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sabato 14 febbraio 2009

Le ragioni di Berlusconi

Devo ammetterlo: stavolta sono d'accordo con lui. Stasera diceva che mai un governo della storia repubblicana italiana è stato coeso come il suo.

Va beh, esagera come suo solito. Però è uno dei più coesi, su questo non c'è dubbio: ve lo immaginate, con 'sta crisi, se il governo Prodi non fosse caduto su Ceppaloni? Sarebbe stata una corsa a saltare sul carro berlusconiano, a chi fa prima.

E' questa la ragione per cui non è che gli indecisi, quelli in bilico, votino Berlusconi perché gli piace più di tanto; è che nessuno propone qualcosa di credibile, di migliore. Di migliore non rispetto a una cosa buona, no, appunto, rispetto a Berlusconi, ma certo che se queste sono le alternative...

Parlo degli indecisi proprio perché quelli convinti, come me da una parte e, immagino, come molti dalla parte opposta, voteranno in un certo modo fino a crepare. Totale, 49,9% a testa, per cui, come diceva Gaber, chiunque vada al governo, basta che a un deputato gli venga un attacco di diarrea e casca il governo.

Paradossalmente, è la minoranza degli indecisi a decidere, altro che democrazia. Che poi, 49,9% si fa per dire: parliamo dei voti validi.

In Italia, ci sono 59 milioni di residenti. Togliamo i minorenni. Restano 49 milioni. Togliamo quelli che non hanno votato. Restano 36 milioni di voti validi. Togliamo quelli che non hanno superato lo sbarramento. Rimangono 32 milioni di elettori reali. Di questi ultimi, 17 milioni su 32 fanno il bello e il cattivo tempo. Mezzo secolo fa questa si chiamava "Legge truffa", ma lasciamo perdere.

Fatto sta che 17 milioni decidono su 59, ammesso che i 17 milioni si rendano conto di quel che fa una decina di migliaia di potentati. Meno di un terzo, il 29%, per la precisione. E se avesse vinto la cosiddetta opposizione, tutta preoccupata degli equilibri interni? Non tra i Partiti della singola coalizione, quello è scontato, in quei 16 milioni: ma proprio nei teocon di Veltroni e Rutelli, che sono 12 milioni, contro i 14 di Berlusconi e Fini (gli altri 3 sono di Bossi e Lombardo).

E' il risultato del maggioritario. Che è perfettamente utile ai padroni, ma masochista per chi fosse, non dico di sinistra, ma un atomo meno di destra di Berlusconi. E' questo, il nodo da sciogliere. Fino ad allora, non c'è nessun programma da discutere, nobile o ignobile che sia.

venerdì 11 aprile 2008

Voto disgiunto no grazie

Posto che si chiama così, e non "voto utile" (utile a chi?), l'idea di votare un Partito grosso per non far vincere l'altro grosso Partito, o, peggio ancora, il Partito "del cuore" alla Camera e uno grosso più vicino alle proprie idee al Senato, ha del perverso.

Mi spiego. Noi, elettori dell'Unione, abbiamo dato il sedicente "voto utile" nel 2006. Il risultato è stato avere al governo una serie di personaggi che hanno fatto cadere quest'ultimo in meno di due anni. E non mi riferisco certo a quella che, caparbiamente, entrambi i Partiti grossi si ostinano a chiamare "sinistra radicale" (il PD ci tiene ad essere di centro e non di centrosinistra, quindi, se la "sinistra radicale" è tale, non si capisce più quale sia la "sinistra" e basta): mi riferisco, invece, a quegli individualisti centristi che, amando le proprie consorti (cosa di per se lodevole), han fatto cadere il governo su Ceppaloni anziché su Kabul.

In altre parole, nel 2006 abbiamo "utilmente" votato non già "per", ma "contro". Contro il centrodestra, non voglio sprecare epiteti. Abbiamo votato in base ad un programma che ci avevano promesso di realizzare, esposto in 262 pagine. Una volta eletti, si sono riuniti ed hanno stabilito che le 262 pagine fossero carta straccia, e che invece avrebbero realizzato "12 punti", decisamente in contrasto con le citate 262 pagine, e che peraltro, ovviamente, noi non abbiamo votato, perché nessuno ce l'ha chiesto.

Allora, supponiamo che effettivamente a votare il PD si sbarri il passo a Berlusconi. A che pro? A che pro, quando ci sono decine di deputati pronti a fare il salto della cavallina di lì a qualche giorno e quando su temi fondanti, etici (pace, 194, coppie di fatto, legge elettorale, contratti nazionali del lavoro, previdenza sociale, tasse e loro destinazione, sanità pubblica, pubblica istruzione, pensioni, ambiente, informazione, conflitto d'interessi, giusto per limitarci ai più chiacchierati) i programmi sembrano fatti con una macchina fotocopiatrice?

