giovedì 2 luglio 2009

Giovanilismo, malattia infantile del riformismo

Cosa ne faranno, del PD e nel PD, per quanto mi riguarda personalmente, sono affari loro. Ciò non mi esime, tuttavia, dall'esprimere un'opinione, visto che da settimane è uno degli argomenti chiave d'apertura degli organi d'informazione italiani.

Io ho sempre condiviso la massima di Francesco Guccini del 1978, secondo la quale a vent'anni si sia stupidi davvero, persino quando ero io, ad avere vent'anni, figuriamoci adesso che mi avvicino al mezzo secolo.

Quello che (mi) fa arrabbiare, è che oltretutto i cosiddetti giovani del PD non sono affatto giovani: Zingaretti è stato il mio ultimo segretario della FGCI Romana, e siamo all'inizio degli anni '80, un quarto di secolo fa. La Serracchiani va per i quaranta. Scalfarotto, che quando faceva il verde accusò Pecoraro Scanio di essere vecchio (una colpa?), ha 44 anni, appena sei meno del citato Pecoraro Scanio. Eccetera. Ma dell'istrione Scalfarotto, in particolare, avevo già parlato quattro anni fa, nel mio Scalfarotto? Non scherziamo.

Nel 1917, la Rivoluzione d'Ottobre la fecero Trockij, che aveva 38 anni, Dzeržinskij (40), Stalin (38), Kamenev (34), Zinov'ev (34), Bucharin (29), Sverdlov (32), Antonov-Ovseenko (34). Il più vecchio era Lenin, che di anni ne aveva 47, la mia attuale età.

Tra gli italiani, nel 1921, a Livorno, il Partito Comunista d'Italia venne fondato da Gramsci, trentenne, Bordiga (32), Togliatti (28), Grieco (28), Di Vittorio (29), Longo (21), Secchia (18), Misiano (37), Terracini (26), Tasca (29), Pastore (34).

Quello che voglio dire è che, a dar retta ai richiami al nuovo e al giovanilismo, questi giovinotti italici sono già abbondantemente âgés, senza aver combinato alcunché degno di nota. Fra cinquant'anni, difficilmente qualcuno li ricorderà ancora.

Mi è capitato, tempo fa, di discutere, qui a Mosca, con una ex compagna di università di mia moglie, nemmeno trentenne. Parlava per frasi fatte, una di queste era "il passato non esiste, conta solo il presente". Le risposi anch'io con una massima, l'unica che potesse comprendere: chi non ha passato, non ha futuro.

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