di Mark Bernardini
Ieri, a Madrid, Prodi ha lanciato un paio di messaggi piuttosto importanti, che purtroppo si perdono nel magma mediatico italico dei delitti di Cogne e di isole improbabili riempite da dementi assunti al ruolo di fini intellettuali.
Il primo, di primo acchitto, fa pensare a Berlusconi: "Giornali e tv contro di me". Solo che, diametralmente opposto al nefasto quinquennio berlusconiano, ha ragione. La questione riguarda il caso Telecom, o meglio le intercettazioni come tali: "Anch'io ero stato spiato, ma nessuno dice niente, solo l'Unità lo ha scritto". L'azienda telefonica di Stato che spia il capo del governo. In uno Stato degno di tale nome, la questione avrebbe fatto saltare un mucchio di poltrone eccellenti. In Italia, pochine. E a rate. Lo scandalo, sempre a detta di Prodi (e concordo), "è stato sviato con delle assurde accuse, che dicevano che noi volevamo intervenire sulla Telecom". E guarda caso, le accuse della destra al governo sulla Telecom sono arrivate a ridosso della Finanziaria. Ho scritto varie volte come in politica non ci siano né fessi, né coincidenze. E qui veniamo al secondo messaggio.
Testualmente: "Lotterò contro l'evasione fiscale anche se protesteranno a milioni". E' forse l'unica volta che lo vedo tirare fuori le palle. Auguri, Prodi. Ne avrai bisogno.
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