venerdì 1 febbraio 1980

Le componenti del progresso tecnico-scientifico

A distanza di quasi trent'anni, è interessante rileggere quanto si andava elaborando scientificamente e tecnologicamente in Unione Sovietica all'epoca. Del perché poi ciò non abbia funzionato, parleremo un'altra volta. [NdT]

G.Marčuk (Vice presidente dell’Accademia delle Scienze dell’URSS, presidente della Sezione siberiana dell’Accademia delle Scienze dell’URSS)

La crescita dell’importanza della scienza e l’acceleramento del progresso tecnico-scientifico sono una tendenza obiettiva del presente stadio della costruzione del comunismo. Nella sfera della produzione sociale sono oggi coinvolte praticamente tutte le risorse lavorative del Paese. Al metodo estensivo di sviluppo dell’economia subentra il metodo intensivo. Esso può essere effettivamente realizzato soltanto con un largo impiego delle conquiste della scienza, grazie alla azione rivoluzionaria che la scienza esercita sui tempi del progresso tecnico-scientifico. L’economia nazionale ha bisogno di idee e di piani elaborati che contribuiscano al successo in tutti i campi, anche nella sfera dell’istruzione e della cultura. Non è quindi un caso se è stato posto il problema di una trasformazione della scienza in forza lavoro immediata. Per spiegare questa tesi, è necessario seguire tutta la catena del progresso tecnico-scientifico: dalla nascita dell’idea fondamentale alla sua realizzazione nella sfera della produzione materiale.

Le ricerche fondamentali hanno come scopo la conoscenza delle leggi generali della natura e della società, lo sviluppo della scienza stessa, la giustificazione delle sue strutture logiche e delle sue ipotesi. Nel processo continuo della conoscenza, taluni indirizzi delle ricerche si approfondiscono e si allargano, altri spariscono, lasciandosi dietro granelli di esperienza, importanti per la formazione dei nuovi indirizzi della scienza. Scoprendo fatti nuovi, generalizzando le informazioni sul mondo circostante, utilizzando idee e metodi di settori scientifici attigui, a volte molto diversi l’uno dall’altro, gli scienziati fissano in costruzioni astratte, in nuove concezioni i dati obiettivi, i collegamenti obbligati tra gli oggetti ed i fenomeni, ed anche tra i loro vari aspetti.

Il significato delle ricerche fondamentali non si può sopravvalutare, poiché proprio esse influiscono sempre più attivamente sui cambiamenti radicali dell’economia, della tecnica e della tecnologia. Così, nel punto d’incontro dell’algebra e della logica, da una parte, e dell’elettronica, dall’altra, è sorto un importantissimo indirizzo del moderno progresso tecnico-scientifico: la tecnica del calcolo elettronico, che svolge oggi un ruolo enorme nella vita della gente. La fisica moderna ha portato alla scoperta della struttura del nucleo atomico e, alla fine dei conti, alla creazione di un intero settore industriale, legato alla costruzione di potenti centrali atomiche, il ruolo delle quali nel bilancio energetico generale è in continua crescita. Lo studio dell’ereditarietà ha costituito la spinta verso lo sviluppo della genetica. Sulla base delle sue conquiste, oggi già si stanno creando nuove qualità di colture cereali mediante modificazioni finalizzate alle proprietà genetiche dei vegetali. Per esempio, con l’ausilio dell’agente mutageno radioattivo è stata creata una nuova qualità di frumento ad alto rendimento, il “Novosibirskaja-67”, di cui viene fatto largo uso nei campi della Siberia occidentale e del Kazachstan settentrionale. E’ solo l’inizio. Si deve ancora trovare la soluzione di un problema più importante: la selezione delle piante con i caratteri desiderati sulla base di una mutagenesi guidata.

Una garanzia della crescita continua del potenziale della scienza e del suo uso effettivo negli interessi della società, è la costante attenzione prestata alla progettazione delle ricerche teoriche e sperimentali, alla creazione di una base tecnico-materiale adeguata ai problemi della scienza moderna, alla elaborazione di programmi complessi nel campo delle ricerche fondamentali.

I risultati concreti delle ricerche fondamentali stimolano di regola l’elaborazione ai programmi complessi a carattere applicato, indirizzati direttamente verso la realizzazione di grandi progetti dell’economia nazionale, nonché la creazione di nuovi modelli della tecnica e della tecnologia, che trasformano il carattere della produzione in questi o quei campi dell’economia.

