sabato 25 aprile 2009

Il mio 25 aprile

Se cliccate su questa immagine, ci trovate la storia di mio nonno. La storia della mia famiglia, la trovate qui; la mia, qui. In quegli anni, mi cucivo da solo sull'occhiello di una giacca sempre troppo grande (dismessa da qualche parente, non da mio padre, che, maniacalmente, si infilava a forza quelle dismesse da me) una coccarda rossa, sempre la stessa. Ero orgoglioso di scendere di casa e sentirmi addosso gli occhi stupiti della portiera, dei vicini, del barista. Ero orgoglioso di arrivare in Piazza San Giovanni e vedere gli sguardi stizziti dei "coccardari", quelli che vendevano le coccarde con uno spillo ("usa e getta", si direbbe oggi) a 100 lire. Soprattutto, ero orgoglioso di passare dal mio quartiere fascista di Piazza Tuscolo, attraversando le mura Aureliane, costeggiando largo Brindisi, dove prima che nascessi c'era l'osteria comunista di mio nonno, alla Piazza rossa di bandiere di San Giovanni, che vedevo già dalle finestre di casa, mentre riecheggiavano a tutto volume l'Inno dei lavoratori, l'Internazionale, Bandiera rossa e Bella ciao, e di ritornare a conclusione della manifestazione. Per un giorno, quel giorno, nessuno poteva osare di dirmi qualcosa. La sera tardi, ormai 2 maggio, tagliavo accuratamente i fili e riponevo con affetto la mia coccarda in un cassetto.

venerdì 3 aprile 2009

Un'alternativa vo' cercando...

Franceschini esclude l'ingresso nel gruppo dei socialisti europei: "Cercheremo di costruire un luogo alternativo per le forze progressiste".

E' per questo che io non sono mai stato e non potrò mai essere un buon politico, rimanendo la politica, indipendentemente dalla contingenza contemporanea, l'arte del possibile fin dai tempi della dittatura greca: non mi interessava la gente rimasta delusa da Mussolini convertitasi alla democrazia; non mi interessa che sempre più gente resti delusa da Berlusconi; non mi interesseranno gli ex PCI che resteranno delusi dal PD. Io sono sempre stato, sono e resterò sempre la loro cattiva coscienza, giacché del "l'avevo detto io" me ne sono sempre strafregato: la vita è adesso, non ho davanti il sol dell'avvenire come mio nonno. Non capirò mai piazza Venezia piena, non capirò mai trent'anni di Democrazia Cristiana, non capirò mai lo scioglimento del PCI, non capirò mai il voto degli italiani del '94 dopo Tangentopoli. E' anche per questo (non solo) che non sono più in Italia.