venerdì 26 marzo 2010

Scampoli di memoria 10

Leggete la mia postfazione. Mark Bernardini

Un caso di omonimia

Nel 1994 scoprii di essere coinvolto in oscure trame finanziarie con il gruppo Berlusconi. Mi trovavo a Reggio Emilia quando mio figlio Mark mi telefonò allarmato per informarmi che si parlava di me nel settimanale Avvenimenti del 9 febbraio. Andai in edicola per acquistare la rivista, ma era già uscito il numero successivo e quello del 9 febbraio era introvabile. Fortunatamente stavo a Reggio Emilia, dove tutto funzionava. Andai alla Biblioteca comunale e potei consultare e fotocopiare il pezzo che mi riguardava. In un lungo articolo da p. 10 a p. 15, intitolato “Giallo italiano. Gli amici svizzeri del Cavaliere”, i due autori Michele Gambino e Christopher Nefti rivelavano l’esistenza di una rete di società finanziarie, alcune reali, altre fittizie, collegate in un sistema di scatole cinesi, tutte facenti capo a Berlusconi. Il passo che mi riguardava era molto breve, a p. 10, e diceva testualmente: “il gruppo Alitec (gruppo italo-brasiliano legato a Bernardino Bernardini ed a Nuova Rivista Internazionale)”. Rimasi stupefatto.

In effetti, un legame con me c’era, nel senso che fino al 1991, anno in cui la rivista cessò le pubblicazioni, ero stato per una decina di anni direttore di Nuova Rivista Internazionale, mensile di politica estera del PCI con sede in Roma, Via delle Botteghe Oscure 4. Ma mai avuto un legame, una lettera, una telefonata con il misterioso “gruppo Alitec”.

Il 17 febbraio 1994, poiché conoscevo bene il direttore di Avvenimenti Claudio Fracassi sin dai tempi in cui era corrispondente di Paese Sera da Mosca, con il quale successivamente avevo collaborato più volte in RAI a Roma in occasione di eventi nella capitale sovietica (la Spinelli di RAI 3 era la conduttrice delle trasmissioni, lui faceva il commentatore e io l’interprete simultaneista), gli scrissi la lettera che qui di seguito riproduco integralmente:

«Roma, 17 febbraio 1994

Caro Fracassi,

apprendo da Avvenimenti (n. 5 del 9 febbraio 1994, p. 10), in un servizio sull’impero finanziario di Berlusconi, che esiste un “gruppo Alitec (gruppo italo-brasiliano legato a Bernardino Bernardini ed a Nuova Rivista Internazionale)”.

Ora, poiché sono stato per tanti anni direttore della Nuova Rivista Internazionale (che peraltro ha cessato le pubblicazioni nel 1991), non credo possa trattarsi di un caso di omonimia.

E allora? Che cos’è, uno scherzo? Un banale scambio di schede? In ogni caso, senza invocare le leggi sulla stampa, vorrei che sulle pagine di Avvenimenti venisse spiegato come e qualmente mi sono ritrovato dentro una faccenda della grande finanza. Perché, vedi, se poi alla fine risultasse che a mia insaputa sono diventato proprietario di un mucchietto di azioni, non mancherei di far valere i miei diritti di proprietà e di ringraziare Avvenimenti con un finanziamento adeguato.

Cordialmente

Bernardino (Dino) Bernardini».

Aspettai che uscissero un paio di numeri del settimanale e, visto che la rettifica non arrivava, il 2 marzo telefonai a Fracassi. Il suo tono fu amichevole, direi affettuoso. Disse che avrebbe chiesto al suo collaboratore svizzero di indagare e che comunque avrebbe pubblicato la rettifica.

Continuai ogni settimana ad acquistare Avvenimenti, ma invano. Il 23 marzo telefonai di nuovo, ma potei parlare soltanto con una collaboratrice del settimanale, Marina Lombardi, che disse di essere all'oscuro della vicenda. Dovetti riepilogarle i fatti, ma le dissi anche che non volevo essere costretto a rivolgermi a un avvocato, non chiedevo altro che una rettifica. Il 13 aprile, nuova telefonata, ma questa volta non riuscii ad andare oltre la segretaria, la quale mi chiese di lasciare il numero del mio telefono e promise che Fracassi mi avrebbe richiamato in giornata.

Naturalmente, non fui richiamato. Così, in tarda serata scrissi una nuova lettera, questa volta in tono ufficiale.

«Spett. Avvenimenti

Piazza Dante 12

00185 Roma

Egregio Direttore,

in un servizio sull’impero finanziario di Berlusconi pubblicato nella sua rivista (n. 5 del 9 febbraio 1994, p. 10) si parla testualmente di un “gruppo Alitec (gruppo italo-brasiliano legato a Bernardino Bernardini ed a Nuova Rivista Internazionale)”. Ebbene, sono stato direttore di Nuova Rivista Internazionale per quindici anni fino al 1991, quando la rivista ha cessato le pubblicazioni, e non ho mai avuto alcun legame con il gruppo Alitec, di cui finora ignoravo persino l’esistenza. Né, è evidente, può trattarsi di un caso di omonimia.