Già nel periodo del dopoguerra i nostri scienziati, costruttori e operai elaborarono alcuni grandi progetti tra cui la cosmonautica Per risolvere i problemi legati ad essa, furono necessarie complicate ricerche nel campo dell’aerodinamica, della teoria della direzione ottimale della radioelettronica, della chimica, della fisica, dello spazio terrestre, della biofisica e della medicina. In poche parole, in questo programma risultano focalizzate le idee praticamente di tutti gli indirizzi scientifici naturali A capo del programma fu posto il grande scienziato ed ingegnere sovietico S.P.Korolëv. Nell’ambito di questo programma si ebbe uno sviluppo di molti indirizzi nuovi delle ricerche fondamentali, dai problemi della dinamica del volo alla teoria della collisione delle meteoriti con gli ostacoli. Nel raggiungimento di questo obiettivo emersero con evidenza i tratti caratteristici del sistema socialista, che è in grado – per risolvere i grandi problemi tecnici e scientifici – di mobilitare in poco tempo grandi collettivi di persone e di garantirne la felice realizzazione.

Lo stesso si può dire della creazione dell’energia atomica, dello sviluppo della tecnica del calcolo e di molte altre cose. Qui è opportuno sottolineare che i grandi progetti dell’economia nazionale pongono problemi non solo agli scienziati, ma anche ai lavoratori di una serie di settori dell’economia, che nel corso della realizzazione di tali progetti sono costretti a potenziare la loro base materiale, ad innalzare il livello del lavoro e della produzione, a cercare intensamente nuove possibilità tecnico-scientifiche, ad assimilare le tecniche moderne.

Un importante significato per l’ulteriore progresso della conoscenza e della pratica hanno anche determinati risultati delle ricerche fondamentali, che influiscono sostanzialmente sullo sviluppo di questi o quei settori dell’economia nazionale. Si tratta delle grandi idee o innovazioni tecnico-scientifiche. Per esempio, nell’industria elettronica, al posto degli strumenti elettronici funzionanti nel vuoto, è giunta la tecnica dei transistor, sorta sulla base dei progressi della fisica dei solidi. Oggi, essa comincia ad essere sostituita dalla microelettronica, dalla fono-ottica e dalla ottica-elettronica. Sulla loro base vengono fatte le elaborazioni fondamentali e tecniche, che cambiano il volto dell’elettronica, dell’elettrotecnica, delle comunicazioni.

Ecco un altro esempio caratteristico. Negli anni ‘40 il geofisico sovietico G.A.Gamburcev propose un nuovo metodo per l’esame della struttura della crosta terrestre, sulla base dello studio del riflesso delle onde longitudinali sismiche, provocate artificialmente con l’ausilio di un’esplosione. Questa idea aveva un’importanza di principio per lo studio della parte interna della Terra. Essa fu approvata dal Ministero per la geologia dell’URSS e immessa nella pratica dei lavori di ricerca. I metodi del sondaggio sismico in profondità con l’ausilio di un’esplosione hanno permesso di individuare le regioni dell’Unione Sovietica che hanno più prospettive per quanto riguarda l’estrazione del petrolio, del gas e di altri minerali utili. Tuttavia il pensiero creativo non si ferma su quanto è stato raggiunto: adesso è stato proposto di utilizzare le onde longitudinali sismiche nell’esplorazione geofisica, di trasformarne otticamente i riflessi e di rispecchiarle in un quadro olografico visibile.

Gli esempi riportati sono sufficienti per rappresentare un quadro tipico dell’idea scientifica, dallo stadio della sua messa a punto in laboratorio fino all’utilizzazione su grande scala nei vari settori dell’economia nazionale. L’impiego in un intero settore economico è una condizione importantissima per l’accelerazione del progresso tecnico-scientifico. Se invece si realizza solo in uno stabilimento ed è sconosciuta in altre aziende analoghe, essa non solo non darà vantaggi economici, ma non avrà neppure un ulteriore sviluppo. Perciò il principio dell’utilizzazione in tutto un settore è basilare per il progresso, sia della scienza che della tecnica. E’ esso che porta alla società un effetto economico incalcolabile.

Le forme di collegamento tra la scienza e l’economia nazionale sono varie: innanzi tutto, ci sono gli accordi tra gli istituti dall’Accademia e gli istituti di ricerca settoriali, i contatti diretti con le aziende pilota dei vari settori sulla base degli accordi stipulati.

Un grande ruolo nell’interazione tra scienza e produzione svolgono gli accordi a lungo termine che gli enti accademici scientifici stipulano con i ministeri ed i dicasteri: grazie ad essi ti collegamento tra la scienza e i vari settori dell’economia nazionale viene costrutto su solide basi. Per esempio il dipartimento siberiano dell’Accademia delle Scienze dell’URSS ha stipulato accordi quinquennali con sette ministeri Il programma a lungo termine di cooperazione tra gli scienziati della Siberia e il Ministero della metallurgia non ferrosa ha portato all’introduzione nell’economia nazionale di una serie di grandi progetti, come l’estrazione di sostanze ultrapure, la raffinazione dello stagno, la creazione di una tecnologia perfetta per la separazione dei polimetalli dai minerali.

