, Repubblica, La 7, Kataweb, Radio Deejay, Radio Capital, All Music TV, Alto Adige, Corriere delle Alpi, le Gazzette di Mantova, Modena, Reggio, il Centro, il Mattino di Padova, il Piccolo, il Tirreno, la Città di Salerno, le Nuove Ferrara, Sardegna, Venezia, la Provincia Pavese, la Sentinella del Canavese, la Tribuna di Treviso, il Messaggero Veneto, il Trentino e una miriade di altri giornali e TV locali).
E la sinistra italiana? Perché segue Repubblica?
lunedì 17 agosto 2009
Socialismo digitale
E’ da almeno un lustro che mi occupo periodicamente delle trasmissioni televisive italiane via satellite, principalmente in chiave emigrazione. In particolare, la nota dolente riguarda i criteri con cui vengono criptate talune trasmissioni piuttosto che altre, ed il criptaggio in quanto tale. Esso viene attuato sia dalle reti pubbliche (RAI) che da quelle private nazionali (Mediaset e La 7). I criteri, appunto, restano misteriosi e contraddittori, in nome di dichiarati e non meglio identificati “diritti di trasmissione all’estero”.
Da anni, la Corte Europea di Giustizia, interpellata in merito, ha precisato che non esiste in tal senso vincolo alcuno. Infatti, in Europa, sia nell’Unione Europea che fuori da essa, non esiste alcuna televisione “in chiaro” che cripti alcunché: giusto per fare degli esempi, RTR Planeta (pubblica) e ORT (privata) russe, ma anche ZDF (tedesca), TV5 (francese), ARTE (franco-tedesca), PTP (portoghese), TVE (spagnola), BBC (inglese) e molte altre che non seguo solo perché non ne comprendo la lingua.
E poi, i criteri. Vengono criptate le partite di calcio, ma non i giri ciclistici. Le competizioni sportive, ma non le trasmissioni sportive. Lo sport, ma non la pubblicità. Capita così che, in questo mondo globalizzato, la FIAT come la “Mario Rossi” SAS o SNC, la Roberts come la mozzarella campana, la Telecom come Viacal, Wind come Barilla, Rita Dalla Chiesa con i suoi divani come le centinaia di veline berlusconiane riciclate che hanno mancato il seggio parlamentare (Guzzanti padre parlò di “mignottocrazia”) con creme, pillole, lettini, lettoni, yogurt, cabale del lotto, telefoni zozzettoni, suonerie che pensi di comprarne una e ti ritrovi abbonato, insomma la vergognosa baraonda che pretende di mostrare le aspirazioni italiche, è sufficiente che paghi un passaggio pubblicitario su un canale nazionale piuttosto che sui canali locali interconnessi (tipo Odeon, per intenderci), per finire in casa di chiunque, sul pianeta Terra, abbia settato dei canali italiani per le più svariate ragioni. Ricordate le speranze degli albanesi, all’epoca di Enver Hoxha, che guardavano RAI 1 con una semplice antenna analogica?
Ma torniamo a quel che viene criptato. “L’ultima carrozzella”, con Aldo Fabrizi, ma non “Walker Texas Ranger” col santone Chuck Norris. Il “Maresciallo Rocca” con Gigi Proietti, ma non “JAG Avvocati in divisa”. La signora in giallo, ma non il tenente Colombo. E soprattutto, il primo tempo di, che so io, “La dolce vita”, ma non il secondo, oppure il secondo tempo di “C’eravamo tanto amati”, ma non il primo.
L’impressione è che sia tutto a discrezione del tecnico di turno, a seconda delle volte che va a prendersi un caffè. Per chi, come me, ha superato almeno i quarant’anni, tutto ciò ricorda l’epoca delle prime TV non RAI, tra cui quelle estere Telemontecarlo, la Svizzera Italiana, Antenne Deux e Capodistria. Solo che all’epoca criptavano esclusivamente la pubblicità. Il contrario di quanto accade oggi. E poi, all’epoca i danneggiati erano gli italiani in Patria, mentre oggi sono gli emigranti italiani nel mondo. Solo quelli iscritti all’AIRE (Albo Italiani Residenti all’Estero, presso ogni Consolato d’Italia nel mondo) sono quasi quattro milioni, per non parlare del formidabile veicolo immediato di diffusione della lingua e della cultura italiana (di cultura, invero, ce n’è sempre meno, ma non è questo il punto) che è la televisione tout court.
