mercoledì 21 marzo 2007

Coercizione stalinista 2, ovvero a volte ritornano

di Mark Bernardini

Ci risiamo. Agli inizi di marzo, avevo già affrontato l'argomento dei tentativi di DS e Margherita di cooptare gli elettori dell'Unione nel costituendo Partito Democratico:

http://brezhnardini.blogspot.com/2007/03/coercizione-stalinista-1.html

La speranza era che, pubblicandolo in questo mio blog, desistessero. Speranza mal riposta: insistono. Io e molti altri (tra cui anche la mia amica e compagna Rita "Guevina", autrice del blog Re-sistenza) continuiamo a ricevere le loro proposte indecenti.

Allora adesso ne provo un'altra: la via della petizione, che vi chiedo di firmare.

Il testo:

Noi sottoscritti, elettori dell'Unione, durante la campagna elettorale avevamo sottoscritto il sito per Prodi. Da subito dopo le elezioni, la sedicente "Fabbrica del Programma" ci scrive invitandoci a costituire il Partito Democratico, utilizzando quindi i nostri nominativi per degli scopi per l'utilizzo dei quali noi non abbiamo dato alcuna autorizzazione. Rivolgerci sia a loro direttamente che al servizio "abuse" di Fastweb (che fornisce loro la connessione) non solo non ha risolto il problema, ma ha fatto aumentare la frequenza dei messaggi non richiesti, financo invitando alle riunioni dei singoli comitati locali alcuni di noi residenti all'estero.

La presente petizione ha per obiettivo il contrastare questa operazione di "cammellaggio" di bassa lega, che non rende certo onore al costituendo PD, ma soprattutto risulta essere il solito tirare una coperta sempre troppo corta, tra l'altro a scapito degli alleati di centro-sinistra che non si riconoscono né nei DS, né nella Margherita.

In altre parole, vi intimiamo di depennare i nostri nominativi dai vostri elenchi, ad evitare che ci troviamo costretti a procedere per vie legali nei vostri confronti.

Dove si trova la petizione:

http://www.petitiononline.com/unionepd/petition.html

martedì 13 marzo 2007

Le priorità nazionali per Napolitano

di Mark Bernardini

Giorgio Napolitano, in una lettera a Repubblica, dice che "Il legittimo reinserimento nella società di quei colpevoli di atti di terrorismo che abbiano regolato i loro conti con la giustizia dovrebbe tradursi in esplicito riconoscimento della ingiustificabile natura criminale dell'attacco terroristico allo Stato e ai suoi rappresentanti e servitori e dovrebbe essere accompagnato da comportamenti pubblici ispirati alla massima discrezione e misura".

Personalmente, non sono sospettabile di simpatie per la pratica del terrorismo, ed anzi ne sono stato una vittima, illo tempore. Tuttavia, supponiamo, che so io, che il mio "credo" sia quello di toccare il culo alle vecchiette per strada.

Mi beccano, mi mettono in galera. Non importa per quanto, né quanto sia eticamente giustificabile: importa che mi viene ascritto un reato ed io vengo condannato, in base alla legge vigente, per un tot di anni. Giusto, ingiusto, non ha alcuna importanza. Espio la mia pena, appieno, nelle patrie galere.

Punto primo: da quel momento, ritengo sacrosanta la riacquisizione d'ogni diritto civile, compreso quello elettorale, attivo e passivo. In Italia, non funziona così. In alternativa, vuol dire che non ho espiato tutta la mia colpa, ma in tal caso, non si capisce perché diavolo mi abbiano rilasciato.

Punto secondo: giustamente, prima, durante e dopo, non ho alcun diritto di dire in televisione "incito a toccare il culo alle vecchiette per strada", cosa che peraltro non ho diritto di dire persino se non l'ho mai fatto né sia stato mai condannato per tale reato; ho però il sacrosanto diritto di dire che "ho toccato il culo alle vecchiette e per questo sono stato messo in galera, adesso non lo tocco più, ma dichiaro di averlo fatto, cosa per la quale ho pagato appieno in base alla vigente legislazione".