La cooperazione del dipartimento siberiano con il Ministero dell’industria medica tende ad ottenere nuovi medicinali e strumenti più perfetti per la diagnosi e la cura dei malati. I chimici ed i biologi della Siberia hanno già messo a punto una serie di preziosissimi preparati per a loro utilizzazione nella pratica medicinale. L’elenco di simili esempi si potrebbe prolungare.

Una delle componenti del progresso tecnico-scientifico è l’accentramento della produzione. E’ noto che le grandi idee scientifiche vengono realizzate con maggiore effetto nei grandi stabilimenti industriali. E si capisce: stabilimenti del genere dispongono di specialisti altamente qualificati, che conoscono bene la tecnica e la tecnologia del proprio settore e sono in grado di assimilare rapidamente e creativamente il nuovo L’alto grado di accentramento della produzione presuppone una sua razionale specializzazione, il che rende necessario, nella gestione, analizzare a fondo le diverse parti del processo produttivo pianificare concretamente e fondatamente il progresso tecnico-scientifico in ogni elemento. Oltre a ciò, si scoprono riserve complementari, che possono essere utilizzate per l’introduzione di idee scientifiche nuove, con maggiori prospettive.

Questa tendenza si rivela con particolare evidenza oggi quando vengono progettate e costruite grandissime fabbriche e complessi industriali, si creano unioni di autofinanziamento si ristrutturano gli stabilimenti già esistenti. Per esempio, è stato da poco costruito ed è già entrato in funzione il gigante automobilistico VAZ di Città Togliatti, si sta costruendo un altro gigante – il Kamaz – a Naberežnye Čelny, è entrata in funzione una delle più grandi fabbriche del Paese, il complesso metallurgico Zapadno-Sibirskij di Novokuzneck, e tanti altri. Il concentramento della produzione è una caratteristica di tutte le sfere dell’economia nazionale Si possono elencare le potenti centrali idriche e termiche, gli altiforni e i forni Martin, le fabbriche chimiche per la lavorazione del petrolio e del gas, per la produzione di acido solforico e di alluminio, i complessi industriali per la cellulosa. Per quanto riguarda le piccole e medie imprese, come è noto esse sono sempre più perdenti nel campo della redditività rispetto alle grandi. Tuttavia non si può non tener conto del fatto che la loro nascita ed il loro sviluppo hanno una lunga storia e che per esse è stata creata un’infrastruttura ad hoc, il ché le rende ancora del tutto vitali. Il progresso tecnico-scientifico si svilupperà qui attraverso una specializzazione maggiore, unita ad una larga cooperazione produttiva.

La specializzazione, tra l’altro, crea possibilità favorevoli per un inserimento più attivo nella produzione delle grandi idee scientifiche, di tecnologie perfezionate. A questo deve contribuire un organico sistema di preparazione degli specialisti, che debbono possedere conoscenze e un’esperienza tecnica d’avanguardia. E qui le differenze – per quanto riguarda l’efficienza della produzione – tra le grandi imprese con alto concentramento di produzione e quelle piccole, ma strettamente specializzate, gradualmente si cancelleranno, e una diffusa cooperazione produttiva sulla base dell’aggregazione e della multisettorialità legherà tutte le imprese dell’economia nazionale in un unico meccanismo equilibrato di produzione sociale, facente attivamente leva sulle conquiste del progresso tecnico-scientifico.

Come vediamo, è evidente un legame dialettico tra le forme di organizzazione dell’industria e della scienza: il concentramento e la specializzazione della produzione favoriscono lo sviluppo del progresso tecnico-scientifico, mentre questo, a sua volta, contribuisce ad aumentare il concentramento delle forze industriali, ad approfondire la specializzazione della produzione. Il passaggio dell’economia ad un nuovo sistema di organizzazione e di direzione, la tendenza alla specializzazione, sottintendono la formazione di una vasta rete di gruppi industriali, fondati sulla cooperazione interministeriale. Questo processo si svilupperà oltre. La complessità della produzione stilla base di una profonda specializzazione è una delle tendenze caratteristiche del progresso tecnico-scientifico. Non per niente lo sfruttamento nella produzione delle conquiste tecnico-scientifiche costituisce, in sostanza, un’economia reale nelle spese per l’elaborazione delle soluzioni tecniche o della tecnologia specifica per ciascuna singola impresa.