Su questi temi, a suo tempo lanciai una petizione in rete, replicata successivamente in Facebook. Il risultato è deprimente: rispettivamente, 169 e 329 firme, a conferma che, finché un problema non tocca in prima persona, è inutile confidare in una parvenza di solidarietà. Ne scrissi anche a tutti i deputati e senatori eletti nei collegi esteri della presente e della precedente legislatura, e agli eurodeputati italiani, sempre delle ultime due legislature. Muro di gomma: l’unica deputata ad avere aderito è durata appena due anni (2006-2008), era di Forza Italia. Nessun altro suo compagno di Partito, né di AN, Lega Nord, UDC, PD, IDV, Verdi e sinistra ora extraparlamentare ha usato la cortesia almeno di declinare l’invito, ad eccezione di un radicale, che ha, appunto, declinato.
Nel frattempo, in Europa abbiamo anche perso del tutto La 7, che, di punto in bianco, senza preavviso né spiegazione, ha deciso di criptare le trasmissioni in chiaro per l’Eurasia, trasmettendo invece gratuitamente verso gli USA. Eppure, ci sono circa 1,5 milioni di italiani nel continente americano (la stragrande maggioranza in America Latina) e più di due milioni in Europa. Serve dirlo? Ho chiesto lumi a La 7 e ovviamente la risposta è caduta nel vento.
Torno ora a parlarne perché il problema sta per coinvolgere gli italiani in Italia: hai visto mai che ora capiranno la nostra condizione all’estero?
Ricapitoliamo. Negli ultimi anni, cinque milioni di famiglie si sono fatte tentare dal pacchetto a pagamento Sky, appartenente allo “squalo australiano” Murdoch (lo chiamano così i suoi fautori, non c’è quindi alcun intento offensivo da parte mia). Giova ricordare che, tra l’altro, sua è buona parte delle testate giornalistiche estere che, a differenza di quanto accade in Italia, non hanno taciuto in merito alle orge (nel senso letterale del termine) di Palazzo, sarde e romane, pagate dai contribuenti.
Oltre l’abbonamento, è necessario acquistare un decoder. In questo modo, era finora possibile guardare gratuitamente i tre canali RAI, i tre Mediaset e La 7, fatto non trascurabile per quelle zone italiane, e non sono poche, che hanno difficoltà ataviche di ricezione analogica, dovute a territori montuosi ed impervi. E questa era la prima fase.
Seconda fase. RAI, Mediaset, La 7 e tutte le TV locali stanno gradualmente passando al cosiddetto “digitale terrestre”. Tanto per cambiare, occorre acquistare un decoder. Diverso da quello di Sky: non sono compatibili. Finora, ciò riguarda solo RAI 2 e Rete 4, e solo in alcune regioni, ma è questione di mesi, addirittura di settimane.
Terza fase. Il 30 luglio 2009 sono spariti da Sky i canali RAI Sat: Yoyo e Smash Girls (per l’infanzia), Premium (il meglio della RAI), RAI Cinema, il Gambero Rosso (cucina), RAI Extra. Il motivo? E’ scaduto il contratto RAI – Sky. Quest’ultima offriva 370 milioni di euro spalmati su sette anni, la RAI ha rifiutato. RAI 1, 2 e 3, e i tre di Mediaset, restano visibili, senza aggravi per Sky o i suoi abbonati, perché è ancora in vigore (scadrà il 31 dicembre 2009) l’accordo tra la TV pubblica e il Ministero delle Telecomunicazioni, che impegna la RAI a trasmettere su tutte le piattaforme, compresa quella satellitare.
Fase quattro. Murdoch (che personalmente e ovviamente non mi è simpatico) ha attaccato il gestore delle reti pubbliche, capo del governo, nonché proprietario delle maggiori reti private? L’onta verrà lavata, sempre a spese del cittadino. Prima con l’aumento dell’IVA al 20%, poi ci si inventa un’altra Sky. Si chiama Tivusat. Appartiene a RAI, Mediaset e Telecom (editore, tra l’altro, de La 7 e MTV). Altro decoder, ça va sans dire, incompatibile con Sky e digitale terrestre. Quando dico “incompatibile” voglio dire, tra l’altro (ma non solo), che col decoder Sky inserito non si possono attaccare al televisore i decoder Tivusat e/o digitale terrestre, per non parlare del costo di due decoder (o di un televisore di nuova generazione e di un decoder) e di due abbonamenti. Come che sia, ecco aggirato il vincolo imposto dal Ministero delle Telecomunicazioni. Contestualmente, verranno criptati tutti i film distribuiti dalla maggiore casa italiana, la Medusa. By the way, a chi appartiene? Lo sapete: al fratello del proprietario de”Il Giornale”.
