sabato 24 dicembre 2005

Natale

Per me Natale è sempre stata un'occasione per rivedere un po' di parentame, strafogarmi di leccornie fatte in casa, tirar tardi e fare indigestione di giochi nient'affatto stupidi, tipo tombola, soprattutto da bambino. Solo che, come dire?, non ci vedevo e non ci vedo nulla di male. Crescendo, in età adulta a Milano presi il brutto vizio con i miei amici russi di festeggiare qualunque cosa, Natale cattolico, Capodanno cattolico, Natale ortodosso, Capodanno ortodosso, Capodanno cinese, Capodanno ebraico, Capodanno musulmano.
Grossomodo è così che proseguo anche qui a Mosca, e continuo imperterrito a non sentirmi in colpa. Son proprio stronzo, eh? Però l'alberello è di plastica, lo riciclo per il terzo anno consecutivo ed è lungo poco più del pisello di Giovanni. Le lampadine intermittenti mi tocca risaldarle ogni anno, perché si reggono con lo sputo, e la saliva non va molto d'accordo con la corrente elettrica. Mia madre mi ha regalato dei bicchieri per il vino presi alla fiera rionale, io e mia moglie le abbiamo regalato un libro di aforismi di uno dei suoi registi preferiti. Dite che sia proprio roba da borghesi?

mercoledì 7 dicembre 2005

Basta col buonismo

Ci ha provato il còrso, ci ha provato l'austriaco, andarono per bastonare e furono bastonati. Venite, venite: da occidente, con i servi della piccola Russia ed i cattolici integralisti del cazzo che hanno massacrato tutti i propri ebrei. Venite dal meridione, soggiogando proprio quelle popolazioni dagli occhi a mandorla che in realtà avete sempre temuto. Venite da oriente, attraversando le miniere aurifere esaurite che un tempo erano slave e poi lo stretto ghiacciato scoperto da tale Bering. Avete comunque tante di quelle steppe e tundre innevate da attraversare, che non c'è missile nucleare che tenga: prima o poi il mongolo col volto di Čingiz Chan vi arriva in casa, con la scimitarra divelle il fornello a microonde, due sberle a quei debosciati rompicoglioni viziati dei vostri figli, spaccandogli in testa la barbie e il pokemon.

lunedì 5 dicembre 2005

Lettera all'Unità

Ho seguito ed apprezzato il Vostro resoconto sulle elezioni presidenziali kazache.
Leggo che, secondo l'OSCE, non si sono verificate irregolarità di rilievo e le elezioni si possono ritenere valide. Ma l'OSCE è un covo di eurocrati, non ci si può fidare.
Leggo che anche secondo gli osservatori della CSI - persino quelli ucraini - non si sono verificate irregolarità di rilievo e le elezioni si possono ritenere valide. Ma la CSI sono pur sempre degli ex sovietici, non ci si può fidare.
Leggo che anche secondo il Partito al potere a Mosca, Russia Unita, non si sono verificate irregolarità di rilievo e le elezioni si possono ritenere valide. Ma sono troppo amichevoli con Berlusconi, non ci si può fidare.
Leggo che anche secondo il Partito Comunista della Federazione Russa non si sono verificate irregolarità di rilievo e le elezioni si possono ritenere valide. Ma sono comunisti, cosa che voi dichiarate di non essere più, non ci si può fidare.
Anche secondo la Pravda, che c'entra col PCFR meno di quanto c'entri l'Unità con i DS, non si sono verificate irregolarità di rilievo e le elezioni si possono ritenere valide. Ma sono degli ex comunisti e voi lo sapete per esperienza diretta che non ci si può fidare.
Prima delle elezioni molti "esperti" preconizzavano che l'opposizione, non accettando i risultati delle votazioni, avrebbe tentato di realizzare uno scenario "ucraino", portando i propri fautori nelle strade. Ma gli oppositori di Nazarbaev hanno ritenuto di dover agire diversamente: "non vogliamo in alcun modo influire sulla volontà popolare. In pazza ci possiamo andare giusto per farci una passeggiata", ha dichiarato alla stampa Žarmachan Tujakbaj.
Solo l'Unità titola: "Kazakhstan: nelle finte elezioni il 90% a Nazarbaiev". Volevo quindi complimentarmi con i Vostri informatori, molto meglio introdotti negli ambienti di Astanà dei kazachi stessi.
come avrà avuto modo di leggere, il capo degli osservatori dell'Ocse ha dichiarato in una conferenza stampa che le le elezioni non sono state libere.
Forse questa informazione le mancava
Antonio De Marchi
l'unità On Line
No, non mi mancava affatto: il capo degli osservatori ha aggiunto che i criteri dell'OSCE (che Lei confonde bellamente con l'OCSE, evidentemente parlando di cose che non conosce) vanno rivisti, poiché altrimenti i primi Paesi ad essere dichiarati non liberi dovrebbero essere USA, Inghilterra ed Italia, non accettando questi ultimi gli osservatori internazionali ed avendo essi stessi ammesso svariati brogli.
non so perché le ho risposto, essendo lei chiarament un cafone
Se non sai perché hai risposto è un problema tuo, e se passiamo agli epiteti personali, sei anche uno stronzo che ruba lo stipendio, non avendo un minimo di competenza in materia: l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico non è esattamente l'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, tant'è che la prima non invia alcun osservatore elettorale in qualsivoglia parte del mondo. Per il resto, ti informo che queste tue "slabbrate" sono assolutamente pubbliche e stai facendo una figura di merda davanti a centinaia di persone. Fosse una figura solo tua, pazienza, il problema è che la fai fare al quotidiano fondato da Antonio Gramsci.