Un’importante componente del progresso tecnico-scientifico è l’automazione della produzione. Proprio nella sua utilizzazione è celata la massima riserva di sviluppo ulteriore della produzione sociale. E qui intendiamo i sistemi automatici di direzione, l’automazione dei processi tecnologici e dei lavori di progettazione.

Sebbene il problema dell’automazione della produzione sia sorto da molto tempo, la sua produzione pratica è stata possibile solamente nelle condizioni di uno sviluppo intensivo dei mezzi di calcolo elettronico.

Il problema al quale si è più lavorato è quello della creazione di sistemi automatizzati di direzione (ASU) con l’utilizzazione dei computer. Con ciò si intendono i sistemi di elaborazione automatica dell’informazione e della gestione a qualsiasi livello: aziendale, settoriale, intersettoriale, nazionale. Essi sono diretti al perfezionamento dell’organizzazione di tutte le componenti della produzione sociale, a un maggior rendimento delle forze produttive e al miglioramento della pianificazione.

Il compito dell’ASU è quello di contribuire alla realizzazione delle possibilità eccezionali della nostra economia, allo sviluppo intensivo dell’economia nazionale sulla base della pianificazione globale. Una contabilità ben organizzata, l’analisi particolareggiata e la pianificazione ottimale a tutti i livelli del sistema di direzione, sono un compito importantissimo del perfezionamento del meccanismo economico del socialismo maturo. Risolverlo si può soltanto sulla base di concezioni metodologiche approfondite insieme con un’utilizzazione efficace dei calcolatori.

Oggi i sistemi automatici di direzione sono largamente diffusi nelle imprese e nei vari settori dell’economia nazionale del Paese. Indirizzati in un primo momento verso il computo e l’elaborazione di qualche informazione sulla produzione, essi ora irrompono sempre più profondamente nella direzione operativa. Così, nel reparto siberiano dell’Accademia delle Scienze dell’URSS, con la partecipazione di molti istituti di ricerca scientifica settoriali e di imprese è stato creato il sistema automatico di direzione “Sigma” sulla base di computer della terza generazione. La sua caratteristica è la capacità di adattarsi alle particolarità dell’impresa e alla sua struttura direzionale. Esso è destinato alla esecuzione di tutte le funzioni di contabilità e pianificazione operativa, alla soluzione dei problemi connessi con la preparazione alla produzione di nuovi articoli ed alla stesura di piani ottimali di impresa. Nei prossimi anni indubbiamente verranno realizzati vari progetti di ASU orientati verso una direzione ottimale a tutti i livelli di produzione.

Una tappa importante sarà qui l’organizzazione di servizi centralizzati per le imprese dell’economia nazionale con i mezzi del calcolo elettronico sulla base di centri calcolatori di uso collettivo (VCKP).Ciò accrescerà sostanzialmente l’efficienza nell’uso dei calcolatori dei sistemi ASU e libererà grossi contingenti di lavoratori che attualmente prestano servizio presso i computer delle imprese. Per quanto riguarda i mezzi di questa tecnica nelle imprese, si creerà una rete di sicuri e poco costosi minicomputer, collegati attraverso canali informativi con potenti VCKP. Tale tendenza alla differenziazione dei computer per una loro più razionale utilizzazione già si osserva nella pratica dell’economia nazionale.

Il perfezionamento dell’organizzazione di tutti gli elementi costitutivi del sistema di direzione è un fattore attivo della accelerazione dei ritmi del progresso tecnico-scientifico. Nuove possibilità si aprono con l’utilizzazione, sulla base dell’ASU, di modelli di simulazione delle imprese. Oggi essi vengono già creati e in un futuro prossimo diverranno un importante strumento per accrescere l’efficienza della produzione.

Gli ASU settoriali adempiono a diverse funzioni di controllo della realizzazione del piano da parte dell’impresa, delle risorse materiali assicuranti il funzionamento della produzione, della progettazione di piani annuali e quinquennali, ecc. Oggi la gestione dei ministeri e degli enti si fonda in larga misura su questi sistemi. In futuro essi saranno collegati sempre più strettamente con gli ASU delle imprese, formando un’unica rete informativa settoriale con la necessaria struttura gerarchica di “banche dei dati”.

L’unificazione degli ASU settoriali sulla base di una politica comune porterà infine alla creazione di un sistema automatico di direzione statale. Ciò richiederà la soluzione di molti problemi di ordine metodologico, economico e tecnico, il ché può essere realizzato con la partecipazione del Consiglio dei Ministri, del Gosplan, del Comitato di Stato per la scienza e la tecnica, dell’Accademia delle Scienze, dei ministeri e degli enti dell’URSS. Una pianificazione statale che tenga conto dei collegamenti intersettoriali e territoriali sulla base di modelli economici ottimali racchiude in sé grosse potenzialità di accelerazione dello sviluppo dell’economia e di aumento dell’efficienza della produzione sociale.

