martedì 13 marzo 2007

Le priorità nazionali per Napolitano

di Mark Bernardini

Giorgio Napolitano, in una lettera a Repubblica, dice che "Il legittimo reinserimento nella società di quei colpevoli di atti di terrorismo che abbiano regolato i loro conti con la giustizia dovrebbe tradursi in esplicito riconoscimento della ingiustificabile natura criminale dell'attacco terroristico allo Stato e ai suoi rappresentanti e servitori e dovrebbe essere accompagnato da comportamenti pubblici ispirati alla massima discrezione e misura".

Personalmente, non sono sospettabile di simpatie per la pratica del terrorismo, ed anzi ne sono stato una vittima, illo tempore. Tuttavia, supponiamo, che so io, che il mio "credo" sia quello di toccare il culo alle vecchiette per strada.

Mi beccano, mi mettono in galera. Non importa per quanto, né quanto sia eticamente giustificabile: importa che mi viene ascritto un reato ed io vengo condannato, in base alla legge vigente, per un tot di anni. Giusto, ingiusto, non ha alcuna importanza. Espio la mia pena, appieno, nelle patrie galere.

Punto primo: da quel momento, ritengo sacrosanta la riacquisizione d'ogni diritto civile, compreso quello elettorale, attivo e passivo. In Italia, non funziona così. In alternativa, vuol dire che non ho espiato tutta la mia colpa, ma in tal caso, non si capisce perché diavolo mi abbiano rilasciato.

Punto secondo: giustamente, prima, durante e dopo, non ho alcun diritto di dire in televisione "incito a toccare il culo alle vecchiette per strada", cosa che peraltro non ho diritto di dire persino se non l'ho mai fatto né sia stato mai condannato per tale reato; ho però il sacrosanto diritto di dire che "ho toccato il culo alle vecchiette e per questo sono stato messo in galera, adesso non lo tocco più, ma dichiaro di averlo fatto, cosa per la quale ho pagato appieno in base alla vigente legislazione".

Mio nonno era del PCI, ne fu un fondatore, è stato confinato e torturato. E' stato nel PCI fino alla morte, quindi dal 1921 al 1960. Mio padre era del PCI, si iscrisse a 14 anni, ci rimase fino a che quelli come Napolitano non l'hanno sciolto. Quindi, dal 1946 al 1991. Non si è mai iscritto né al PDS, né al PRC, né al PdCI. A chi lo chiama "ex-comunista", gli risponde sproloquiando una serie di irripetibili bestemmie ed improponibili insulti, affermando che gli "ex" son quelli che glielo chiedono, mentre lui lo era, lo è e lo sarà. Già: perché è ancora vivo, e seppellirà tutti quelli che ci voglion male, a noialtri comunisti. Io ero del PCI e mi ritengo ancora tale. Anch'io mi sono iscritto a 14 anni, nel '76, e ci sono rimasto fino allo scioglimento. Mai stato iscritto al PDS (mai stato incinto), sono stato nel PRC per sette anni, dalla fondazione e fino al 1998, sono stato nel PdCI dalla fondazione e fino al 2003. Anch'io non sono più iscritto ad alcun Partito, poiché ritengo che non ce ne sia uno non dico che possa chiamarsi comunista, ma manco Partito, nel senso gramsciano del termine, e son pronto a menar pugni se qualcuno mi chiama ex-comunista. Lo ero, lo sono e morirò tale. Per gli eventuali riferimenti bibliografici, rivolgersi a certi dilettanti tipo Hegel, Marx (non uno dei quattro fratelli), Ul'janov, il già citato Gramsci, il segretario dell'Internazionale Comunista, tale Ercoli.

Napolitano lo trattavamo male pure allora, figuriamoci adesso.

Il mio amico Mario, che ho reso partecipe di queste mie riflessioni, mi risponde a modo suo, e ritengo che valga la pena quantomeno rifletterci.

"Quello che temono è paradossalmente che diamo loro ragione per le loro stesse analisi del decennio degli anni di piombo, e cioè che il terrorismo 'rosso' fu provocato e innescato scientemente dall'oltranzismo atlantico con le stragi, i tentati golpe e la fascistizzazione del mediterraneo, e che a cascarci fummo tutti dei coglioni e ben ci sta che ci siamo ballati gli anni migliori della vita in galera; ma adesso sarebbe ora di storicizzare per quello che è stato quel decennio coi missili balistici puntati, e trarne le indicazioni per non ripetere simili errori in futuro.

Questo atteggiamento, se appare sui media e arriva a contatto con la grande opinione pubblica, viene interpretato come importuno sabotaggio della decisione di cancellare dalla storia contemporanea un intero decennio, come nella Fattoria degli Animali di Orwell, perchè dobbiamo sucidarci tutti assieme agli USA. E' assurdo, ma sospetto che sia così.

E' una nuova categoria di cittadini a cui viene negato l'accesso alla comunicazione sociale, i compromessi con gli anni '70, si tratti di Sofri o di Curcio, amici o avversari, va rimosso dalla lavagna della Fattoria degli Animali, va riscritto il Neopensiero per la Guerra degli Emisferi.

Non funzionerà. Io poi ho stima per l'attenzione di Napolitano per almeno la sicurezza sul lavoro, meglio lui di Pera, per dire. Ma questa è rimozione isterica, è un chiaro segnale di un disagio intellettuale inquietante, non metabolizzato.

Mi fa paura. Sembra il primo scatto di un sistema tipo leggi razziali. Non sarà dato accedere ai media oltre le cronache locali. Non sarà dato votare. Non sarà dato accedere agli albi professionali. Non sarà dato battere in punteggio un altro in un concorso e vedersi assegnare il posto. All'ex compromesso con gli anni di piombo 30 anni fa, non sarà lecito neanche sposarsi con gli ariani?

Per favore, riflettete, state uccidendo Francesco Ferrucci".

Sopraffatto dalla preponderanza numerica del nemico, Francesco, con pochi fedelissimi, riuscì ad aprirsi un varco ed a nascondersi in una casetta alla periferia del paese. Avvistato e preso prigioniero, fu portato al cospetto di Maramaldo e a questo punto interviene la leggenda a mettere in bocca ai due protagonisti le frasi che rimarranno come macigni incise nella storia di Firenze e d'Italia.

Disse il Maramaldo: «Ammazzatelo chillo poltrone, per l'anima del tamburino quale impiccò a Volterra!».

Rispose il Ferrucci: «Vile, tu uccidi un uomo morto!».

Rimane solo da aggiungere che, dieci giorni dopo quell'evento, Firenze si arrese agli imperiali e dovette accettare il rientro dei Medici.

Infine, una nostra amica, giovane, rispetto a noi molto giovane:

"Farebbe meglio Napolitano a chiedersi perché le troppe apparizioni televisive siano quelle di taluni personaggi condannati per reati mafiosi, vedi Andreotti (di recente incensato da tv e giornali per il suo aplomb e l'ironia con cui ha affrontato la crisi di Governo) o Dell'Utri (con quella balla dei diari di suo zio Benito, s'è visto per tre giorni di seguito solo lui su tg, riviste ecc.).

Vogliamo poi parlare della Franzoni, che, condannata a 30 anni di carcere per infanticidio, da anni passa un giorno sì e l'altro pure da Vespa?

Il problema sollevato da più parti è stato: non si può permettere a un ex-brigatista di insegnare.

Allora pongo un'altra domanda: è più probabile che un cervello da formare (un alunno, un ignorante, un adulto, chiunque) venga in contatto con le parole della Franzoni o con quelle di un vecchio terrorista?".

Nessun commento:

Posta un commento