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domenica 18 aprile 2021

Censura sofisticata di Fasciolibro

Il 9 aprile 2021 ho pubblicato in Fasciolibro la fotografia della famiglia reale britannica con Hitler.

L'ho pubblicata due volte, una volta con commento in russo...

...Ed una in italiano.

In nottata, Fasciolibro mi ha bannato per un mese per propaganda del nazismo. Indubbiamente possiamo interpretarlo come disdicevole umorismo di pessimo gusto, considerando che mio nonno italiano fu torturato dalla Banda Koch e che io stesso da più di quarant'anni mi porto in corpo quattro schegge di granata fascista.

Faccio notare che i censori fascisti di Fasciolibro non hanno digerito la versione italiana, mentre con quella russa è tutto a posto.

Ovviamente, ho contestato la loro decisione, pur sapendo per esperienza che sia del tutto inutile. Invece... Miracolo!

Va beh, ho pensato, l'importante è che abbiano corretto l'errore. Sì, come no!

Per chi fosse duro di comprendonio, riassumo: hanno riconosciuto il loro errore, si sono scusati, ma hanno mantenuto la sanzione. Per cosa? Per averli costretti a scusarsi?

Ho scritto loro nuovamente, o meglio: ho cercato di scrivere:

Come ho già detto, avete riconosciuto il vostro errore, avete ripristinato il mio messaggio, e vi siete scusati. Dunque, in base a cosa vengo punito? Imputato di omicidio, carcerazione preventiva, prosciolto per non avere commesso il fatto (innocente), e perciò condannato e messo in galera. Non mi venite a parlare di algoritmi, qui siamo al fumus persecutionis.

Provate a indovinare?

Cioè, in altre parole, sei tu che non ci hai scritto e non hai protestato, con ciò hai ammesso la tua colpa.

Diceva Andreotti che a pensar male si fa peccato, ma ci s'azzecca. La mia sospensione termina esattamente il giorno dopo le celebrazioni in Russia della Vittoria sul nazifascismo. Coincidenze?

Fasciolibro è nato come letamaio e lo sta diventando vieppiù. No, i miei non sono insulti gratuiti, e non venitemi a dire che nessuno mi costringe a frequentarlo. Siamo tutti maiali, reclusi in una gabbia, in un box. Provate a uscirne.

lunedì 21 ottobre 2019

Basta con le repressioni yankee!

Iniziamo con una breve cronistoria. Sono presente nel social network Facebook dal 2007, sono dodici anni. Ogni anno, quattro volte all’anno, trimestralmente, vengo bloccato per un mese, in pratica sono presente al 75%. Le ragioni sono le più disparate e le più risibili, recentemente (2019) per aver ricordato (2017) che Puškin era negro (mi rifiuto di definirlo, in italiano o in russo, colorato o abbronzato) e per aver condiviso (2015) un articolo di una rispettabilissima e storica testata sovietica e russa (Izvestija) in cui si stigmatizzava il blocco di numerose testate, funzionari dello Stato, giornalisti, esponenti politici di primo piano, ministri che parlassero di Ucraina.

La redazione "russofona" (???)
di Facebook a Dublino

Di tutto questo ho scritto innumerevoli volte nel mio blog principale, http://markbernardini.blogspot.com, e ho poi trovato molte persone che hanno condiviso i miei articoli di denuncia in Facebook. Difficile imbavagliarmi. Evidentemente, lo hanno capito anche i fascistelli delle redazioni italiana e russa di Fasciolibro (giova specificare che entrambe si trovano a Dublino per pagare meno tasse). Hanno quindi ora inventato un nuovo escamotage: non è più possibile condividere alcunché dal mio blog, perché… sarebbe una fonte di spam. Con effetto retroattivo: sono anche sparite tutte le condivisioni di questi anni, come se non fosse mai esistito. Naturalmente, è facile dimostrare che non c’è mai stato alcuno spam, può verificarlo chiunque vada anche adesso nel blog in questione. Ma non è questo il punto.

Il fatto è che anche questa vessazione è poco efficace. Ho altri 5-6 blog, continuerò a pubblicare e condividere in Facebook. Il giorno che dovessero bloccarli tutti, ne aprirei ulteriormente altri, all’infinito. Cosa possono farmi ancora? Glielo suggerisco io, anche se non potranno procurarmi che il fastidio di una puntura di zanzara.

Possono cancellare definitivamente il mio account. Beh, ne aprirei altri sempre all’infinito, ed anche bloccare il mio indirizzo principale di posta elettronica ed il mio cellulare non raggiungerebbe il risultato sperato, giacché ho svariati indirizzi e SIM card. Questo comporterebbe comunque la scomparsa di varie mie pagine e gruppi (uno per tutti, “Italiani di Russia”, esistente dal 2008, con oltre 7.000 iscritti). Solo che sono presente in molti altri social network, per esempio “V Kontakte” (http://vk.com) e “Odnoklassniki” (http://ok.ru), ma non sono gli unici, ed in essi ho già creato le “repliche” dei miei gruppi più importanti in Facebook.

Allora potrebbero bloccare il mio IP. Neanche questo risolverebbe il problema della mia fastidiosa presenza: oltre al Wi-Fi in casa, ho quello del cellulare, e dopo quello basta uscire di casa, Mosca ha il Wi-Fi gratuito in tutto il territorio urbano e sui mezzi pubblici sotterranei e di superficie, poi ci sono tutti i locali, non ce n’è uno che non lo abbia. Finalmente, per mestiere viaggio molto, non sempre mi collego da Mosca e non sempre dalla Russia.