Merita un’attenzione particolare il problema della meccanizzazione dei lavori manuali e faticosi. In molti casi gli indici di produzione delle imprese sono modesti proprio perché molti lavoratori sono occupati in un lavoro manuale. Ecco perché si può affermare a piena ragione che la meccanizzazione e l’automazione di quei processi in cui si ricorre al lavoro manuale, non solo faranno aumentare l’efficienza della produzione, ma renderanno disponibile una parte del personale delle aziende per altre sfere di attività, in cui potrà essere più utilmente impiegata.

Oggi nel Paese si sta realizzando un ampio programma di meccanizzazione dei lavori manuali e disagiati. Vengono impiegati dispositivi e meccanismi automatici per operazioni varie, da utilizzare direttamente nei reparti. Vengono introdotti mezzi di meccanizzazione e di automazione nei depositi, la cui funzione è la ricerca e la scelta meccanizzata dei pezzi, degli strumenti e delle attrezzature. Le macchine utensili e le linee semiautomatiche che comportano operazioni manuali e pesanti, vengono trasferite a regime di piena automazione. Si stanno automatizzando i lavori nelle miniere, nel settore forestale, nella costruzione di strade, nelle opere di bonifica e dovunque la parte del lavoro manuale sia particolarmente grande.

Nei reparti e nelle aree di lavoro sono già arrivati i primi robot per il programma di ristrutturazione. Essi eseguono vari movimenti e operazioni, garantendo l’automazione dei lavori pesanti in condizioni disagiate (per esempio, alte temperature, tossicità della produzione, ecc.). Sta nascendo un nuovo settore industriale legato alla meccanizzazione e alla automazione dei processi produttivi ausiliari. Esso si fonda sulle conquiste della teoria dei meccanismi e delle macchine, della teoria degli automi, dell’idraulica e del calcolo elettronico.

Nel corso del progresso tecnico-scientifico l’automazione dei processi tecnologici penetra nelle più diverse sfere dell’attività produttiva dell’uomo, rendendo meno pesante il lavoro e accrescendone più volte la produttività. Già oggi nell’industria vengono largamente usate le macchine con comando programmato, che sono i precursori della grande automazione. Esse possiedono un indubbio vantaggio rispetto alle macchine automatiche, grazie alla loro capacità di adeguarsi, secondo un programma dato, a qualsiasi regime tecnologico. In altre parole, ogni macchina con comando programmato realizza adesso tutto un complesso di operazioni tecnologiche, che prima erano eseguite da un grande numero di macchine automatiche predisposte sull’unico regime possibile. Il risultato conseguente e che il rendimento dei macchinari cresce decisamente, mentre il costo stesso della produzione diminuisce.

Il progresso in questo campo porta a far sì che le macchine a comando programmato diventino sempre più universali e la loro possibile utilizzazione tecnologica si estenda continuamente. Sulla loro base vengono creati complicati complessi automatici che costituiscono un insieme di macchine a direzione programmata unificata. In tal modo la macchina a direzione programmata diviene qui solamente una componente di una specie di sistema tecnologico programmabile più complesso. Tale è la macchina automatica dotata di possibilità abbastanza ampie di modificazione delle operazioni e dei processi tecnologici. Tale è la linea tecnologica automatizzata.

I complessi automatici programmabili si perfezioneranno in direzione di una selezione razionale dei mezzi tecnici e con l’ausilio di strutture calcolatrici universali o speciali. I programmi per i complessi produttivi saranno predisposti dai computer e messi a punto con appositi congegni di calcolo che simuleranno – come modelli – le possibilità di questi complessi. Nell’industria si presuppone la formazione di un nuovo settore tecnologico, legato ai complessi automatici programmabili, alla loro costruzione, approvvigionamento e sfruttamento. La base per questo esiste già.

Se poi dessimo mentalmente uno sguardo ad un futuro più lontano, vedremmo macchine ad un livello ancora superiore, aventi possibilità di automiglioramento durante il processo lavorativo, che si autoristruttureranno sul migliore regime tecnologico. E dappertutto al centro dei nuovi sistemi tecnici vi è il computer, con le sue eccezionali possibilità di trasformazione dell’informazione. Proprio il computer, insieme con i congegni di comunicazione inversa offre la possibilità di realizzare un controllo e un’analisi particolareggiati del processo tecnologico e, sulla base di appositi programmi generali, di cambiarlo in base all’informazione ricevuta, di regolarlo su di un regime ottimale.