Torniamo a oggi. Senza preavviso, agosto ha segnato due autogol, nel senso di due partite di calcio criptate: Italia – Svizzera under 21 e Inter – Lazio. Personalmente, sono da sempre indifferente al pallone, ritengo che il calcio sia quello delle ossa ed il tifo sia una malattia endemica. Questo però immagino che interessi poche persone. Molte di più, invece, dovrebbero porsi la domanda del chi decida. Ecco che torniamo al trattamento finora riservato agli emigranti e, a ritroso, agli anni ’70 di Telemontecarlo, Svizzera e Capodistria. Certo, le partite sono state trasmesse su Tivusat. Come detto, altro ennesimo decoder, per altro finora introvabile,alla modica cifra di euro cento. Però così RAI e Mediaset si vedranno anche dove è impotente il digitale terrestre. Ma come? Non avevano detto che il digitale terrestre era la panacea delle zone difficoltose per l’analogico?
Qui, prima o poi, scatterà la fase cinque: anche la RAI solo a pagamento, niente più servizio pubblico. Pensa che siano miei vaneggiamenti? Considerate cosa avreste detto quattro anni fa se vi avessi detto che non avreste più visto RAI 2 e Rete 4 senza un decoder, Tivusat, Sky o terrestre che fosse.
E in Europa? Per ora, vediamo in chiaro, pur con tutti i criptaggi vessatori possibili e immaginabili, RAI 1, 2, 3 e i tre di Mediaset (della politica filo USA de La 7 e perciò di Telecom Italia abbiamo già detto). Quel che accadrà di qui alla fine dell’anno è una pagina ignominiosa di storia che dovremo ancora scrivere.
Una breve nota di colore a chiosa va spesa ricordando che Putin, capo del governo russo, a differenza del suo omologo italiano, non è preoccupato da presunti lettoni che gli vengono ascritti dai pennivendoli della penisola mediterranea. Preferisce pensare alla diffusione della televisione digitale, che è già una realtà nel 10% del territorio russo (stiamo parlando di un Paese con undici fusi orari). Diffusione, attenzione… gratuita. Forse non è chiaro: gratuita, repetita juvant. Sia via satellite che via cavo (che sarebbe il “digitale terrestre”: in Italia amano sempre complicare le cose). Il processo di digitalizzazione dovrebbe concludersi entro il 2015. Un processo “graduale, naturale, impercettibile e non oneroso per il consumatore”, ha detto Putin il 30 giugno 2009. “Finché il 95% della popolazione non avrà ricevuto i decoder e non avremo assicurato loro un segnale digitale stabile, proseguiremo anche con le trasmissioni analogiche”. Forse è sfuggito il concetto: i decoder dovranno essere “ricevuti”. Gratuitamente.
Quando leggo quel che scrivono i vari Dragosei (Corriere della Sera), Coen (Repubblica), Canciani e Cassieri (RAI) della Russia, sembra di leggere di una Russia da mondo parallelo, tipo Star Gate. Ebbene, essi ritengono di trovarsi nel Paese del socialismo reale, vedendone solo gli aspetti negativi. Socialismo reale decisamente no, i Coen e i Dragosei sono arrivati con quasi vent’anni di ritardo, ma indubbiamente questi sono elementi reali di socialismo. Che, personalmente, mi sento di condividere.
domenica 4 gennaio 2009
Italiani stranieri
Stasera, in Facebook, parlavo con una mia amica, una mia compagna (nel senso più politico possibile del termine). Io mi sono iscritto alla FGCI nel '76, e segretario di Roma era Veltroni, quello che dice di non essere mai stato comunista. Lei, invece, è stata la mia prima segretaria di cellula al liceo scientifico Newton di Roma. Ma non è di questo che volevo parlare.
Di palo in frasca (non abbiamo parlato di questo), mi è venuto in mente di quante volte i miei amici italiani mi hanno imputato di non essere abilitato a parlare di cose italiche, non vivendoci. E poco conta l'averci vissuto 27 anni su 47, o essere italiano per metà. Perché sono andato via che c'era ancora la lira, roba da secolo scorso, o addirittura millennio. Più o meno quanto mi dicevano i miei amici russi quando vivevo in Italia. A nessuno viene in mente che uno possa essere davvero parte integrante di due Paesi e due popoli europei contemporaneamente, persino vivendo in Uganda, per dire.