Le ho inviato una prima lettera amichevole (con ricevuta di ritorno) il 18 febbraio per chiedere una semplice rettifica. Invano. Il 2 marzo le ho telefonato e lei mi ha gentilmente promesso che avrebbe provveduto. Neanche per sogno. Il 23 marzo ho telefonato di nuovo, ma ho potuto parlare soltanto con una sua collaboratrice, Marina Lombardi. Oggi ci ho riprovato e questa volta non sono riuscito ad andare oltre la segretaria.

Adesso, ai sensi della legge sulla stampa, chiedo la pubblicazione integrale di questa lettera.

Bernardino Bernardini

Roma, 13 aprile 1994».

La mia lettera non fu mai pubblicata, ma il 27 aprile 1994, finalmente, Avvenimenti ne pubblicò a p. 5 questo breve e infedele riassunto redazionale sotto un titolo ancora più infedele, “UN CASO DI OMONIMIA”:

«In un servizio sull’impero finanziario di Berlusconi pubblicato nella sua rivista (n. 5 del 9 febbraio 1994, pag. 10) si parla testualmente di un “gruppo Alitec (Gruppo italo-brasiliano legato a Bernardino Bernardini ed a Nuova Rivista Internazionale)”. Ebbene, sono stato direttore di Nuova Rivista Internazionale per quindici anni fino al 1991, quando la rivista ha cessato le pubblicazioni, e non ho mai avuto alcun legame con il gruppo Alitec, di cui finora ignoravo persino l’esistenza. Né, è evidente, può trattarsi di un caso di omonimia.

Bernardino Bernardini

Roma».

Seguivano poche righe di scuse:

“La Nuova Rivista Internazionale e Bernardino Bernardini non hanno infatti alcun rapporto con i legami svizzeri di Silvio Berlusconi e le società del gruppo Fininvest. Nel gruppo Alitec c’è in effetti un personaggio omonimo; il che spiega ma non giustifica l’errore in cui siamo incorsi. Ce ne scusiamo con Bernardino Bernardini (e ci scusiamo per il ritardo nel chiarimento)”.

Forse, col senno di poi, avrei potuto insistere per la pubblicazione integrale della mia lettera, minacciando una richiesta di risarcimento per danni morali. Ma ero stanco di protestare e lasciai che la cosa finisse lì. Sospetto però che nel gruppo Alitec non ci fosse nessun mio omonimo, anzi, dubito persino che sia esistito un gruppo Alitec.

Pubblicato nel N°1 del 2009 della rivista Slavia

Mosca, 26 marzo 2010

E' noto quanto io ce l’abbia con quelli che mi ostino a chiamare “radical-chic salottieri sedicenti di sinistra”. Ebbene, la rete non perdona, la balla di Fracassi continua a girare, quella di Michele Gambino e Christopher Nefti. Basta digitare in qualunque motore di ricerca, tra virgolette, gruppo Alitec, per trovare i seguenti due link dove viene citato mio padre:

http://www.esmartstart.com/_framed/50g/berlusconi/affari/cap2.htm

http://www.altrestorie.net/libri/Berlusconi_affari_Presidente.pdf

A parte i link, questo certifica che esiste un libro di Giovanni Ruggeri, dal titolo “Berlusconi, gli affari del Presidente”, pubblicato dalla KAOS Edizioni sempre nel 1994, nel cui secondo capitolo “Segreti italiani in terra elvetica” viene riportata la medesima menzogna (pag. 50, e mio padre viene citato anche nell’indice dei nomi, a pag. 185), copiata a piè pari (uguale persino nella forma).

Chi è Giovanni Ruggeri (morto nel 2006)? Un anticomunista (nel senso di anti-PCI), basta cliccare sul suo nome per averne un’idea.

Lo so che molti non saranno d’accordo, ma io lo dico lo stesso: ecco cosa succede a lasciar perdere per il quieto vivere.

Alcuni mesi fa, il povero professor Antonio Fallico (amministratore delegato di Banca Intesa a Mosca, presidente di Conoscere Eurasia, nonché segretario dell'Associazione Italia-URSS di Verona negli anni '70) è stato vittima di un’infamia simile: quelli di Radio Popolare lo hanno accusato di essere un mafioso legato a Dell’Utri che fa da collegamento tra Putin e Berlusconi. A parte le battute da terza elementare a sfondo sessuale sul suo cognome, gli hanno augurato un cancro allo stomaco, cioè esattamente quello che augurarono a me quando nel 2000 scrissi il mio libro contro Berlusconi, www cavalieremiconsenta. Strane ricorrenze.