Così, i ritmi del progresso tecnico-scientifico nell’industria metalmeccanica verranno determinati in larga misura della qualità e dalla scelta dei calcolatori, dei sistemi di direzione programmata. Ma garantire ritmi rapidi di sviluppo della metalmeccanica sulla base dell’automazione significa accelerare il progresso tecnico-scientifico in tutti i campi dell’economia nazionale.

Prendiamo ad esempio la metallurgia. Gli eccezionali altiforni e convertitori costruiti negli ultimi anni hanno permesso di aumentare considerevolmente la produzione della ghisa e dell’acciaio, di migliorarne la qualità. Questo è un indiscutibile successo del settore. Ma il risultato più impressionante del precedente piano quinquennale è stata l’elaborazione e la messa in esercizio dei laminatoi automatici. Per esempio, presso il complesso industriale metallurgico della Siberia occidentale poco tempo fa è entrato in funzione un laminatoio completamente automatico, capace di una vasta gamma di prodotti. Il laminatoio è manovrato da un computer. Il lavoro di tutti i settori di questo complicatissimo impianto viene seguito soltanto da 20 operatori.

Presso una fabbrica metallurgica di Taganrog è entrata in funzione una linea automatica per la produzione di tubi di diverso diametro. Il ritmo di produzione qui raggiunge i 1200 metri al secondo. Il lavoro della linea è seguito da pochi operatori.

Fatti simili ormai non sono rari. Il futuro della nostra industria è legato alla creazione proprio di tali linee e processi tecnologici automatici contrassegnati da alta produttività, sicurezza e qualità.

Le produzioni automatiche sono presenti nell’industria chimica e petrolifera, nell’industria per la trasformazione dei minerali. Tra queste ci sono innanzi tutto l’impianto per la raffinazione del petrolio di Omsk, la fabbrica di prodotti plastici di Kemerovo ed altre imprese. L’automazione della produzione è dettata qui dalle esigenze del processo tecnologico stesso. In questo momento in Siberia sono in fase di costruzione due giganti della petrolchimica: i complessi di Tomsk e di Tobol’. I loro progetti hanno recepito le migliori idee nel campo della tecnologia, ma quello che conta di più, qui si rivelano con evidenza le tendenze al concentramento della produzione e alla automazione sulla base dei computer.

Anche nelle sfere dell’economia nazionale non collegate con produzioni ad alto concentramento il progresso tecnico-scientifico si fa strada grazie all’automazione. Le sue componenti fondamentali qui risultano essere i “microprocessori” su grandi schemi integrali. Si tratta di calcolatori compatti, realizzati con uno o più cristalli semiconduttori, che sulla base di un programma ristrutturabile eseguono varie funzioni di gestione di un impianto (per esempio, una macchina utensile a comando programmato, un’automobile ad alimentazione regolabile, una lavatrice con operazioni programmate in un certo ordine, oppure un impianto sperimentale per la ricerca scientifica con programma predisposto, ecc.). E’ stato calcolato che nel prevedibile futuro i “microprocessori” troveranno utilizzazione in più di duecentomila vari tipi di costruzioni e di impianti di uso industriale e domestico. Ma questa è già una rivoluzione tecnica.

Se a questo si aggiunge che in breve tempo i “microprocessori” saranno disponibili a basso costo (il costo dei tipi più diffusi andrà probabilmente da un minimo di pochi rubli ad un massimo di alcune centinaia di rubli), diventa evidente la reale prospettiva di progresso su questa base.

L’utilizzazione dei “microprocessori” nell’automazione esigerà, a sua volta, la creazione di settori industriali per la produzione delle relative apparecchiature. Uno dei settori verso cui è indirizzato il progresso tecnico-scientifico rende necessario lo sviluppo di un altro settore: questa è la logica della rivoluzione tecnico-scientifica.

Vi è ancora un settore dell’attività umana, ove l’automazione è chiamata a svolgere un ruolo inestimabile: i lavori di progettazione. E’ noto a tutti che per la creazione di grossi progetti tecnici e tecnologici occorrono anni di lavoro di grossi collettivi degli uffici studi (KB) dei vari settori dell’industria.

Per esempio, per l’elaborazione del progetto di un aereo – dall’ideazione fino alla preparazione della documentazione tecnica completa – occorrono dai tre ai cinque anni. Stessa cosa per la progettazione di navi, centrali atomiche ed altri complessi impianti della tecnica moderna. Il progetto di una nuova automobile o trattore nasce più velocemente, ma anche per questo occorrono due-tre anni.

Tuttavia, se si analizza il lavoro del progettista, si scopre che i momenti creativi richiedono molto meno tempo che non l’esecuzione dei calcoli di routine secondo norme prestabilite, la messa a punto di una documentazione standard. E’ proprio la soluzione dei problemi tecnici trasformabili in algoritmi che occupa la parte del leone nel tempo necessario per un progetto. E’ necessario automatizzare proprio questo processo, sfruttando i computer e la “banca dei dati”, gli “elaboratori di grafici” per la documentazione, le telescriventi, i quadri di comando, ecc.