Infatti, generalmente, per dimostrarmi il contrario, gli uni e gli altri mi chiedono: che passaporto hai? Li ho entrambi: la legge italiana non ne parla e, in uno Stato di diritto, ciò che non è espressamente proibito, è implicitamente lecito; per la legge russa, non è una legge: è la Costituzione, la legge suprema di ogni Stato. L'articolo 62 principia con queste parole: ogni cittadino della Federazione Russa ha diritto di essere cittadino di un altro Stato (doppia cittadinanza).
Allora, mi chiedono: dove sei nato? Fregati! Non sono nato in nessuno di questi Paesi, sono nato a Praga, in uno Stato che non esiste più, la Cecoslovacchia, eppure non sono né ceco, né slovacco. Se pensate che io non sia né russo, né italiano, cosa sono, apolide? La domanda è retorica, ovviamente.
Insomma, tutto questo per un ragionamento. Io ho la parabola. Vedo più canali RAI di quanti non se ne vedano in Italia via etere, nel senso che vedo anche RAI News 24, RAI Edu, RAI Med (RAI Italia), RAI Nettuno, RAI Gulp (per mia figlia, sperando che diventi bilingue madrelingua come me), e poi Mediaset (La 7 no, hanno cambiato satellite, così li vedono solo negli Stati Uniti, non in Europa), e poi Camera e Senato, e tutte le TV locali dal Trentino alla Sicilia, che però ho cancellato perché trasmettono solo televendite.
Quando, scemo, accetto qualche traduzione scritta anziché limitarmi a quelle orali simultanee, mentre scrivo, ascolto la radio. Italiana. Mi tiene compagnia. Certo, anche qui, a parte RAI, Radio Popolare e il quinto canale della filodiffusione, il panorama è deprimente.
Io leggo via RSS cinque giornali italiani al giorno: Corriere, Repubblica, Sole 24 Ore, Stampa, Unità. Non leggo gli altri perché mi rompono le scatole. E persino i cinque giornali citati li trovo barbosi, ma devo, anche per professione, tenermi aggiornato. Concorderete che il processo di Cogne non è esattamente quanto si vorrebbe sapere.
Pian piano, a forza di stare "all'estero" (rispetto all'Italia), svariate volte, ma per la prima volta da sette anni nella mia vita adulta, mi sono reso conto che quanto uno può capire dell'Italia contemporanea basandosi su amici, compagni, blog, gruppi, giornali, televisione, radio, altri italiani emigrati, è decisamente diverso da quel che appena sette anni fa percepivo vivendo nello Stivale.
Sicuri che ciò dipenda dalla lontananza chilometrica? Voglio dire: non sembra anche a voi di vivere in un incubo, in Italia o all'estero, guardando canali italiani, che sia? Siete proprio certi che la percezione all'estero sia falsata rispetto a quella in Italia? Viviamo in un mondo globalizzato, nostro malgrado, se stasera Berlusconi gli spunta un foruncolo, domattina lo scrive sia il Giornale del fratello di Berlusconi, sia l'Economist di Londra, sia il New York Times, sia il Bukedde di Luganda. E anche se un terzo delle famiglie italiane non arriva alla terza settimana del mese senza aver esaurito i soldi. Anzi: il Giornale di Paolo Berlusconi non lo scrive, sono invenzioni dei comunisti.
Paradossalmente, gli italiani all'estero hanno una visione più completa dell'Italia: infatti, non si sognano nemmeno di tornare. Eppure, sono altrettanti di quanti sono in Italia: 60 milioni circa. In Argentina, ci sono più calabresi che in Calabria, giusto per fare un esempio.
domenica 28 dicembre 2008
Il testimone
Avevo voglia di scrivere queste scarne righe un'ora fa. Poi ho pensato che sicuramente mia moglie, la mia amatissima compagna, riuscirà a fare addormentare quella via di mezzo tra Highlander e Terminator che è nostra figlia a breve, e finalmente andremo a dormire, visto che è da circa tre ore che il tentativo va avanti e nel frattempo è l'una di notte, e gli israeliani continuano a bombardare, tanto per cambiare, i bambini palestinesi.
Allora sono uscito sul balcone coperto, che peraltro io scopro per poter fumare una sigaretta in santa pace, che poi diventano due, e poi tre.
Ecco perché le scorte di acqua minerale gelano: in casa, un caldo maiale, sui venticinque gradi. Sopra lo zero, ovviamente. Fuori, una decina. Sotto lo zero, anche questo è piuttosto ovvio, viste le latitudini. E così, sul balcone si balla intorno allo zero, e l'acqua non è contenta.