Chiedo quindi a questi smanettoni peticellosi (potrebbero essere miei figli, il dio in cui non credo me ne scampi!) di riservare le loro attenzioni ad obiettivi più nobili, più degni di tale invidiabile costanza, per giustificare i loro stipendi.

lunedì 9 maggio 2016

Fascisti putiniani? Non scherziamo

L'antifascismo non è un valore negoziabile, a seconda della contingenza.

Non è così sentito in Italia?

Lo è però sicuramente in Russia, dove non c'è famiglia che non abbia avuto un morto in casa per mano dei fascisti.

Irina Osipova putiniana?

Putin non perde occasione per ribadire il suo antifascismo.

La Osipova non è inutile: è dannosa.

Anche in Russia c'è il multipartitismo (checché ne dicano i media mainstream italioti), ed è pur sempre valido il vecchio adagio mondiale per il quale "quante teste, tante idee".

Ciò premesso, tuttavia, esistono alcuni valori universalmente recepiti: che so io, "non rubare", "non uccidere", e chi li infrange, quando e se scoperto, è oggetto di pubblico ludibrio (eccezion fatta per le ruberie dei berlusconiani e poi dei politici attuali di ogni sorta in Italia, che quasi se ne fan vanto).

Ecco, tra questi valori c'è quello dell'antifascismo tra la stragrande maggioranza delle persone "normali", intendendo il fascismo come quello originario italiano mussoliniano, quello tedesco hitleriano, quello spagnolo franchista, quello portoghese di Salazar, quello latinoamericano in quasi tutto quel continente e anche, ovviamente, quello ucraino attuale.

Viceversa, i vari neofascisti, le teste rasate et similia, vengono per lo più percepiti in modo più o meno implicito come dei pericolosi e violenti squilibrati mentali.

La sensibilità all'argomento varia da Paese a Paese, a seconda di quanto il Paese in questione ne sia stato fautore e/o ne abbia patito.

Tutto questo per dire che il sentimento antifascista è forse il più forte elemento di coesione esistente in Russia, per ragioni talmente lampanti che non meritano ch'io mi ci soffermi.

Voglio dire che in Russia non esistono le Meloni, i La Russa, i Gasparri, le Mussolini, le Santanchè: da Zjuganov a Žirinovskij, passando per Putin e Mironov, ma anche per personaggi strani come Prochorov o la Chakamada, sono tutti fieramente e sinceramente antifascisti e riconoscono il merito non solo del popolo sovietico, ma dei comunisti in particolare, nell'aver liberato l'Europa e il mondo dalla peste nazifascista.

Ecco perché condivido il risentimento di molti italiani in Russia: non qui, non ora, non il 9 maggio.

martedì 2 aprile 2013

Appunti disordinati su Beppe Grillo

Il fascismo si è presentato come l’anti-partito, ha aperto le porte a tutti i candidati, ha dato modo a una moltitudine incomposta di coprire con una vernice di idealità politiche vaghe e nebulose lo straripare selvaggio delle passioni, degli odi, dei desideri. Il fascismo è divenuto così un fatto di costume, si è identificato con la psicologia antisociale di alcuni strati del popolo italiano. (Antonio Gramsci, L’Ordine Nuovo, 26 aprile 1921)
I contadini, gli operai, i commercianti, la classe media, tutti sono testimoni… Invece loro preferiscono non parlare di questi 13 anni passati, ma solo degli ultimi sei mesi… Chi è il responsabile? Loro! I Partiti! Per 13 anni hanno dimostrato cosa sono stati capaci di fare. Abbiamo una nazione economicamente distrutta, gli agricoltori rovinati, la classe media in ginocchio, le finanze agli sgoccioli, milioni di disoccupati… Sono loro i responsabili! Io vengo confuso… Oggi sono socialista, domani comunista, poi sindacalista, loro ci confondono, pensano che siamo come loro. Noi non siamo come loro! Loro sono morti, e vogliamo vederli tutti nella tomba! Io vedo questa sufficienza borghese nel giudicare il nostro movimento… Mi hanno proposto un’alleanza. Così ragionano! Ancora non hanno capito di avere a che fare con un movimento completamente differente da un Partito politico… Noi resisteremo a qualsiasi pressione che ci venga fatta. E’ un movimento che non può essere fermato… Non capiscono che questo movimento è tenuto insieme da una forza inarrestabile che non può essere distrutta… Noi non siamo un Partito, rappresentiamo l’intero popolo, un popolo nuovo! (dai “Discorsi di lotta e vittoria” di Adolf Hitler)
“Arrendetevi, siete circondati!”. Grillo, 2013? No: l’attuale sindaco postfascista di Roma, Gianni Alemanno, 1993.
“Reddito per tutti!”. Grillo, 2013? No: Berlusconi, 1994.
A proposito di Berlusconi. Grillo? Lui disse nel dicembre 1993: «Sono da mandare via, da mandare via questa gente qua, da votare gli imprenditori, ecco perché sono contento che è venuto fuori Berlusconi: lo voglio andare a votare».
E Giannini, de «L’Uomo Qualunque”? “Per governare basta un buon ragioniere che entri in carica il primo gennaio e se ne vada il 31 dicembre. E non sia rieleggibile per nessuna ragione”. Era il 1946.
In Italia, negli anni ’30 piazza Venezia, a Roma, era piena di folle osannanti, sotto il balcone del Duce. E anche a fine aprile del 1945, era pieno piazzale Loreto di Milano a prenderne a calci il cadavere appeso a testa in giù. E nessuno ha mai votato Democrazia Cristiana, e poi Craxi. Veniamo da un Ventennio di Berlusconi, e quando sarà finita, nessuno confesserà mai di averlo votato. Funzionerà così anche per Grillo.