mercoledì 17 giugno 2009

Che palle l'arancione

La mia prima reazione interiore ai disordini susseguitisi dopo le elezioni in Iran, è stata: ci risiamo, con le rivoluzioni arancioni finanziate dalla CIA. E, a differenza di trent'anni fa, non c'è più nel mondo (in Italia di sicuro) una sinistra pronta a contrastarlo, proni ora con Obama, prima con Clinton (vedi Jugoslavia).

Poi mi sono detto che forse no. Moussavi non è un novellino: era capo del governo proprio con Ahmadinejad (che non può starmi simpatico a prescindere, essendo io contrario ad ogni commistione tra Stato e chiesa), ed è stato quello che ha iniziato le ricerche per fare le bombe all'uranio arricchito. Dunque, checché ne dicano i pennivendoli italici proni, trattasi meramente di un regolamento di conti tra i potentati di quel Paese, e non vedo alcuna ragione (ne vedo eccome) per cui gli organi di informazione di massa della Penisola si debbano schierare.

Poi però mi sono ricordato che anche Saakašvili, sfigato avvocato del foro di Nuova York, era ministro con Ševardnadze. E mi sono anche ricordato che la moglie di Juščenko ha la cittadinanza statunitense.

Il gruppo L'Espresso-Repubblica, in Italia contro quel pagliaccio vanesio che è Berlusconi, è russofobo e filoyankee. La 7, in Italia contro quel pagliaccio vanesio che è Berlusconi, da qualche mese non trasmette più in chiaro in Europa (e in Russia), ma solo negli Stati Uniti. RAI Italia, spesso non filo Berlusconi in Italia, parla solo degli emigranti italiani in America, nonostante che iscritti all'AIRE (e dunque con diritto di voto) ci siano circa un milione e mezzo nelle Americhe e limitrofi e due milioni e mezzo in Europa ed Asia.

E' vero: l'Occidente avrebbe meno problemi a parlare con Moussavi, di quanti ne abbia a parlare con Ahmadinejad. Ma siamo nuovamente alla rivoluzione arancione.

Saakašvili ha fatto un golpe e adesso tratta gli oppositori come veniva trattato lui da golpista. Juščenko ha fatto un golpe e adesso tratta gli oppositori come veniva trattato lui da golpista. Se prevarrà Moussavi, accadrà la stessa cosa. In fondo, il golpe in URSS del 1991 e quello del 1993 di El'cin in Russia sono state le prove generali, come la pseudo rivolta contro Milošević. Perché certe regole, presentate come paradiso della democrazia, valgono solo finquando non intaccano gli amici dei nostri amici...

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