mercoledì 27 aprile 2005

La parabola

Lungi dal parlarvi delle innumerevoli parabole cristiane, a cui sono sinceramente, fieramente indifferente. E non mi riferisco nemmeno a y=ax²+bx+c. Dopo tanti anni, oggi mi sono finalmente deciso a mettere la parabola televisiva qui a Mosca. Sarà utile per praticare il verbo italico a mia moglie, ma soprattutto sarà essenziale affinché mia figlia, nata all'estero e destinata a crescervi grazie all'accanimento berlusconiano, nonché alla pusillanimeria della sinistra, personalmente nei miei confronti, nel 2001, quattro anni fa, non perda il suo 25% italiano.

Francamente, ne avrei fatto volentieri a meno. Non ho bisogno di vedere nuovamente Mediaset e la sua brutta copia RAI, con i soliti spot più meno subliminali di pannolini, assorbenti, detersivi, gazzose yankee, merendine, yogurt dimagranti, acque diuretiche, creme e cremine, supermercati onnifamiliari, polizze, i commenti d'ogni ragazzotto investito di televisionite che ritiene d'essere il miglior commissario tecnico come peraltro ogni avvinazzato del bar sport, le risate costruite di sottofondo ad ogni trasmissione in cui se non si sorride si è dei tristi comunisti, e poi i preti e i baciapile, naturalmente pagati con i soldi dei contribuenti, quanto tornate a casa tate ceffone a fostri pampini, e poi ancora schiume da barba, emollienti da barba, dopobarba, gel per barba, lamette da barba, lozioni da barba (cristo, ma la barba cresce così tanto a tutti, non solo a me?!), dentifrici, dentifroci, gomme americane che sono meglio dei dentifrici, spazzolini che sono meglio delle gomme americane, automobili, automoto, motorola, motoauto, motorette, mototutto, caffè, caffè deccafeinato, sciampo, balsamo, emolliente, e le ficzion, e le previsioni del tempo, ché quando ci sono un paio di gradi soprazero siamo al gelo siberiano e se si superano i trenta è il Sahara che avanza, la mamma che è sempre la mamma e che uccide il bambino, il bambino che uccide la mamma, il padre che va a puttane e la puttana ammazzata dal padre...

Che noia. Tant'è, questa è la lingua, questo è il Paese, questo è il popolino. Però mi sto guardando in diretta le dichiarazioni di voto e le votazioni del Berlusconi ter sul canale della Camera dei Deputati. Direte voi che forse son meglio le merendine. Mica tanto: la Camera, per ora, non trasmette ancora la pubblicità. Va beh, mia figlia non guarderà Follini, Casini, La Russa, Bondi e Mastella. Chissà quali altri fenomenali farabutti ci saranno quando crescerà.

Usando una paragone derivantemi dai miei studi matematici di vent'anni fa, speriamo che la parabola non si trasformi in iperbole.