Mio nonno era del PCI, ne fu un fondatore, è stato confinato e torturato. E' stato nel PCI fino alla morte, quindi dal 1921 al 1960. Mio padre era del PCI, si iscrisse a 14 anni, ci rimase fino a che quelli come Napolitano non l'hanno sciolto. Quindi, dal 1946 al 1991. Non si è mai iscritto né al PDS, né al PRC, né al PdCI. A chi lo chiama "ex-comunista", gli risponde sproloquiando una serie di irripetibili bestemmie ed improponibili insulti, affermando che gli "ex" son quelli che glielo chiedono, mentre lui lo era, lo è e lo sarà. Già: perché è ancora vivo, e seppellirà tutti quelli che ci voglion male, a noialtri comunisti. Io ero del PCI e mi ritengo ancora tale. Anch'io mi sono iscritto a 14 anni, nel '76, e ci sono rimasto fino allo scioglimento. Mai stato iscritto al PDS (mai stato incinto), sono stato nel PRC per sette anni, dalla fondazione e fino al 1998, sono stato nel PdCI dalla fondazione e fino al 2003. Anch'io non sono più iscritto ad alcun Partito, poiché ritengo che non ce ne sia uno non dico che possa chiamarsi comunista, ma manco Partito, nel senso gramsciano del termine, e son pronto a menar pugni se qualcuno mi chiama ex-comunista. Lo ero, lo sono e morirò tale. Per gli eventuali riferimenti bibliografici, rivolgersi a certi dilettanti tipo Hegel, Marx (non uno dei quattro fratelli), Ul'janov, il già citato Gramsci, il segretario dell'Internazionale Comunista, tale Ercoli.

Napolitano lo trattavamo male pure allora, figuriamoci adesso.

Il mio amico Mario, che ho reso partecipe di queste mie riflessioni, mi risponde a modo suo, e ritengo che valga la pena quantomeno rifletterci.

"Quello che temono è paradossalmente che diamo loro ragione per le loro stesse analisi del decennio degli anni di piombo, e cioè che il terrorismo 'rosso' fu provocato e innescato scientemente dall'oltranzismo atlantico con le stragi, i tentati golpe e la fascistizzazione del mediterraneo, e che a cascarci fummo tutti dei coglioni e ben ci sta che ci siamo ballati gli anni migliori della vita in galera; ma adesso sarebbe ora di storicizzare per quello che è stato quel decennio coi missili balistici puntati, e trarne le indicazioni per non ripetere simili errori in futuro.

Questo atteggiamento, se appare sui media e arriva a contatto con la grande opinione pubblica, viene interpretato come importuno sabotaggio della decisione di cancellare dalla storia contemporanea un intero decennio, come nella Fattoria degli Animali di Orwell, perchè dobbiamo sucidarci tutti assieme agli USA. E' assurdo, ma sospetto che sia così.

E' una nuova categoria di cittadini a cui viene negato l'accesso alla comunicazione sociale, i compromessi con gli anni '70, si tratti di Sofri o di Curcio, amici o avversari, va rimosso dalla lavagna della Fattoria degli Animali, va riscritto il Neopensiero per la Guerra degli Emisferi.

Non funzionerà. Io poi ho stima per l'attenzione di Napolitano per almeno la sicurezza sul lavoro, meglio lui di Pera, per dire. Ma questa è rimozione isterica, è un chiaro segnale di un disagio intellettuale inquietante, non metabolizzato.

Mi fa paura. Sembra il primo scatto di un sistema tipo leggi razziali. Non sarà dato accedere ai media oltre le cronache locali. Non sarà dato votare. Non sarà dato accedere agli albi professionali. Non sarà dato battere in punteggio un altro in un concorso e vedersi assegnare il posto. All'ex compromesso con gli anni di piombo 30 anni fa, non sarà lecito neanche sposarsi con gli ariani?

Per favore, riflettete, state uccidendo Francesco Ferrucci".

Sopraffatto dalla preponderanza numerica del nemico, Francesco, con pochi fedelissimi, riuscì ad aprirsi un varco ed a nascondersi in una casetta alla periferia del paese. Avvistato e preso prigioniero, fu portato al cospetto di Maramaldo e a questo punto interviene la leggenda a mettere in bocca ai due protagonisti le frasi che rimarranno come macigni incise nella storia di Firenze e d'Italia.

Disse il Maramaldo: «Ammazzatelo chillo poltrone, per l'anima del tamburino quale impiccò a Volterra!».

Rispose il Ferrucci: «Vile, tu uccidi un uomo morto!».

Rimane solo da aggiungere che, dieci giorni dopo quell'evento, Firenze si arrese agli imperiali e dovette accettare il rientro dei Medici.

Infine, una nostra amica, giovane, rispetto a noi molto giovane:

"Farebbe meglio Napolitano a chiedersi perché le troppe apparizioni televisive siano quelle di taluni personaggi condannati per reati mafiosi, vedi Andreotti (di recente incensato da tv e giornali per il suo aplomb e l'ironia con cui ha affrontato la crisi di Governo) o Dell'Utri (con quella balla dei diari di suo zio Benito, s'è visto per tre giorni di seguito solo lui su tg, riviste ecc.).

