lunedì 25 agosto 2008

Furio Colombo e Putin

Ho letto un interessante articolo di Furio Colombo sul cambio di direzione all'Unità.

Il ragionamento filerebbe tutto, tranne che – secondo me, ovviamente – in un passo di Furio Colombo, su cui ho qui discettato inutilmente innumerevoli volte: una "sporca guerra di cui ancora sappiamo nulla, se non che uno dei protagonisti spietati, Putin è il miglior amico di Berlusconi". Peggio del prezzemolo.

Di questa sporca guerra si sa molto più di quanto i padroni di centrodestra – ed i gestori di centrosinistra – dell'informazione italica lascino intendere al popolino. E la realtà, sotto gli occhi di chi il prosciutto preferisce mangiarselo anziché foderarci i bulbi oculari, è che:

Esistono nel mondo infinite etnie, numerose religioni ed una sola razza, quella umana. A talune etnie, soprattutto se di religione diversa da quella dei propri vicini, viene concessa, per tornaconto di bottega, lo status di Stato; a talaltre etnie viene intimato di restare parte integrante degli odiati vicini, pena il massacro armato (armato da terzi ancora, nel nostro caso dagli Stati Uniti e da Israele), rasente il genocidio. Kosovo sì, Ossezia no.

L'Ossezia è stata attaccata, bombardata, massacrata dalla Georgia. L'Occidente ha colpevolmente taciuto. La Russia, dopo (per quanto mi riguarda, troppo dopo) qualche giorno, ha dato due ceffoni alla Georgia (forse non è chiaro cosa e quanto avrebbe potuto fare la Russia, se fosse quel mostro che si dipinge in Occidente).

Il punto che mi interessa di più: la logica che continuo ad evidenziare e contrastare, fino forse alla paranoia, è quella per la quale l'amico del mio nemico è mio nemico.

Putin non è amico di Berlusconi. Putin è uno statista, che intrattiene rapporti con capi di Stato e di governo in tutto il mondo. Anche col segretario del Partito Comunista Cinese, per dire, e non per questo qualcuno si sogna di dargli del comunista.

Berlusconi dice, unilateralmente, di essere amico intimo di Putin. Tra le ultime, mirabile quanto risibile dichiarazione di Berlusconi che la guerra in Ossezia è finita perché lui ha telefonato a Putin, salvo poi smentire tutto, colpa dei soliti giornalisti comunisti che fraintendono fraudolentemente.

Il Presidente della Federazione Russa non si chiama Putin: si chiama Medvedev. Dargli del clone sarebbe come dare del clone a Sarkozy rispetto a Chirac.

Putin è uno statista. Furio Colombo, no, forse anche perché, prima di tornare in Italia e fare il direttore dell'Unità, ha fatto per anni il corrispondente della RAI dagli Stati Uniti, convincendoci che qualunque cosa facesse Israele, fosse cosa buona e giusta (sono ebreo anch'io, quindi non provateci a darmi dell'antisemita), dimenticando che si tratta invece di uno Stato religioso (non laico, persino più religioso dell'Italia), con palesi manifestazioni razziste e fasciste non solo tra i governanti, ma in seno al popolo.

Lo dicevo anche durante il precedente governo Berlusconi, quello del 2001-2006: ma una volta che il centrosinistra andrà (se mai andrà ancora) al governo, con che faccia coloro che ora danno del fascista, del guerrafondaio, del mafioso, del ladro, del fornicatore extraconiugale a Putin, intratterranno con la Russia normali rapporti di amicizia e di buon vicinato? Come pensano di riempire i serbatoi delle loro auto blù?

martedì 19 agosto 2008

Bugie (in)titolate

Delle innumerevoli menzogne, scritte imbrattate in Italia come in tutto l'Occidente, sulla mattanza georgiana in Ossezia, due in particolare mi hanno colpito.

La prima, è quella dei bombardamenti russi su Cchinvali, capitale osseta meridionale. Questo è quanto passa nell'immaginario collettivo dei vacanzieri, sbragati al mare come me, che sfogliano svogliati i componimenti dei pennivendoli italici. Cchinvali è stata rasa al suolo dai georgiani, ed è per questo che, dopo e non prima, i russi sono entrati in Ossezia e poi, e non prima, in Georgia. Ma il risultato è che vediamo i carri armati russi a passeggio tra le macerie di Cchinvali, per la gioia dei massmedia occidentali. Tutti parlano dei profughi georgiani in fuga verso Tbilisi, nessuno parla dei profughi osseti in fuga verso la Russia, ed in particolare verso i loro fratelli (letteralmente) in Ossezia del nord. Tutti parlano degli aiuti umanitari ai profughi georgiani, nessuno (eccetto i russi, appunto) invia aiuti umanitari ai profughi osseti.

La seconda, è quella del parallelo con l'invasione di Praga dell'agosto 1968. Io ci sono nato, a Praga. E ricordo, in macchina con mio padre, nel 1969, quando stavamo arrivando a Praga attraverso una stradina provinciale. C'era una colonna di carri armati sovietici, che, per quanto piano, andavano comunque a circa 60 km/h. Troppo per quei bestioni, ma troppo poco per un'automobile. Alla fin fine, mio padre si decise a superarli. Il problema non erano loro: se in quel momento fosse sopraggiunta una macchina in direzione opposta, che facevamo, ci ficcavamo in mezzo a due carri armati? Li vedevo dal finestrino, quei bestioni. Io giocavo con i soldatini sovietici, di latta, ed ora li vedevo invadere il Paese dove ero nato. Non lo dimenticherò mai più.

Ma dov'è la menzogna? Semplice: erano carri armati sovietici (e del Patto di Varsavia! Polacchi, ungheresi, tedeschi...), non russi. Lo so che per gli italiani è la stessa cosa, come per gli yankees, ma è ora che si studino un po' di geopolitica. Scopriranno così che, tra gli "invasori", c'erano anche tadžiki, uzbeki, kazachi, azeri, ucraini e... georgiani.

Quale sia l'interesse statunitense, è lampante. Anche quello del sedicente mediatore Berlusconi. Quale sia l'interesse della cosiddetta sinistra italiana, non lo sanno manco loro.