lunedì 3 marzo 2008

Walter Teresa di Calcutta

di Daniele Luttazzi
Dalla terza puntata di Decameron (27/10/07):
Tutti danno per scontato che prima o poi Prodi dovrà cadere. E Berlusconi è il furbastro che si infila nella scia dell’ambulanza.
Comunque, dopo la finanziaria dell’anno scorso, tutta improntata al rigore, era l’occasione per fare, quest’anno, una finanziaria di equità. Investire sul rilancio economico e sociale approfittando del tesoretto, le maggiori entrate pari a 7 miliardi dovute alla lotta all’evasione fiscale. E si potevano reperire altre risorse tagliando le spese militari e quella schifezza bipartisan dei rimborsi elettorali.
Invece niente. Solo una parte piccola della manovra di quest’anno è destinata alle fasce deboli, alle famiglie, ai giovani. Il grosso va anche quest’anno alle imprese. Che però puntano sul precariato di massa e sull’abolizione dei diritti dei lavoratori. La flessibilità diventa il surrogato degli investimenti. Con contratti di apprendistato che durano sei anni. A volte temo per il futuro dei miei figli. E non ne ho neanche uno!
A questo punto, forse sarebbe il caso di rimettere in funzione la scala mobile. Così, tanto per tutelare il potere d’acquisto di salari e pensioni. Oh, non preoccupatevi, non sono qui per far ridere. Sono qui per creare tensione sociale.
Una delle colpe gravi di questo governo è che la politica monetaria cui aderisce come a una fede (Maastricht 92) non tiene conto di alcun parametro sociale (occupazione, istruzione, sanità, previdenza, cultura). Essere in regola coi conti non basta. Questa non è Second life!
Ma il blocco di potere industrial-mediatico-bancario ha ormai deciso di far saltare Prodi. Anche se sta governando. E bene, nonostante i sondaggi di Berlusconi. –Dove li hai presi quei numeri?- -Da questo foglietto.- Ah, ecco.
Puntano tutto sul Partito Democratico. Con a capo Walter Teresa di Calcutta.
Io ho mille dubbi. Un parto frettoloso, deciso dall’alto, dopo gli insuccessi alle amministrative: lo ha ricordato sull’espresso Michele Salvati, uno dei padri fondatori del PD. Fassino ha detto: “il PD è un partito che deve stare in sintonia con la società”.
Sintonia? Ma il comunismo nacque come critica del modo di produzione capitalista: una critica di cui c’è oggi molto bisogno, se si considera la peste che ammorba l’occidente, cui alludo con questo mio Decameron: il pensiero unico guerrafondaio, reazionario, liberista che cerca di governare il mondo con le sue politiche anti-sociali, il precariato di massa e le speculazioni finanziarie.
Col PD, sparisce la critica. Resta la gestione dell’esistente. Grazie a tutti. Avete fatto quello che potevate.
Il PD è come la morte per annegamento. Una sensazione meravigliosa dopo che smetti di lottare.
Lo slogan delle primarie era perfetto: “Vogliamo la tua testa”. Il culo se lo sono già preso altri.
Sparisce la critica. Veltroni e D’Alema: “il PD è il primo partito post-ideologico”. No, quello era Forza Italia.
“Il PD sarà un partito liquido”. Oggi in bagno ho pisciato mezzo PD.
MILLE DUBBI
Come leader del PD serviva uno che sapesse decidere, dinamico, rapido. Che so, uno come Bersani. Chiunque conosce Bersani sa che dietro quel suo sorriso sarcastico c’è un politico che ha a cuore i problemi dei cittadini. E dietro c’è un altro sorriso sarcastico.
Comunque, no, scelgono Veltroni. (...) Veltroni elabora un decalogo sul Corriere della Sera.
Vuole un federalismo spinto. Era la devolution.
Vuole un primo ministro forte. Era il premierato. Ma il presidenzialismo altera la natura parlamentare del nostro sistema.
Vuole riscrivere la Costituzione. Ma aveva firmato per il referendum contro la riforma costituzionale del centrodestra.
Veltroni dice di stimare Ronald Reagan, quello che demolì i sindacati americani, e con la bufala della trickle-down economy portò gli USA alla recessione.
Veltroni stima Sarkozy! Chi non stima Sarkozy? Io.
Quale Sarkozy stima, Veltroni? Quello che ha liberalizzato i licenziamenti? Che ha eliminato le 35 ore? Che ha tagliato i contributi? Che ha favorito i contratti d’impresa a scapito di quelli nazionali? Che ha attaccato l’euro? Quello che adesso vuole abolire il falso in bilancio? No, perché non c’è un altro Sarkozy. Questo è.
Veltroni è in sintonia con Montezemolo su precarietà, contratti, fisco e stato sociale. Entrambi giocano con le parole. -La sicurezza è di destra o di sinistra?- Cosa siamo, scemi?
La sicurezza è il problema. La SOLUZIONE può essere di destra o di sinistra. Al G8 di Genova, per esempio, la soluzione fu addirittura cilena, non certo di sinistra.
La soluzione di sinistra: politiche sociali. Politiche di INCLUSIONE SOCIALE: far rispettare le leggi, ma uguale impegno per dare dignità e opportunità alle persone.
Giocano con le parole. E' uscito il libro di Veltroni: “La nuova stagione”. Sottotitolo: “Contro tutti i conservatorismi”.
Ma se io difendo l’ambiente, conservo l’ambiente.
Se difendo i diritti dei lavoratori, conservo i diritti dei lavoratori. Veltroni è anche contro questo tipo di conservazione?
Sì. Veltroni si è detto d’accordo con Giavazzi e Ichino, secondo cui vanno riviste le tutele troppo rigide dei lavoratori più garantiti. TUTTI UGUALI nella precarietà. Ecco in cosa consiste la modernizzazione. Licenziare è il fulcro del sistema.
Scusate, ma da quando è di sinistra attaccare le conquiste sociali degli anni 60 e 70? Non lo so, avrò perso una puntata. Guarderò la replica su Sky.
-Daniele, ci rivoterai di nuovo?- Oh, provate a impedirmelo!
Fra parentesi: non è una vostra allucinazione. Il Montezemolo che un mese fa ha attaccato la “casta” politica è lo stesso Montezemolo che fu direttore del comitato organizzatore di Italia 90, un immondezzaio di spreco e inefficienza.
Nel frattempo, a sinistra, procedono i lavori per la federazione della sinistra e degli ecologisti nella cosiddetta Cosa rossa. Tutto bene. Stanno già litigando sul simbolo.

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