L'alternativa, quindi, non è "Veltroni o Berlusconi": l'alternativa è votare con la propria testa E col proprio cuore, oppure votare per avere solo democratici e repubblicani al potere, con un secolo di ritardo rispetto al grande fratello yankee. Cosa sia stata e sia tuttora la caccia alle streghe (come la Santa inquisizione vaticana, pochi secoli prima), ovvero al diverso, in questa anziana colonia britannica, spero lo sappiamo tutti. Tertium non datur? Datur, datur, dipende tutto da noi.

martedì 4 marzo 2008

E chi sennò?

Quando andrete a votare, ricordatevi che il governo non è caduto per la cosiddetta "sinistra radicale", ma per le mogli di Dini e Mastella. Ossia, in altre parole, non è caduto su Kabul, ma su Ceppaloni...

lunedì 22 ottobre 2007

De bello mastellico

di Mark Bernardini

Come è noto, essendo emigrato dall'Italia da ormai sei anni, io di quest'ultima non so più un cazzo. Questo a detta dei miei detrattori, ovviamente, ma non ha importanza quanto ciò sia vero: l'importante è ripeterlo finché non diventi vero. Che poi, via internet, mi legga tre-quattro quotidiani italiani al giorno, o che abbia la parabola apposta per far vedere il demendelirio che si vede sui canali raiberlusconiani in famiglia, o almeno i cartoni animati in italiano a mia figlia di tre anni, ciò poco conta.

Poco conta, poiché altre sono le ragioni per le quali ho voluto prendere la penna d'oca (o imbracciare la tastiera a mo' di Kalašnikov, fate vobis).

Leggo, vedo, sento che Mastella, forte del suo zero virgola zero qualcosa (roba da prefisso telefonico), se i giudici comunisti non la smettono di importunarlo e di accusarlo di essere massone e ladro, non voterà un determinato articolo della Finanziaria (o una legge comunque legata ad essa, o qualcosa del genere, insomma qualcosa che fa cascare il governo e tornare Berlusconi).

Ho un problema di causazione, ovvero di consecutio temporum. Siccome i ragazzini del cortile mi hanno tolto il pallone, io tiro con la fionda al lampione più vicino.

Soprattutto, ci sono un paio di cose sulle quali voglio porre una domanda cadauna al vento, ed alle quali conosco già le risposte (dunque, ovviamente, la domanda è retorica).

La sinistra, sulla quale ho 47.384 riserve, viene accusata di "remare contro" e voler far cadere Prodi. Però intanto, forte di un milione di manifestanti (ai funerali di Berlinguer ed al referendum – perso – contro Craxi e l'abolizione della contingenza, ce n'erano un milione e mezzo), ha tenuto a specificare che non ce l'hanno col governo.

C'è il tiro al piccione. Io non mi schiero con i piccioni – che, per inciso, sono considerati imbecilli provenienti in massa dall'IRI, salvo poi riabilitarli come simbolo del movimento per la pace, ma nemmeno con i cacciatori, che generalmente (mi perdoni l'ARCI Caccia per il paragone, ma qui parliamo figurativamente) sono, chissà perché, proprietari di svariate immobiliari, televisioni, squadre sportive, case editrici e quant'altro.

Ecco quindi la prima domanda: è prospettico inseguire il centro anziché la sinistra? Davvero sicuri, il giorno che diverrà chiaro che i due concetti siano poco compatibili, che il centro, ex democristosinistro, sia in Italia più numeroso della paleosinistra, che, come si è visto, è ben più coriacea di quanto qualcuno sperasse?

Conseguenziale la seconda domanda: proprio sicurissimi che Mastella, e soprattutto i suoi dell'Udeur (anche lì ci sarà pure una maggioranza molecolare ed una minoranza di micron), se la sentano di far cadere il governo sulla Finanziaria perché un giudice ha indagato il loro segretario su una mera questione di mazzette? Non sottovalutiamo il popolo bue (che pure E' bue!): passerebbe alla storia recente che il centrosinistra è caduto perché la componente centrista ha voluto fare quadrato attorno ad un arraffone, mica perché la Finanziaria era comunista... Lo sanno anche loro, in politica, a certi livelli, ci sono arraffoni, mica minus habentes. Di Pietro avrà mille difetti, ma dargli dell'analfabeta giuridico, al giudice di Mani Pulite, è da dementi.

Se poi lo dovessero fare egualmente, pazienza: questo governo ha promesso di ritirare le truppe dall'Iraq il giorno dopo che avesse smesso di essere opposizione, ed invece ci ha messo mezzo anno, a differenza di Zapatero in Spagna o (vedremo) di Tusk in Polonia. E continua a sguazzare in Afghanistan, ex-Jugoslavia ed il dio in cui non credo solo sa dove ancora, in giro per un mondo straziato e straziante.

Ciascuno ha il governo che merita. L'Italia ha meritato Prodi, spero che non meriti nuovamente (ma qualche dubbio ce l'ho) l'imbonitore venditore di tappeti di Arcore.