Ha nevicato, e manco me ne sono accorto. Qui Natale e Santo Stefano non era festa, in compenso oggi, 27 dicembre, è sabato, e fuori non c'è un'anima. E nemmeno un'anima in automobile. Ecco perché la neve fa effetto ovattato. Noi però faremo festa fino a lunedì 19 gennaio, di riffe o di raffe, tra Capodanno, Natale ortodosso (che per puro caso coincide con la Befana) e Vecchio Anno Nuovo. Tiè.
I ragazzi tadžiki ancora dormono, cominceranno a spalare verso le cinque del mattino, perché sennò non li pagano. Peccato, io lascerei tutto così com'è, ma non è colpa loro. E' di una bellezza lacrimevole, sconvolgente, a quest'ora. Mi ricorda l'infanzia, quando ancora potevo sentire la neve scricchiolare sotto i piedi avvolti nei valenki di feltro.
Quando nostra figlia crescerà, avrà dei figli, e magari vorrà che assomiglino a sua madre, o a me, suo padre. La madre è bellissima, per me, personalmente non mi ritengo un adone, e spero che, se avrà una figlia, non le cresca la barba a quindici anni come a me.
Sto cincischiando. Non è di tutto questo che volevo parlare, questa sera, questa notte.
Noi, italiani all'estero (che poi, già io, un quarto russo, un quarto ebreo, nato a Praga quando ancora era Cecoslovacchia, come italiano sono piuttosto spurio), dobbiamo per forza organizzarci con la parabola, sennò i figli col cavolo che parleranno italiano madrelingua. Al massimo, lo parleranno come nel doppiaggio di Rocky, "io ti spiezo in due".
Oddio, direte voi, non è che si perdano un granché: tra RAI e Mediaset, sembra di essere davvero su un altro pianeta, altro che all'estero. Le uniche volte che fanno qualcosa di decente, le criptano, per non meglio identificati "diritti di ritrasmissione all'estero". Peccato che non lo facciano né i russi, né quelli dell'Europa Occidentale, dai francesi agli inglesi, passando per i portoghesi, gli spagnoli, i tedeschi. La 7, poi, ha avuto la geniale pensata di cambiare satellite, che in Europa Orientale non si vede proprio, e così ci perdiamo anche quel poco che c'è di buono.
Sto nuovamente divagando. Insomma, ci resta RAI Edu 2, che poi sarebbe Rewind. Ultimamente, spesso ripropongono Paolo Rossi e Cochi Ponzoni in "Su la testa". Ricordate? Occhetto aveva già sciolto il PCI, e i giudici di Milano avevano appena iniziato a smascherare i ladri della Democrazia Cristiana e del PSI Craxiano. Sembrava, da una parte, di essere lì lì da cambiamenti improbabilissimi, e dall'altra al crepuscolo di un minimo di decenza e di intelligenza.
La realtà, come sempre, è stata peggiore dei nostri peggiori incubi. C'erano, ancora non del tutto incanutiti, Jannacci, Capossela ragazzino, Gino e Michele, Antonio Albanese, Aldo Giovanni e Giacomo non ancora svenduti al legittimo erede craxiano Berlusconi, Bisio con i capelli (pochi già allora), Vergassola, persino Salvatores.
Era l'ultima puntata, i saluti promettevano un "a rivederci presto". No. Perché l'epitaffio, a conclusione, l'ha coniato Paolo Rossi stesso. Per i sogni che avete rubato ai nostri padri, e ai padri dei nostri padri, adesso basta. Ce li riprenderemo. Ora. Qui. Subito.
Davvero? In famiglia, ci bastonano da almeno tre generazioni. Chissà, la quarta. Per ora, sempre peggio.
domenica 19 ottobre 2008
Ribellione vo cercando
Alle 17:41 italiane di ieri, sabato 18 ottobre, RAI News 24 lancia sul web una notiziona:
Una cinquantina di soldati russi morti in due imboscate in Inguscezia, il Kremlino che in primo momento parlave di due morti ha confermato la strage e annunciato il lancio di una operazione antiterrorismo nella repubblica caucasica.
