mercoledì 15 settembre 2010

Software piratato legittimo?

Vorrei che prima leggeste il seguente articolo sul Corriere della Sera di Fabrizio Dragosei da Mosca: Repressione, Gates toglie l'alibi a Putin «Licenze Windows agli anti-regime». Poi tornate qui.

Già dal titolo, troviamo due opinioni, del tutto legittime – che però, come tali, sono opinabili – spacciate per dati di fatto, realtà assodate: che in Russia ci sia repressione e che in Russia ci sia un regime. Ed io, come a poker, vedo: le dichiarazioni – le tesi – sono una cosa, poi, però, ci vogliono le dimostrazioni.

Fabrizio Dragosei, che in questi anni ha ampiamente dimostrato di essere una fonte di informazione del tutto inaffidabile e pilotata, fa riferimento ad un articolo del New York Times. Nulla di male, per carità, nel fatto che il NYT faccia gli interessi del proprio Paese. A parte che quella di Dragosei è una vera e propria istigazione a delinquere, a commettere reato, ci si attenderebbe, tuttavia, che il Corsera faccia gli interessi dell’Italia. Dragosei è pagato dai lettori – italiani – per fare gli interessi degli USA?

Parliamo di sostanza. La Russia non fa parte dell’OMC (Organizzazione Mondiale del Commercio, così si chiama in italiano, non WTO). Non ne fa parte non per propria scelta, ma per decisione degli USA. Non facendone parte, non si capisce per quale perversa logica ne debba seguire i dettami.

Questo lo sa anche Bill Gates: in Russia, attualmente, Microsoft Office costa dai 150 ai 250 €, a seconda delle versioni. No, non piratato: ufficiale, con licenza. Nell’estate di due anni fa, alla Mondadori all’inizio di via Appia a Roma, era venduto a 700 €. Adesso ditemi voi chi sono i ladri. E quanto costa in realtà.

Ora vi rinfresco la memoria su come funzionava in Italia negli anni ’90. Non esisteva internet, ma esistevano le prime BBS in ambiente DOS. Da queste, scaricavo apposta – e in modo del tutto legale – immagini porno. La ragione? Conosco i miei polli. Trovavo regolarmente impiegati italiani di aziende (anche molto note, potrei fare nomi e cognomi) che in cambio mi fornivano copie di Windows 3.1, di Word 2, di Excel 4, di Access 2 su floppy da cinque pollici e un quarto (solo per Word ce ne volevano una decina). Ho smesso ormai da circa dieci anni, semplicemente perché, trasferitomi in Russia, qui costa meno comprare un computer con già installato Windows e Office.

Secondo Dragosei, Gates “offrirà ai gruppi sotto tiro una licenza speciale, inoltre Microsoft provvederà anche a pagare l’assistenza legale alle organizzazioni che si dovessero trovare comunque impelagate in una causa relativa all’uso del software”.

Qui la faccenda va oltre persino le limitate (intellettualmente) prospettive paventate da Dragosei. Pensateci bene. Berlusconi, dall’edilizia abusiva e dalle televisioni salvate da Craxi, è passato a governare il Paese. E’ la prima volta che Gates mette becco in questioni politiche, e non importa nemmeno se la sua iniziativa vi trovi concordi o meno. Tutto il mondo, tutte le società civili, aziende, il mondo produttivo, i Partiti, i governi, i Parlamenti, adopera i computer e usa Windows.

Siete pronti ad accettare supinamente, compiaciuti, che so io, un William Gates Presidente dell’unica superpotenza del mondo?