Mark Bernardini

domenica 21 marzo 2010

Le masse di Repubblica

Repubblica ha annunciato lo svolgimento di manifestazioni di massa per le dimissioni di Putin. Ed ecco come in realtà stanno le cose: intanto, persino secondo gli organizzatori, le manifestazioni dovevano riguardare 160 centri abitati e coinvolgere 45 mila persone. Un po' poco, per un Paese spalmato su 11 fusi orari. Ma non importa. Fatevi due conti su quel che è stata la realtà in base alla seguente tabella:

Città Annunciati Ministero Interni Opposizione Mass media Abitanti
Arcangelo 150 70  350.000 (0,02%)
Astrachan' 500 300  500.000 (0,06%)
Barnaul 500 500  650.000 (0,08%)
Vladivostok 10.000 300 1.500-2.000  600.000 (0,05%)
Voronež 100  850.000 (0,02%)
Ekaterinburg 100  1.300.000 (0,01%)
Iževsk 200 1.000  650.000 (0,03%)
Irkutsk 1.500-3.000 400-500  600.000 (0,07%)
Kazan' 150 200-300 300  1.200.000 (0,01%)
Kaliningrad 10.000-20.000 150 5.000 1.500-3.000  500.000 (0,03%)
Krasnojarsk 50  1.000.000 (0,00%)
Kurgan 4  350.000 (0,00%)
Mosca Krasnopresnenskaja 200 700  10.500.000 (0,00%)
Mosca Puškinskaja 300 150  10.500.000 (0,00%)
Mosca Čistye Prudy 80  10.500.000 (0,00%)
Murmansk 20  300.000 (0.01%)
Nižnij Novgorod 5 5  1.300.000 (0,00%)
Novosibirsk 200 80  1.500.000 (0,01%)
Omsk 150  1.150.000 (0,01%)
Orël 10  350.000 (0,00%)
Penza 500  500.000 (0,10%)
Perm' 200  1.000.000 (0,02%)
San Pietroburgo Gagarin 500 1000 400-500  4.600.000 (0,01%)
San Pietroburgo piazza Lenin 250  250  4.600.000 (0,01%)
Saratov 300  850.000 (0,04%)
Tambov 50  300.000 (0,02%)
Insomma, un totale che va dai 4.700 ai 16.500 manifestanti lo 0,003-0.011% della popolazione, o, proprio a voler essere benevoli, lo 0,02-0,05% dei 31 milioni residenti nelle 23 città dove sono riusciti a radunare qualcuno (altro che 160 città!). Va bene, togliamo pure i vecchi e i bambini (almeno le donne possiamo lasciarle?): rimarranno comunque 25 milioni, uno 0,02-0,07%. Roba da prefissi telefonici.
Repubblica insiste? Valgono più alcune immagini di mille parole:
Vladivostok: questi sarebbero 2.000?
Irkutsk: questi sarebbero 3.000?
Omsk: questi sarebbero 150?
San Pietroburgo: questi sarebbero 1.250?
Mosca, piazza Puškin: questi sarebbero 300?
Mosca, Čistye Prudy: questi sarebbero 80?
Orël: in effetti, questi potrebbero essere quei 10 dichiarati dalla "opposizione"...
Kaliningrad: 5.000 arancioni? Le rivoluzioni colorate?

domenica 14 marzo 2010

Lettera aperta a Diego Bianchi (Zoro)

A Diego, stanotte ho dormito male, ho acceso il televisore e ti ho sentito e visto su Youdem (la mia solita differenza di fuso orario con l'Italia).

Ti ho sentito sfottere Roberto Morassutt e Nicola Zingaretti perché sono cinquantenni, largo ai giovani e cioè ai quarantenni.

A parte che mi pare una differenza risibile, come sai io sono un acerrimo avversario del PD, non sono sospettabile di simpatie, ed oltretutto ricordo Morassutt come segretario FGCI dell'Alberone (io ero segretario della IX Circoscrizione) e Zingaretti come segretario della FGCI di Roma (dopo Veltroni, Bettini, Leoni, Sandri, decisamente una caduta di stile).

La stessa FGCI - temporalmente - da cui vieni anche tu.

Li avevo entrambi come miei contatti in Facebook, ma dopo un po' che insistevano ad invitarmi a votarli ad ogni consultazione elettorale e poi sparire, li ho cancellati.

Tutto ciò premesso, loro due ed anche te siete tutti più giovani di me, ma io di anni ne ho 48 manco compiuti.

Nella fattispecie, Roberto ne ha compiuti 46 da poco, Nicola 45, e tu 41.

Non mi piace.

Vedi, Diego, le stesse stronzate le diceva uno che voi tre avete accettato come vicesegretario nazionale del PD: mi riferisco a Ivan Scalfarotto, classe 1965 (tu 1969, Nicola 1965, Roberto 1963, io 1962), un talent scout bancario di Citi Bank, uno che licenzia i poveri cristi, che per essere eletto come "gggiovane" se la prese con un altro che non mi è simpatico, Alfonso Pecoraro Scanio, classe 1959. E bada che eravamo nel 2005, cinque anni fa.

Scalfarotto? Non scherziamo

Prospettive sinistre

Giovanilismo malattia infantile del riformismo

Ne è passato, di tempo, da quando, partendo per il militare a 23 anni, nel 1985, unificai i sei circoli (Alberone, Appio Latino, Appio Nuovo, Latino Metronio, Porta San Giovanni e Tuscolano) della nostra circoscrizione (Latino Metronio in quel momento era il più grande di tutta Roma) in un unico circolone e lo intiolai a Woody Allen...

Diego, tutti dovemo da campà, ma ti pare il caso?