domenica 4 dicembre 2005

Stalin col Partito fu severo

Stalin col Partito fu ben più che severo. Negli anni '20 ha tolto di mezzo tutti - fisicamente - i compagni di Lenin, la classe dirigente della Rivoluzione: Dzeržinskij, Frunze, Kamenev, Zinov'ev, giusto per fare qualche nome. Poi arriviamo agli anni '30. Togliere Kirov di mezzo non fu facile: era il beniamino del Comitato Regionale di Leningrado. Fu una battaglia memorabile, degna dei migliori western, con Kirov e i suoi che si difendevano armi in pugno dai killer staliniani lungo i corridoi dello Smol'nyj, che meno di vent'anni prima aveva visto i bol'scevichi espropriare, in modo decisamente meno cruento, il potere al governo provvisorio del "socialista rivoluzionario" (eser) Kerenskij, con la sua rivoluzione di febbraio. Beffa: Stalin accusa la "cricca trozkista-buchariniana" dell'omicidio di Kirov. Bucharin, ottimo economista e beniamino del Partito a Mosca, morirà fucilato nel 1938; Trockij, fondatore dell'Armata Rossa, con una picconata in testa di un sicario in Messico nel 1939. Un po' come il socialista Rossetti in Francia negli anni '30 ad opera dei sicari mussoliniani.
In questo contesto, bisogna ripensare anche all'operazione delle purghe, nel quale l'omicidio dei dirigenti amici di Lenin è solo la punta dell'iceberg. Una riflessione che, negli anni, ho riportato qui più volte. Repetita juvant. Le rivoluzioni, da che mondo è mondo, le fanno i giovani. Lenin, il più anziano, nel 1917 aveva 47 anni, Bucharin aveva 29 anni, Trockij 38, Dzeržinskij 40, Frunze 32, Zinov'ev 34, Stalin 38, Čapaev 30, Antonov-Ovseenko 34... Cosa era rimasto del Partito di Lenin dopo le purghe staliniane di metà degli anni '30? All'inizio del 1939 il Partito aveva 1.589.000 membri e 889.000 candidati. Tra i membri, coloro che avevano un'anzianità di tessera antecedente al 1917 erano lo 0,3% (circa 500 compagni); quelli iscritti nel 1917, l'1% (1.600 compagni); iscritti nel 1918-1920, il 7% (12.500 compagni). Nel 1941 nel Partito rimaneva solo un 6% di comunisti entrati nel Partito durante la vita di Lenin.
Un altro dato significativo riguarda i delegati del XVII e XVIII congresso (rispettivamente, 1934 e 1939). L'80% dei delegati del XVII congresso con diritto di voto si era iscritto al Partito negli anni della clandestinità e della guerra civile, cioè prima del 1921. Al XVIII congresso questi delegati erano appena il 19,4%. Quelli della clandestinità erano nel 1934 il 22,6% ed i membri del Partito dal 1917 il 17,7% dei delegati. Nel 1939 la loro percentuale tra i delegati al congresso era rispettivamente del 2,4% e del 2,6%.
Cambiò repentinamente anche la componente anagrafica dei delegati. Metà di questi ultimi al XVIII congresso con diritto di voto era sotto i 35 anni. I delegati dai 36 ai 40 anni rappresentavano il 32%, tra i 40 e i 50 il 15,5%, sopra i 50 il 3%. Altrettanto sostanziali furono i cambiamenti nella composizione sociale del Partito, provocati non solo dalle repressioni di massa, ma anche dalle nuove condizioni di ammissione al Partito (soppressione dei privilegi riservati agli operai), stabilite dallo Statuto del PCP(b) (Partito Comunista Pansovietico bolšceviko), ratificato dal XVIII congresso. Il 28 maggio 1941 la sezione organizzazione ed istruzione del Comitato Centrale ha inviato ai segretari del CC una nota, in cui si comunicava che nel 1939-1940 sono stati ammessi al Partito 1.321.500 persone, tra le quali gli operai erano il 20%, i contadini il 20%, gli "impiegati e gli altri" il 60%. Tra i 3.222.600 membri e candidati del Partito al 1 gennaio 1941 gli operai erano il 18,2%, i contadini il 13%, gli impiegati il 62,4%, gli studenti e gli altri il 6,4%. Tra gli operai, i membri e i candidati del Partito tra il 1933 e il 1940 sono scesi dall'8 al 2,9%, mentre tra gli impiegati sono saliti dal 16,7% al 19,2%. Nonostante la quantità di operai nel Paese fosse cresciuta nello stesso periodo del 25,8%, la quantità di operai comunisti si era ridotta da 1.312.000 a 584.800 persone (questo indirettamente sta a testimoniare che gli operai furono uno degli obiettivi principali delle purghe di Partito del 1933-1936 e delle repressioni di massa del 1937-1938). Nel 1941 c'era un comunista per ogni 35 operai ed ogni 5 impiegati. Tra gli impiegati comunisti era particolarmente alto il peso specifico dei funzionari, dei militari e degli addetti degli organi di repressione.