Vogliamo poi parlare della Franzoni, che, condannata a 30 anni di carcere per infanticidio, da anni passa un giorno sì e l'altro pure da Vespa?

Il problema sollevato da più parti è stato: non si può permettere a un ex-brigatista di insegnare.

Allora pongo un'altra domanda: è più probabile che un cervello da formare (un alunno, un ignorante, un adulto, chiunque) venga in contatto con le parole della Franzoni o con quelle di un vecchio terrorista?".

venerdì 9 marzo 2007

Il calcio è quello delle ossa

di Mark Bernardini

A me del calcio me n’è sempre fregato sideralmente meno di nulla. Ovviamente, avendo vissuto in Italia per svariati decenni, ho dovuto averci a che fare. Ed ho anche giocato a pallone, a Roma, ai giardinetti di via Sannio, coi ragazzini vicini di casa, quando ogni isolato era come un villaggio a sé, come allo stadio della Romulea, quando ancora esisteva la serie “D”. Pochi anni prima, quando in Italia venivo solo d’estate, dall’Unione Sovietica, un quarto d’ora dopo l’inizio del secondo tempo, agli inizi di giugno ed a fine agosto, ci facevano entrare gratis, a me, mio padre ed un’altra dozzina di sfaccendati, verso le dieci e mezzo del mattino.

A metà degli anni Settanta quando ero alle medie, mio padre aveva riallacciato i rapporti con i suoi compagni delle medie. Fu così che un giorno andammo allo stadio assieme a loro ed i loro figli miei coetanei. Ricordo ancora: Lazio–Cagliari. Nel Cagliari c’era il leggendario Gigi Riva, il portiere era Albertosi, secondo della Nazionale, svariati lustri prima dello scandalo del calcio scommesse. Quello della Lazio era Pulici, terzo della Nazionale, e c’era Giorgione Chinaglia, Wilson, Oddi, Garlaschelli, Nanni, Frustalupi, e la buonanima di Re Lecconi, che pochi anni dopo entrò da un amico gioielliere ed esclamò per scherzo “fermi tutti questa è una rapina”, beccandosi una pallottola in fronte, poiché lo sventurato amico gioielliere subiva la terza rapina in un mese. Quell’anno, invece, la Lazio vinse lo scudetto.

Io e gli altri ragazzini riempimmo le nostre lattine vuote con i sassolini dei viali di accesso allo stadio, e le sbattevamo tra loro, incuranti degli sguardi scandalizzati degli altri spettatori adulti e del fatto che il massimo del casino, nel raggio di una dozzina di metri, era quello procurato da questi quattro–cinque ragazzini ritmanti e vocianti.

Fu l’ultima volta, almeno così credevo. Vent’anni dopo, ho avuto la ventura di accompagnare allo stadio due delegazioni di sindaci russi, a distanza di due settimane una dall’altra. Prima il Milan a San Siro, poi la Roma all’Olimpico. Eravamo nelle tribune “privilegiate”, quelle che costano un sacco di soldi, più o meno al centro campo. Era d’inverno, perciò i sindaci mi hanno amato, quando gli ho proposto di assaggiare una bevanda tipicamente italiana, molto in voga agli stadi, il caffè “Borghetti”. Non ho contato le bottigliette, ma credo che il totale ammontasse a svariati litri. Nel frattempo, lo spettacolo era più che altro l’odore acre dei lacrimogeni che invadeva il campo ed anche le nostre tribune, le botte nelle rispettive curve, i seggiolini di plastica che andavano a fuoco a frotte. Per i sindaci era “esotico”, io invece provavo vergogna per un Paese che comunque rappresenta metà della mia essenza. Un branco di selvaggi.

Racconto tutto questo per ragioni inimmaginabili. Il Presidente russo, Putin, ha fatto una ramanzina pubblica contro la Lega Calcio russa ed il circuito satellitare a pagamento NTV Pljus, che appartiene alla TV “in chiaro” NTV, privata, un tempo di proprietà dell’oligarca Gusinskij, riparato a fine anni ’90 in Israele ufficialmente perché il Cremlino era in mano ai comunisti (El’cin?! Oh, Gesù…). La ragione dell’arringa putiniana? Incredibile: la Lega e la TV hanno concluso, pensate un po’ un contratto, per cui le partite del campionato (che qui, per ragioni climatiche, inizia di marzo) in televisione per la prima volta si potranno vedere solo sul satellitare. Per intenderci, è come il digitale terrestre in Italia, solo che la parabola è molto più diffusa ed a buon mercato, in Russia.

