Si fa fatica a star dietro alle quotidiane esternazioni dell’attuale ministro degli interni italiano, Matteo Salvini. Su due di queste, tuttavia, vale la pena soffermarsi. In risposta al presidente della Camera Fico, del Movimento Cinque Stelle (suo alleato governativo), ha affermato che sui migranti decide lui, in quanto tutti gli italiani sono d’accordo con lui. Dunque, due affermazioni importanti.
Per la prima, su chi decida, ricorderei sommessamente che, secondo la Costituzione della Repubblica italiana nata dalla Resistenza antifascista, su cui Salvini ha giurato, la prima carica dello Stato è il presidente della Repubblica, la seconda quello del Senato, la terza quello della Camera, solo dopo vengono il presidente del consiglio dei ministri, i suoi vice e poi via via i vari ministri, vice ministri, sottosegretari e quant’altri. In altre parole, l’opinione del presidente della Camera vale più di quella del ministro degli interni.
Per la seconda, su quanti italiani stiano con Salvini, alle ultime elezioni il suo Partito, la Lega, ha preso 5.698.687 voti su 46.505.350 (il 12,25%).
Nulla da aggiungere. Se non che si tratta di affermazioni pericolose, che riportano alla memoria il Partito di Mussolini, che alle elezioni del 15 maggio 1921 prese lo 0,45%, ma il cui capo un anno e mezzo dopo, il 31 ottobre 1922 (tre giorni dopo la “Marcia su Roma”), divenne presidente del consiglio dei ministri.
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