Già ora in una serie di settori sono stati predisposti piccoli centri automatici (ARM) per il lavoro dei progettisti. Ma questo è solo il primo stadio. In futuro i centri calcolatori d’uso collettivo creeranno la possibilità di organizzare intere reti di ARM con l’impiego di mezzi che renderanno ottimale la progettazione. La realizzazione di questo programma darà un nuovo impulso al progresso tecnico-scientifico.

I tempi del progresso tecnico-scientifico dipendono sostanzialmente dalla mobilità dell’industria, dalla sua capacità di cambiare i programmi e, in tempi brevi, di realizzare i progetti di nuovi impianti, macchinario, congegni automatici. Sorge la necessità di manovrare le risorse, di trasferirle verso le direttrici del progresso tecnico-scientifico più importanti in un dato momento. Tutto ciò è strettamente legato al livello di standardizzazione e unificazione raggiunto nell’industria. Effettivamente la creazione di nuovi progetti sulla base di elementi standard consente di utilizzare maggiormente l’esperienza tecnico-scientifica accumulata nei diversi settori dell’economia nazionale e di realizzare più rapidamente le idee, di impiegare con criteri più economici le risorse. Nella standardizzazione sono insite enormi possibilità per l’accelerazione del progresso tecnico-scientifico. Come esempi di ampia standardizzazione nell’industria ci si può richiamare al “Sistema unico di preparazione tecnologica della produzione (ESTPP) ed al “Sistema unico di documentazione per la progettazione” (ESKD). Ma questo naturalmente è solo l’inizio. Bisognerà fare un grande lavoro per unificare ulteriormente i processi tecnologici. Si otterrà così un risparmio delle forze produttive e un miglioramento della qualità dei prodotti.

La nostra industria è passata ormai da tempo al metodo dell’aggregazione per ciò che riguarda l’elaborazione e la costruzione di determinati impianti e mezzi tecnici. Le fabbriche all’avanguardia nel settore delle costruzioni meccaniche ricevono da decine e centinaia di imprese del Paese i pezzi necessari per produrre mietitrebbiatrici, generatori elettrici o televisori. La specializzazione delle imprese, specialmente in presenza di un’alta concentrazione della produzione, consente di progettare e di costruire impianti e macchine al livello degli standard più elevati e con un grande risparmio di lavoro.

Proprio per questo nell’industria si sta sviluppando sempre più marcatamente la tendenza all’aggregazione. In sostanza, è già stato posto all’ordine del giorno il problema del passaggio a una produzione sulla base di grossi aggregati o moduli, cioè di impianti unificati (o parti di sistemi), composti da complessi intercambiabili di pezzi di larga produzione con funzioni relativamente autonome. Il sistema modulare migliorerà ulteriormente l’efficienza della produzione e abbrevierà i tempi di realizzazione dei progetti tecnici. Molte fabbriche del Paese sono già passate all’aggregazione in grandi blocchi prefabbricati. Gli iniziatori in quest’impresa sono i settori della produzione di automobili, aerei, navi, ecc. Tale principio è per esempio alla base dell’”Atommaš”, il moderno gigante dell’industria nazionale (per la produzione di grandi blocchi prefabbricati per le centrali elettroatomiche).

L’aggregazione “modulare” si è largamente diffusa nell’edilizia in genere e specialmente in quella civile; grazie a ciò si è riusciti ad intensificare sostanzialmente i tempi di costruzione delle abitazioni e dei servizi.

Particolarmente importante è il principio “modulare” nella ricerca scientifica. Per la realizzazione delle idee nuove gli scienziati hanno bisogno di una solida base, di un’attrezzatura standard per apparecchi e laboratori, di una perfetta tecnica di misurazione e di uno sviluppato sistema di rifornimento di reagenti, di elementi e combinazioni chimiche, di apparecchiature per la creazione del vuoto, di mezzi di automazione e calcolatori.

Lo sviluppo della standardizzazione richiede che nell’ambito del progresso tecnico-scientifico si migliori, innanzitutto, la qualità di prodotti importanti come l’acciaio, i laminati, i tubi, le macchine utensili, gli strumenti, ecc. Il soddisfacimento di queste esigenze sarà inevitabilmente accompagnato da una modificazione dei criteri economici con cui si ottengono gli indici di produzione e di esecuzione del piano. Essi devono stimolare una produzione d’alta qualità con un consumo razionale delle risorse.