Ricorda niente? Che so io, le partite criptate non solo su Mediaset, ma persino sulla RAI, pubblica, quando si tratta delle trasmissioni per gli emigranti sparsi in tutto il mondo e che guardano la RAI come unico contatto con il proprio Paese d’origine giusto via satellite. Incredibile, dicevo. No: incredibile è quel che è accaduto nel giro di meno di ventiquattr’ore dal rimbrotto di Putin. Sì, molto diretto, nient’affatto diplomatico, quello che in Occidente viene definito il “pugno forte” dovuto ai suoi trascorsi nei servizi di sicurezza (pochi ricordano o vogliono ricordare, invece, che per anni è stato vicesindaco di San Pietroburgo, quando il sindaco era Sobčak, tanto adorato dagli occidentali…). Personalmente prediligo le repubbliche parlamentari, ma questa però – la Russia – è una repubblica presidenziale, come la Francia, per intenderci. Dunque, Putin conta un filo più di Ciampi o Napolitano.

Ebbene, il governo ha annullato d’autorità il contratto menzionato, almeno per un anno. Me lo immagino, in Italia: comunisti! Questi però vanno in chiesa e si fanno il segno della croce. Tutti, dal primo all’ultimo, fa parte del bon ton. Le televisioni private (chiamiamole finalmente col loro nome: “commerciali”, altro che “libere”) hanno gridato allo scandalo: che succederà, hanno detto, se anche i genitori pretenderanno di far vedere gratis i cartoni animati "d'autore" ai loro pargoli? Giuro, non è una mia congettura. Che succederà? Mah. Forse che vivremo in un mondo migliore, dove ci sono alcuni valori (i cartoni, mica il pallone) che non sono commercializzabili?

venerdì 2 marzo 2007

Coercizione stalinista 1

di Mark Bernardini

Vediamo se pubblicarlo nel mio blog mi aiuterà a raggiungere l'obiettivo, che è quello di essere lasciato in pace.

Come è noto, ho votato per l'Unione, non vivo più in Italia dal 2001 e sono residente ufficialmente a Mosca dal 2002.

Non mi sono mai limitato ad essere un elettore. Tant'è che ero anche iscritto nella lista telematica di sostegno a Prodi: tutto, pur di scalzare Berlusconi.

Tutti coloro che erano iscritti alla lista di distribuzione organizzazione@incontriamoci.fabbricadelprogramma.it ora sono subissati da messaggi di invito ad aderire al Partito Democratico. Noi abbiamo aderito all'Unione, non ad una sua parte.

Ho segnalato questa cosa decine (!!!) di volte, chiedendo di escludermi dai loro invii. Nessuna reazione. Anzi: la reazione è che mi invitano alle riunioni milanesi e romane di costituzione del PD.

Ho vissuto 12 anni a Roma e 13 anni a Milano, ma, come detto pocanzi, questo terzo millennio mi vede fuori dallo Stivale, peraltro per volontà dei berluscones e la pusillanimità di quanti avversano questi ultimi.

Pubblicarlo nel mio blog mi libererà dai loro inviti decisamente invadenti?

giovedì 1 marzo 2007

Binari doppi

di Mark Bernardini

Siamo alle solite, ai doppi standards.

  1. Prodi dovrebbe rinunciare ai Senatori a vita. Se la memoria non mi falla, il primo governo Berlusconi venne eletto nel 1994 con i voti dei Senatori a vita.
  2. Prodi dovrebbe concedere la Presidenza di una delle due aule parlamentari all'opposizione. Se la memoria non mi falla, fu il governo Berlusconi ad eleggere entrambi i Presidenti tra i suoi, per la prima volta nella storia repubblicana.
  3. Prodi dovrebbe rinunciare al maggioritario e tornare al proporzionale. Ed io sono perfettamente d'accordo (basti pensare che il numero dei Partiti alle elezioni non è diminuito come promesso, bensì aumentato esponenzialmente, tra "Forza Roma", "Forza Lazio", il Partito della Birra, il Partito dell'Amore, ecc.), essendo della vecchia scuola "una testa, un voto". Se la memoria non mi falla, fu il governo Berlusconi a modificare la legge elettorale a favore del maggioritario.

Tutte queste considerazioni sono arcinote, non occorre essere né dei politici, né degli storici, essendo tutto ciò storia recentissima degli ultimi quindici anni. Non ho sentito un solo esponente del centrosinistra ribattere con queste mie riflessioni. Una manica di imbecilli sopravvalutati o un manipolo di infiltrati del centrodestra?