La notizia è di quelle da sobbalzare: cinquanta morti?! Naturalmente, comincio a girare tutti i canali televisivi russi satellitari e normali. Niente, non ce n'è traccia. Eh certo, direte voi: Putin e il KGB ha blindato tutta l'informazione... Io vi dico che non è così e non è mai stato così, ma non importa, tanto non vi convinco. Allora però comincio a guardare RAI, Mediaset, e poi, via web, Corsera, Repubblica, Sole 24 Ore, Stampa, Unità... Niente. Blindati anche loro da Putin e dal KGB? Un favore di Berlusconi? Persino l'Unità? Beh, complimenti: se il KGB fosse stato così potente ed efficiente, forse adesso vivremmo meglio. Ma andiamo a vedere i dettagli della velina di RAI News 24:
Gli agguati sono stati riportati dal sito web di opposizione "Ingushetia.org".
Ah, ecco. E' sufficiente mettere su un sito, allocarlo su un qualche registar del New Jersey o di Hudson, nel Wisconsin, oppure di Henderson, nel Nevada (perché così è: Datarealm Internet Services), per guadagnarsi l'onorifico status di "oppositore". Così va il mondo. E, naturalmente, è tutto a stelle e strisce.
giovedì 23 agosto 2007
L’orso volante
di Mark Bernardini
Ci risiamo. Secondo il Corsera, "due Typhoon 2 hanno bloccato un Tu-95 russo il 17 agosto, giorno in cui Putin aveva annunciato la ripresa dei voli dei bombardieri". Sull'Unità, invece, dovendo essa distinguersi come sempre per russofobia, per un maleinterpretato complesso di colpa, si legge che "il governo britannico ha reso noto che venerdì scorso un caccia russo è stato intercettato nello spazio aereo inglese. E Mosca minaccia Praga: non fate costruire lo scudo spaziale americano nel vostro paese". Dai telegiornali di RAI e Mediaset, poi, si apprende che l'aereo in questione si chiama Bear-H, non TU-95 (Tupolev), questo sempre perché, come sanno anche i bambini, per le strade sterrate di Mosca, innevate anche a Ferragosto, gli orsi girano liberi e la fanno da padroni. Lo garantisce la NATO, nota ONG ONLUS, associazione umanitaria senza fini di lucro. Nessuno si è degnato di verificare la versione dell'altra campana, ossia sembrerebbe che i russi tacciano.
Naturalmente, non è vero. Il rappresentante delle forze aeree russe smentisce che sia stato violato lo spazio aereo britannico, il TU-95 era in volo per un'esercitazione militare già programmata. E quando si tratta di esercitazioni del genere, è prassi comune che ci si scambino tutte le informazioni del caso in maniera preventiva tra i vari Stati. Così è stato anche stavolta, ovviamente.
Göbbels diceva che non importa che una cosa sia vera, basta ripeterla a dismisura affinché lo diventi. Ma Göbbels non poteva certo immaginare che avrà dei prosecutori a distanza di settant'anni, nonostante la sconfitta.
A chi fa comodo che si mantenga e si perfezioni quest'immagine grottesca, questa macchietta dell'orso russo prevaricatore? All'Italia? No di certo. Lo sanno bene gli imprenditori italiani, grazie ai quali da decenni l'Italia si colloca stabilmente quale secondo partner commerciale dell'URSS prima e della Federazione Russa poi nell'ambito dell'Unione Europea, dopo la Repubblica Federale Tedesca. Alla sinistra italiana, forse? E' un mondo rovesciato, questo che abbiamo costruito e che stiamo vivendo (subendo?), dove la destra plaude alla Russia e la sinistra all'America reazionaria di Bush.
In mare come in cielo, esiste il concetto di "acque territoriali neutrali". In esse, appunto, tutti navigano e volano, previa notifica. L'aereo russo o ha invaso lo spazio britannico, o non lo ha invaso, tertium non datur. Gli inglesi dicono di sì, i russi dicono di no. Non penso che sia così difficile verificare, con la costosissima strumentazione moderna pagata con le tasse dei cittadini, chi abbia ragione e a chi invece stia crescendo un naso da Pinocchio. Sarebbe poi salutare che i risultati fossero resi noti con un rilievo almeno pari alla gazzarra di questi giorni. A giudicare dalle dichiarazioni unilaterali pubblicate in Occidente, mi permetto di dubitarne.