Il progresso tecnico-scientifico nelle sue basi poggia innanzitutto su quadri qualificati di specialisti, capaci di influire attivamente sullo sviluppo della produzione. L’acceleramento dei tempi del progresso dipende dal grado di disponibilità degli uomini ad assimilare creativamente le nuove idee tecniche e scientifiche. Ciò pone particolari esigenze per quanto riguarda la preparazione degli specialisti e il miglioramento del loro livello professionale.

Nelle condizioni della rivoluzione tecnico-scientifica il cambio di tecnologie, il passaggio a tecniche nuove più perfette, a nuovi materiali di costruzione, nuovi princìpi di organizzazione del lavoro, avviene in continuazione. Perciò una continua, ininterrotta conoscenza di tutto ciò che è nuovo diventa il perno del sistema di formazione degli specialisti a tutti i livelli, dall’operaio all’ingegnere, dal tecnico di laboratorio al progettista o al ricercatore. Il centro dell’attenzione nella preparazione dei giovani a scuola si sposta sempre più dalla specializzazione ristretta verso un più ampio profilo. L’indice di efficienza diviene qui l’attitudine ad applicare creativamente le conoscenze acquisite alla soluzione dei problemi concreti nelle diverse sfere dell’attività sociale, l’assimilazione attiva di idee e metodi nuovi, la capacità di cambiare rapidamente in direzione dei nuovi indirizzi della tecnica e della scienza.

Una delle particolarità della preparazione degli specialisti nella fase attuale è la valorizzazione dei metodi quantitativi, che attualmente penetrano in tutte le sfere del sapere: nella fisica, nella chimica, nella tecnica, nella scienza della Terra, nella biologia, nella medicina, nell’economia, nei servizi sociali. Non esiste una sfera del lavoro e del sapere, ove i metodi matematici ed i computer non trovino applicazione. I calcolatori elettronici influiscono enormemente sui metodi della ricerca scientifica, sulla soluzione dei problemi tecnici di organizzazione e di direzione. La produzione e l’impiego dei calcolatori condizionano sempre più i tempi del progresso tecnico-scientifico. Perciò è estremamente importante preparare giovani specialisti nel campi della matematica, che abbiano una buona padronanza dei metodi di lavoro con i computer.

Sotto l’influsso del progresso tecnico-scientifico cambiano i contenuti dell’istruzione tecnico-professionale, medio-specialistica e universitaria. Al centro dell’attenzione si trovano problemi legati all’automazione della produzione ed alla sua direzione con l’applicazione di nuovi mezzi tecnici e nuovi materiali tecnologici. L’industria ha bisogno di tecnici ed ingegneri capaci di elaborare linee tecnologiche automatiche, di organizzare il lavoro delle macchine utensili programmabili, di specialisti che conoscano i complicati strumenti di calcolo e di misurazione. In seguito ai successi della tecnica del calcolo sta cambiando il carattere del lavoro di progettazione; i giovani specialisti devono avere un più ampio orizzonte ed essere pronti all’applicazione dei nuovi mezzi di progettazione, orientarsi facilmente nelle condizioni mutevoli, assimilare rapidamente le conquiste della tecnica e della scienza i nuovi processi produttivi e sistemi di direzione. La continua ricerca creativa di soluzioni efficaci, di ottimali vie di realizzazione degli schemi tecnologici di produzione e direzione, diverrà il perno dell’attività degli specialisti di tutte le componenti dell’economia nazionale, e la larga specializzazione consentirà di cogliere i problemi fondamentali della produzione e di trasformarla su una base profondamente scientifica.

“Il nostro Paese dispone di ricchezze naturali colossali, – ha detto il compagno L.I.Brežnev al XVIII congresso del Komsomol. – Grazie agli sforzi di più generazioni, da noi è stato creato un forte potenziale economico sia nell’industria che nell’agricoltura. Abbiamo preparato un gran numero di specialisti istruiti, qualificati, abbiamo garantito alla gente buone condizioni di vita Ora come mai è importante sfruttare abilmente, ragionevolmente, in modo interessato tutte queste ricchissime risorse, porle in modo adeguato al servizio del popolo, ricavarne la massima utilità”.

Il progresso tecnico-scientifico è la base per uno sviluppo intensivo dell’economia nazionale del Paese. Nel miglioramento della efficienza è il futuro della nostra economia. Questa è la via per garantirle uno sviluppo felice, dinamico. Si deve proseguire lungo la linea del progresso tecnico-scientifico, del perfezionamento della pianificazione e della direzione, del rafforzamento dell’organizzazione in ogni settore.

[Da "Kommunist", 1978, N°3. Traduzione di Mark Bernardini, pubblicata in “Rassegna Sovietica”, 1980, N°1]