venerdì 11 aprile 2008

Voto disgiunto no grazie

Posto che si chiama così, e non "voto utile" (utile a chi?), l'idea di votare un Partito grosso per non far vincere l'altro grosso Partito, o, peggio ancora, il Partito "del cuore" alla Camera e uno grosso più vicino alle proprie idee al Senato, ha del perverso.

Mi spiego. Noi, elettori dell'Unione, abbiamo dato il sedicente "voto utile" nel 2006. Il risultato è stato avere al governo una serie di personaggi che hanno fatto cadere quest'ultimo in meno di due anni. E non mi riferisco certo a quella che, caparbiamente, entrambi i Partiti grossi si ostinano a chiamare "sinistra radicale" (il PD ci tiene ad essere di centro e non di centrosinistra, quindi, se la "sinistra radicale" è tale, non si capisce più quale sia la "sinistra" e basta): mi riferisco, invece, a quegli individualisti centristi che, amando le proprie consorti (cosa di per se lodevole), han fatto cadere il governo su Ceppaloni anziché su Kabul.

In altre parole, nel 2006 abbiamo "utilmente" votato non già "per", ma "contro". Contro il centrodestra, non voglio sprecare epiteti. Abbiamo votato in base ad un programma che ci avevano promesso di realizzare, esposto in 262 pagine. Una volta eletti, si sono riuniti ed hanno stabilito che le 262 pagine fossero carta straccia, e che invece avrebbero realizzato "12 punti", decisamente in contrasto con le citate 262 pagine, e che peraltro, ovviamente, noi non abbiamo votato, perché nessuno ce l'ha chiesto.

Allora, supponiamo che effettivamente a votare il PD si sbarri il passo a Berlusconi. A che pro? A che pro, quando ci sono decine di deputati pronti a fare il salto della cavallina di lì a qualche giorno e quando su temi fondanti, etici (pace, 194, coppie di fatto, legge elettorale, contratti nazionali del lavoro, previdenza sociale, tasse e loro destinazione, sanità pubblica, pubblica istruzione, pensioni, ambiente, informazione, conflitto d'interessi, giusto per limitarci ai più chiacchierati) i programmi sembrano fatti con una macchina fotocopiatrice?

L'alternativa, quindi, non è "Veltroni o Berlusconi": l'alternativa è votare con la propria testa E col proprio cuore, oppure votare per avere solo democratici e repubblicani al potere, con un secolo di ritardo rispetto al grande fratello yankee. Cosa sia stata e sia tuttora la caccia alle streghe (come la Santa inquisizione vaticana, pochi secoli prima), ovvero al diverso, in questa anziana colonia britannica, spero lo sappiamo tutti. Tertium non datur? Datur, datur, dipende tutto da noi.

2 commenti:

  1. Nel 2006 che alternativa avevamo?

    Io, nonostante tutto, ho più paura di un quinquennio berlusconiano che di tutto il resto. Il mio voto coinciderà con l'appoggio indiretto a Veltroni (voto IdV anche stavolta), ma se così non fosse stato, a malincuore, forse avrei scelto anche stavolta il voto contro Berlusconi più che il voto a favore del mio partito preferito.

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  2. E' ovvio che sono influenzato dal fatto che nel 2006 non potevo votare per un Partito, ma solo per la coalizione (l'Unione, appunto): io voto all'estero.

    Ciò premesso, in non voglio convincerti d'alcunché, però stavolta il votare Di Pietro ti obbliga a votare Veltroni, essendo voi apparentati sulla scheda. Contento tu...

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