Da ultimo, la faccenda (o meglio: il grosso affare lucroso, per taluni) dei missili terra-aria statunitensi da dislocare nella Repubblica Ceca, in Polonia, in Estonia, in Lituania, e, perché no, in Ucraina, in Georgia e chi più ne ha più ne metta. Immaginiamo un mondo rovesciato, dove non fossero gli Stati Uniti, ma la Russia ad espandere la propria sfera d'influenza a dismisura. Immaginiamo missili russi dislocati nella Corsica, sulla Costa Azzurra, nei pressi di Basilea, in Tirolo, a Lubiana, Zara, Sibenicco, Spalato, Tirana, sull'isola di Malta, a Tunisi ed Algeri. Voi che dite, sarebbe giustificato qualche missile italiano di difesa a Genova, Torino, nella Val d'Aosta, a Como, Bolzano, Pordenone, Ravenna, Ancona, Pescara, Bari, Reggio Calabria, Palermo, Napoli?
venerdì 9 marzo 2007
Il calcio è quello delle ossa
di Mark Bernardini
A me del calcio me n’è sempre fregato sideralmente meno di nulla. Ovviamente, avendo vissuto in Italia per svariati decenni, ho dovuto averci a che fare. Ed ho anche giocato a pallone, a Roma, ai giardinetti di via Sannio, coi ragazzini vicini di casa, quando ogni isolato era come un villaggio a sé, come allo stadio della Romulea, quando ancora esisteva la serie “D”. Pochi anni prima, quando in Italia venivo solo d’estate, dall’Unione Sovietica, un quarto d’ora dopo l’inizio del secondo tempo, agli inizi di giugno ed a fine agosto, ci facevano entrare gratis, a me, mio padre ed un’altra dozzina di sfaccendati, verso le dieci e mezzo del mattino.
A metà degli anni Settanta quando ero alle medie, mio padre aveva riallacciato i rapporti con i suoi compagni delle medie. Fu così che un giorno andammo allo stadio assieme a loro ed i loro figli miei coetanei. Ricordo ancora: Lazio–Cagliari. Nel Cagliari c’era il leggendario Gigi Riva, il portiere era Albertosi, secondo della Nazionale, svariati lustri prima dello scandalo del calcio scommesse. Quello della Lazio era Pulici, terzo della Nazionale, e c’era Giorgione Chinaglia, Wilson, Oddi, Garlaschelli, Nanni, Frustalupi, e la buonanima di Re Lecconi, che pochi anni dopo entrò da un amico gioielliere ed esclamò per scherzo “fermi tutti questa è una rapina”, beccandosi una pallottola in fronte, poiché lo sventurato amico gioielliere subiva la terza rapina in un mese. Quell’anno, invece, la Lazio vinse lo scudetto.
Io e gli altri ragazzini riempimmo le nostre lattine vuote con i sassolini dei viali di accesso allo stadio, e le sbattevamo tra loro, incuranti degli sguardi scandalizzati degli altri spettatori adulti e del fatto che il massimo del casino, nel raggio di una dozzina di metri, era quello procurato da questi quattro–cinque ragazzini ritmanti e vocianti.
Fu l’ultima volta, almeno così credevo. Vent’anni dopo, ho avuto la ventura di accompagnare allo stadio due delegazioni di sindaci russi, a distanza di due settimane una dall’altra. Prima il Milan a San Siro, poi la Roma all’Olimpico. Eravamo nelle tribune “privilegiate”, quelle che costano un sacco di soldi, più o meno al centro campo. Era d’inverno, perciò i sindaci mi hanno amato, quando gli ho proposto di assaggiare una bevanda tipicamente italiana, molto in voga agli stadi, il caffè “Borghetti”. Non ho contato le bottigliette, ma credo che il totale ammontasse a svariati litri. Nel frattempo, lo spettacolo era più che altro l’odore acre dei lacrimogeni che invadeva il campo ed anche le nostre tribune, le botte nelle rispettive curve, i seggiolini di plastica che andavano a fuoco a frotte. Per i sindaci era “esotico”, io invece provavo vergogna per un Paese che comunque rappresenta metà della mia essenza. Un branco di selvaggi.
Racconto tutto questo per ragioni inimmaginabili. Il Presidente russo, Putin, ha fatto una ramanzina pubblica contro la Lega Calcio russa ed il circuito satellitare a pagamento NTV Pljus, che appartiene alla TV “in chiaro” NTV, privata, un tempo di proprietà dell’oligarca Gusinskij, riparato a fine anni ’90 in Israele ufficialmente perché il Cremlino era in mano ai comunisti (El’cin?! Oh, Gesù…). La ragione dell’arringa putiniana? Incredibile: la Lega e la TV hanno concluso, pensate un po’ un contratto, per cui le partite del campionato (che qui, per ragioni climatiche, inizia di marzo) in televisione per la prima volta si potranno vedere solo sul satellitare. Per intenderci, è come il digitale terrestre in Italia, solo che la parabola è molto più diffusa ed a buon mercato, in Russia.
