giovedì 24 novembre 2016

Povero Berlinguer apocrifo

I supporters renziani del "SÌ" stanno diffondendo viralmente nei social networks la seguente immagine menzognera:

E' un falso, anche piuttosto provocatorio.

Estrapolare da un discorso di una pagina intera dell'Unità le frasi che ci fanno comodo, è una roba da manipolatori infami.

In particolare, tra "Il bicameralismo appare come un ostacolo e come un appesantimento dei lavori parlamentari. La soluzione più razionale è l’unicità dell’assemblea parlamentare" (che fa parte del paragrafo "Parlamento") e il resto (che fa parte del paragrafo "Governo") si dicono un sacco di altre cose, per esempio che "In questo quadro, può ritrovare una sua peculiare funzione consultiva un organismo come il CNEL adeguatamente riformato", mentre sulla scheda referendaria leggo: "Disposizioni per [...] la soppressione del CNEL". Uguale uguale, vero?

Veniamo però alla seconda frase ascritta a Berlinguer: "II problema della stabilità è un aspetto essenziale per consentire una valida programmazione. Per assicurare al governo capacità realizzatrice occorre rafforzare il ruolo del Presidente del Consiglio". E' totalmente falsa! Ecco, invece, come era:

"II problema della stabilità è un aspetto essenziale per consentire una valida programmazione. Esso non può essere affrontato che in termini politici. Tuttavia è possibile pensare, per alcuni settori legati alla realizzazione di specifici obiettivi, alla costituzione di Commissariati, revocabili dal Parlamento e svincolati dalle vicende del gabinetto in carica. Inoltre, per assicurare al governo capacità realizzatrice occorre:

a)ridurre il numero dei ministeri, accorpandone le funzioni o costituendo dei dipartimenti che coordinino i vari ministeri;

b)valorizzare la sede del consiglio dei ministri;

c)rafforzare il ruolo del Presidente del Consiglio.

Ma la cosa eclatante è che tutto il documento... Non è affatto un intervento di Berlinguer!!! C'è proprio scritto: "ampia sintesi della proposta economica elaborata dal PCI dopo un approfondito dibattito che si è svolto in questi mesi all'interno delle strutture del Partito a vari livelli". Io dico che i tifosi renziani dovrebbero vergognarsi. Per chi volesse verificare, l'indirizzo della pagina 7 di giovedì 10 dicembre 1981 dell'Unità, è il seguente: clicca qui.


martedì 22 novembre 2016

Abolizione del voto degli italiani all'estero?

Sento sempre più spesso di gente che vorrebbe nuovamente abolire il voto degli italiani all'estero. Fondamentalmente, le motivazioni che vengono addotte sono tre:

1)Il voto può anche non giungere mai al Consolato in quanto il servizio postale non lo assicura.

2)La scheda può essere votata in presenza di terze persone.

3)Gli italiani all'estero non pagano le tasse in Italia.

Mi sento di ribattere su tutti e tre i punti.

1)Facciamo l'esempio degli italiani in Russia. su 2.355 iscritti all'AIRE, 1.674 sono gli elettori (dati del 2013). Un migliaio e mezzo di questi risiedono a Mosca, il 90%. Praticamente tutti ci rechiamo direttamente al Consolato, dove fuori c'è un'apposita cassetta postale in cui depositare la busta elettorale (il tutto, ovviamente, ripreso da una telecamera di sorveglianza). Ciò detto, non avrei nulla in contrario se si facessero dei seggi nei consolati plenipotenziari e anche in quelli onorari, lasciando il voto per corrispondenza solo per coloro che risiedono in località particolarmente remote.

2)Certo, personalmente voto sul mio tavolo da pranzo, in quel momento potrebbe passare mia moglie o i miei due figli minorenni. Non mi pare fondamentale. Ma lasciamo perdere l'esempio personale, visto che qui parliamo di voto di scambio. Sì, è possibile. Come è possibile, peraltro, che in Italia dei rappresentanti di lista si mettano delle puntine di grafite sotto le unghie per segnare le schede bianche in loro favore (ne fui testimone e denunciatario personalmente, trent'anni fa), visto che nel sistema pleonastico italiota ci si ostina ad usare le matite copiative (quelle chimiche, per intenderci), mentre in Russia ci sono le urne elettroniche e le webcam in ogni seggio. Non esiste un sistema elettorale scevro da rischi, ma per questo negare l'accesso al voto non è una risposta.

3)Il voto, per noi italiani all'estero, è tra le poche cose che ci lega ad un Paese che ci ha costretti ad emigrare. Vogliono toglierci anche questo. Va bene, se il criterio deve essere quello della residenza anziché della cittadinanza, allora devono poter votare gli stranieri residenti in Italia. Altrimenti poi, dal negare tale diritto agli italiani all'estero, il prossimo passo sarà quello di annullare il suffragio universale (il voto alle donne): in effetti, se, in uno Stato maschilista e patriarcale, gli uomini lavorano più delle donne e perciò sono i veri contribuenti fiscali, perché mai il voto femminile deve essere equiparato a quello maschile? Di più: poi escluderemo i disoccupati, che come tali non pagano le tasse, e poi il voto di chi paga di più varrà più di quello di chi paga di meno... Vogliamo davvero diventare come gli USA?