Personalmente, voterò per l'Unione senza esprimere alcuna preferenza, non essendoci alcun candidato che mi soddisfi: il mio, infatti, non sarà già un voto "per", bensì un voto "contro". Contro Berlusconi: meglio Mastella, meglio la Südtiroler Volkspartei, basta che ci leviamo di torno questa mandria di Unni. Tuttavia, voglio invitarvi ad una riflessione.
All'estero, nella circoscrizione Europa esprimiamo (abbiamo diritto di esprimere fino a) due preferenze. Supponiamo che io, da comunista e da comunista che vorrebbe l'unità dei comunisti, voglia lanciare un segnale. Voterei Corazzol e Sipione, ovvero PdCI e PRC. Oppure, supponiamo che io sia fautore del paventato Partito Democratico, e voglia anche qui lanciare un segnale di unità. Voterei un candidato dei DS ed uno della Margherita. E così via: che so io, Verdi e SDI, ed una moltitudine di altre combinazioni, con altrettante motivazioni.
Insomma, il nostro voto all'estero vale doppio: con un solo voto possiamo votare due Partiti. Personalmente, lo ritengo un meccanismo perverso e profondamente ingiusto, frutto del papocchio del tutto non professionale che ha visto negli ultimi quindici anni (dal referendum Segni-Occhetto in poi) cambiare la legge elettorale ed i confini geografici dei collegi elettorali intraitaliani più o meno ad ogni competizione elettorale, d'ogni livello. Mala tempora currunt...
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