lunedì 20 marzo 2006

Ministero degli Esteri della Federazione Russa

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Traduzione di Mark Bernardini - http://www.bernardini.com/ Comunicato ufficiale N°418 del 20 marzo 2006 del Dipartimento Stampa e Informazione in relazione al contenuto della "Strategia della sicurezza nazionale degli USA" in riferimento alla Russia
Il 16 marzo a Washington è stata pubblicata la versione rivista - rispetto a quella del 2002 - della "Strategia della sicurezza nazionale degli USA". Il suo tratto caratteristico è quello di un'ulteriore ideologizzazione della politica estera dell'America. D'ora in avanti il criterio principe dello sviluppo delle relazioni degli Stati Uniti con i Paesi stranieri sarà quello della corrispondenza comportamentale o meno di quel determinato Stato rispetto alla concezione statunitense di democrazia ed all'impellenza della lotta ai regimi invisi, per come la vede Washington. Naturalmente, ogni Paese ha diritto di stabilire la propria strategia politica estera sulla base degli interessi nazionali. Ma cosa significa la nuova strategia americana nei confronti della Russia, alla quale nel documento è dedicato un capitolo di due capoversi? Gli USA sono pronti a collaborare strettamente con la Russia per le questioni di reciproco interesse, ma il rafforzamento delle nostre relazioni da quanto sarà giusta, secondo il parere degli Stati Uniti, la politica interna ed estera della Russia. Contestualmente, si afferma che le ultime tendenze in Russia indicherebbero che la sua fedeltà alle libertà ed istituzioni democratiche sarebbe in diminuzione. Bisogna forse intenderlo come un'indicazione diretta, per cui, in una prospettiva a breve termine, i rapporti russo-americani sopporteranno uno dei loro periodi non proprio migliori? Nella nuova "Strategia" americana è formulata una dichiarazione di ruolo democratizzatore attivo degli USA nei Paesi vicini alla Russia.Cercheranno di convincerci che il progresso democratico forzato dall'esterno nei Paesi confinanti è utile per i popoli che vi abitano. E' una bella pretesa, quella dell'"avvertimento", che se la Russia dovesse "disturbare"lo sviluppo democratico, questo guasterà i suoi rapporti non solo con gli USA, ma anche con l'Europa. Non vi si dice invece nemmeno una parola sull'interazione dei nostri Paesi, alla costruzione della quale entrambi i nostri Paesi hanno dedicato tempo e sforzi conformemente alle decisioni dei Presidenti della Russia e degli USA, sul reciproco rispetto e sul tenero conto nella concretezza politica degli interessi gli uni degli altri, sulla parità di diritti, sulla prevedibilità comportamentale, sulla trasparenza delle reciproche azioni.Dal nostro punto di vista, questo riguarda anche la politica nello spazio postsovietico. Non è possibile non capire che senza applicare questi principi le relazioni russo-americane possono diventare ostaggio di opinioni soggettive. Con tutta la nobiltà dell'impostazione ideologica dichiarata nella "Strategia" (stimolazione della democrazia ovunque), non si deve dimenticare che nessuno ha né può avere il monopolio sull'interpretazione della democrazia. Si può concorrere all'instaurazione della democrazia, ma ogni Paese deve percorrere il proprio cammino verso la democrazia, come hanno fatto e fanno gli Stati Uniti, tenendo conto delle condizioni storiche e politiche concrete. I tentativi di imporre artificialmente o peggio ancora violentemente la democrazia in altri Stati non solo non possono essere coronati da successo, ma rischiano di screditarne l'idea stessa. Per questo, non può non sorgere l'impressione che taluni slogan popolari vengano adoperati semplicemente per il proprio comodo. Tale tendenza si manifesta sempre più spesso nelle questioni pratiche della politica mondiale e delle relazioni interstatali, quando i metodi proposti di soluzione si basano non già sull'analisi obiettiva della situazione, non sui comuni principi del diritto internazionale, ma sulla "opportunità politica" rispetto alle proprie concezioni personali. La Russia ha un approccio diverso. Il punto fondamentale della nostra analisi della situazione internazionale è la constatazione del fatto che negli ultimi anni gli avvenimenti nel mondo confermano l'universalità di principi fondamentali della politica estera, quali il pragmatismo, la multivettorialità, lo stimolo puntuale degli interessi nazionali senza scadere nello scontro, la ricerca di soluzioni dei problemi più acuti dei tempi moderni nel quadro della diplomazia multilaterale e degli sforzi collettivi. Tali principi godono di una sempre più ampia diffusione nella pratica di politica estera in altri Stati. Purtroppo, nella nuova "Strategia" americana essi sono rimasti fuori.

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