La notizia è che Google sta lavorando ad un traduttore universale simultaneo per cellulari, che potrebbe essere pronto tra pochi anni: lo rivela Franz Och, capo dei servizi di traduzione della società.
La prima volta che mi proposero di partecipare ad un sistema di traduzione automatica scritta, eravamo ancora nel DOS. E' passato un quarto di secolo e i vari traduttori scritti fanno ancora pena. Una quindicina di anni fa sono comparsi i riconoscitori vocali (non traduttori) per convertire il parlato in scritto, e fanno ancora pena.
Dico fin da allora che il mio mestiere, quello di interprete di simultanea, sarà finito quando uniranno questi due concetti e smetteranno di far pena. Oggettivamente, faremo in tempo a spirare io, mia figlia di cinque anni e mi sa pure i miei eventuali nipoti.
Non escludo che l'intelligenza artificiale un giorno possa soppiantare quella biologica, in fondo la tecnologia ha fatto scomparire tanti mestieri, dall'arrotino al ciabattino, al fabbro. E non mi si dica che esistono ancora, perché coloro che fanno questi mestieri e esistono hanno gli anni di mio padre (io ho 48 anni), e sono talmente rari che ne scrivono i giornali quando li scovano. Solo che c'è un particolare: James Kirk usa le sue scatolette infernali dal 2254.
D'accordo: non parliamo di romanzi e non parliamo però nemmeno di capire il senso, per quello il traduttore attuale di Google va benissimo. Immaginiamo i colloqui sugli armamenti convenzionali tra Medvedev ed Obama. Io non affiderei la traduzione a questo sistema sperimentale, a meno di non voler assaporare il brivido potenziale di un missile nucleare che ti esplode sotto il fondoschiena.
Si rischia la traduzione raffazzonata che fu fatta per la Clinton quando doveva regalare al ministro degli esteri russo Lavrov un pulsante (tipo quelli d'emergenza in fabbrica) con la traduzione in russo di "reset": fu tradotto come "sovraccarico"...
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