Ricorda niente? Che so io, le partite criptate non solo su Mediaset, ma persino sulla RAI, pubblica, quando si tratta delle trasmissioni per gli emigranti sparsi in tutto il mondo e che guardano la RAI come unico contatto con il proprio Paese d’origine giusto via satellite. Incredibile, dicevo. No: incredibile è quel che è accaduto nel giro di meno di ventiquattr’ore dal rimbrotto di Putin. Sì, molto diretto, nient’affatto diplomatico, quello che in Occidente viene definito il “pugno forte” dovuto ai suoi trascorsi nei servizi di sicurezza (pochi ricordano o vogliono ricordare, invece, che per anni è stato vicesindaco di San Pietroburgo, quando il sindaco era Sobčak, tanto adorato dagli occidentali…). Personalmente prediligo le repubbliche parlamentari, ma questa però – la Russia – è una repubblica presidenziale, come la Francia, per intenderci. Dunque, Putin conta un filo più di Ciampi o Napolitano.
Ebbene, il governo ha annullato d’autorità il contratto menzionato, almeno per un anno. Me lo immagino, in Italia: comunisti! Questi però vanno in chiesa e si fanno il segno della croce. Tutti, dal primo all’ultimo, fa parte del bon ton. Le televisioni private (chiamiamole finalmente col loro nome: “commerciali”, altro che “libere”) hanno gridato allo scandalo: che succederà, hanno detto, se anche i genitori pretenderanno di far vedere gratis i cartoni animati "d'autore" ai loro pargoli? Giuro, non è una mia congettura. Che succederà? Mah. Forse che vivremo in un mondo migliore, dove ci sono alcuni valori (i cartoni, mica il pallone) che non sono commercializzabili?
mercoledì 27 aprile 2005
La parabola
Lungi dal parlarvi delle innumerevoli parabole cristiane, a cui sono sinceramente, fieramente indifferente. E non mi riferisco nemmeno a y=ax²+bx+c. Dopo tanti anni, oggi mi sono finalmente deciso a mettere la parabola televisiva qui a Mosca. Sarà utile per praticare il verbo italico a mia moglie, ma soprattutto sarà essenziale affinché mia figlia, nata all'estero e destinata a crescervi grazie all'accanimento berlusconiano, nonché alla pusillanimeria della sinistra, personalmente nei miei confronti, nel 2001, quattro anni fa, non perda il suo 25% italiano.
Francamente, ne avrei fatto volentieri a meno. Non ho bisogno di vedere nuovamente Mediaset e la sua brutta copia RAI, con i soliti spot più meno subliminali di pannolini, assorbenti, detersivi, gazzose yankee, merendine, yogurt dimagranti, acque diuretiche, creme e cremine, supermercati onnifamiliari, polizze, i commenti d'ogni ragazzotto investito di televisionite che ritiene d'essere il miglior commissario tecnico come peraltro ogni avvinazzato del bar sport, le risate costruite di sottofondo ad ogni trasmissione in cui se non si sorride si è dei tristi comunisti, e poi i preti e i baciapile, naturalmente pagati con i soldi dei contribuenti, quanto tornate a casa tate ceffone a fostri pampini, e poi ancora schiume da barba, emollienti da barba, dopobarba, gel per barba, lamette da barba, lozioni da barba (cristo, ma la barba cresce così tanto a tutti, non solo a me?!), dentifrici, dentifroci, gomme americane che sono meglio dei dentifrici, spazzolini che sono meglio delle gomme americane, automobili, automoto, motorola, motoauto, motorette, mototutto, caffè, caffè deccafeinato, sciampo, balsamo, emolliente, e le ficzion, e le previsioni del tempo, ché quando ci sono un paio di gradi soprazero siamo al gelo siberiano e se si superano i trenta è il Sahara che avanza, la mamma che è sempre la mamma e che uccide il bambino, il bambino che uccide la mamma, il padre che va a puttane e la puttana ammazzata dal padre...
Che noia. Tant'è, questa è la lingua, questo è il Paese, questo è il popolino. Però mi sto guardando in diretta le dichiarazioni di voto e le votazioni del Berlusconi ter sul canale della Camera dei Deputati. Direte voi che forse son meglio le merendine. Mica tanto: la Camera, per ora, non trasmette ancora la pubblicità. Va beh, mia figlia non guarderà Follini, Casini, La Russa, Bondi e Mastella. Chissà quali altri fenomenali farabutti ci saranno quando crescerà.
Usando una paragone derivantemi dai miei studi matematici di vent'anni fa, speriamo che la parabola non si trasformi in iperbole.