No pasaran.
Quest’oggi voglio parlarvi di un fatto che a prima vista sembrerebbe lontano settant’anni fa. Mi riferisco alle prime elezioni della Repubblica italiana, nel 1948. All’epoca, comunisti e socialisti si presentarono in una lista unica, in nome dell’unità antifascista, con il nome di “Fronte Popolare”. Fu una sonora disfatta: quest’ultimo prese il 31% contro il 49% della Democrazia Cristiana. Da allora, per decenni, ci raccontarono che fu per tale alleanza, tant’è, dicevano, che alle elezioni successive del 1953, separati, i comunisti presero il 23%, i socialisti il 13% (quindi, il 36% totale) e la Democrazia Cristiana il 40%. Chiunque gridasse alle ingerenze degli Stati Uniti veniva tacciato di stupidità, marginalità e complottismo.
Lunedì 19 febbraio 2018, su un canale russo, dove si parlava di tutt’altro (Olimpiadi, presunte – ancorché risibili e non dimostrate – ingerenze della Russia nelle elezioni statunitensi del 2016, ecc.), hanno mostrato pochi secondi di un’intervista andata in ondata sul canale statunitense Fox News all’ex direttore della CIA, dal 1993 al 1995, il democratico Robert James Woolsey Jr., nominato da Bill Clinton. Ve ne propongo la visione: è in russo, ma in sottofondo si sente l’originale inglese, e comunque vi metto i sottotitoli in italiano.
Questo è uno degli ex direttori della CIA, anche se non esistono ex direttori della CIA, Woolsey. La conduttrice gli chiede: ma noi? Noi, no, eh? Seguite bene la sua mimica ed ascoltate attentamente la risposta, è molto indicativa.
– Gli USA hanno mai tentato di ingerirsi nelle elezioni di altri Paesi?
– Sì, può darsi, ma era con le migliori intenzioni, impedire ai comunisti di arrivare al potere, ad esempio in Europa nel 1947-1949, in Grecia e in Italia.
– E adesso? Ci ingeriamo nelle elezioni di altri Paesi?
– Uhm… Gnam, gnam, gnam… Solo a fin di bene…
Gnam, gnam, gnam. Avete sentito? Con le migliori intenzioni, impedire ai comunisti di arrivare al potere, ad esempio in Europa nel 1947-1949, in Grecia e in Italia. Ci siamo pappati l’Italia. E lo dice senza alcun senso di vergogna, con l’assoluta certezza della propria impunità. E a parlare non è un Mario Rossi qualsiasi. Giova ricordare che il signore in questione, dall’aria simpatica e bonaria, sia detto senza alcuna ironia, è stato poi presidente dell’ONG “Freedom House”, un’organizzazione non governativa finanziata al 70% dal governo USA (ripeto: organizzazione non governativa finanziata dal governo), coinvolta nei golpe sudamericani degli anni ’60 e ’70 e nelle stragi che hanno insanguinato l’Italia per tre lustri, dal ’69 all’85, con protuberanze che arrivano fino a Gladio, al golpe Borghese e all’omicidio Moro.
Già me lo immagino: ma cosa vai a rimestare queste storie vecchie. Ottimo: prima complottista, ora vecchio trombone. Se tanto mi dà tanto, ritorneremo sulle stragi fasciste verso il 2055. Gnam, gnam, gnam. Ricordatevelo, il 4 marzo.