Cir-convenzioni

Supponiamo che io abbia un'azienda, che so io, di produzione di billette, e che vi lavorino una ventina di persone. Supponiamo anche che attorno ci siano due tre mense. Per prima cosa, chiederei ai diversi proprietari di queste ultime chi di loro accetta la proposta di fare dei prezzi calmierati se i miei dipendenti dovessero mangiare da loro durante la pausa pranzo. Converrebbe ai miei dipendenti, ma converrebbe anche al proprietario della mensa, guadagnare meno sul singolo ma avere venti clienti al giorno assicurati. Questo è ciò che si definisce convenzione.
Adesso invece faccio un esempio reale. Gli alberghi a quattro stelle a Mosca costano dai 400 euro (!!!) in sù al giorno. L'Ambasciata d'Italia ha convenzioni con molti hotel moscoviti, e quando vengono qui delegazioni ufficiali (governo, Parlamento, enti locali, ecc.), se la prenotazione viene fatta dall'Ambasciata, il prezzo scende a 250 euro, con un risparmio per il contribuente italiano. Anche questo si chiama, appunto, convenzione.
Francamente, non vi trovo nulla di male. Voglio dire: torniamo all'esempio iniziale. Decido di partecipare ad una fiera a Mosca per vendere le mie billette. Spendo svariate migliaia di euro per l'affitto dell'area espositiva, l'aereo, il vitto e, ancora, 400 euro al giorno per l'albergo. A fine della fiera torno a casa con un contratto per le mie billette. Secondo voi, dall'utile ipotetico debbo dedurre le spese d'investimento descritte? Non esattamente: le deduco sì, ma dalle tasse, compresa la battona da 200 euro (prezzo standard) che mi sono portato in camera. Soldi che non entrano quindi all'erario, che sarebbero serviti per gli asili nido dei vostri figli, gli ospedali per i vostri genitori e quant'altro.
E' il sistema che ha in sé il peccato originale: quando vivevo a Milano, traducevo per iscritto a 30.000 lire a cartella. Supponiamo che io abbia prodotto traduzioni per un totale di un milione. Dovrei pagare 200.000 di IVA. Dichiaro invece, in piena onestà, di avere acquistato un dizionario a 50.000, più la carta, il nastro della macchina da scrivere (oppure la corrente, il collegamento via modem, ecc., non importa), totale 100.000. Dunque, ho guadagnato 900.000, e pago 180.000 lire di IVA anziché 200.000. Ricapitolando, nella prima ipotesi ho guadagnato 1.000.000 - 200.000 = 800.000, nella seconda 1.000.000 - 100.000 - 180.000 = 720.000. Da questa semplice aritmetica risulta evidente che sono stimolato a non esagerare con le spese. Tuttavia, tornando invece ancora all'esempio iniziale, le spese di fiera non le posso evitare, la battona però sì. La faccio risultare tra le spese di interpretariato in fiera e trombo a spese vostre per un totale di 200 - 160 = 40 euro, con i quali potevate acquistare un medicinale in più per il vetusto genitore. Questa non è una convenzione: è una truffa.