martedì 6 gennaio 2009

Chi è la crisi e perché parla male di noi

Nello stupidario della fine dell'anno appena trascorso, meritano un posto di rilievo, in ordine cronologico:

Un illustre sconosciuto sull'Unità del 29 dicembre, che, sapendo di mentire, non ha manco avuto il coraggio di firmarsi: Russia, il rublo va giù. E la disoccupazione galoppa

La Stampa del 30 dicembre: Mosca non ha più contanti. E la classe media affonda

Ettore Livini sulla Repubblica del 5 gennaio: Il tramonto degli oligarchi russi. Ora chiedono aiuti allo Stato

La crisi c'è, figuriamoci. Anche qui. Gli oligarchi, in Russia, non possono più comprarsi 47.384 Bentley al mese. Gli oligarchi in Italia, stranamente, tacciono, al punto che vien da pensare che non se la passino tanto male.

La gente normale, in Russia, vive esattamente come sei mesi fa. In Italia, le persone normali non arrivano più alla terza settimana del mese.

Come mai ciò viene taciuto dalla Stampa, dai Livini e dall'Unità? Eppure, sembrerebbe che sia una freccia in più nel loro arco, se fossero, come dichiarano, contro l'attuale coalizione governativa italiana.

La risposta è scontata: sono "organici al sistema" (così si diceva nella mia generazione, trent'anni fa). Non sono affatto contro Berlusconi, erede di Craxi.

Questo però io lo dico da almeno 18 anni (la quantità così precisa non è casuale), e, a memoria, anche da molto prima, da 22.

Ciò di cui, invece, ancora non mi capacito, è che così la pensino, anche senza dichiararlo, anche senza rendersene conto, quelli che, all'epoca, mi davano del socialdemocratico ed ora dell'estremista.

Forse perché così si mettono la coscienza in pace? Le bugie, coscienti o meno, hanno le gambe corte. L'idea del mal comune mezzo gaudio riduce le colpe individuali, Italia rispetto al mondo o pseudo sinistra italiana rispetto all'Italia che sia. Così, la crisi sarebbe collettiva.

No: la crisi è di quanti, indipendentemente dalle idee politiche e/o provenienze etniche, hanno sposato il neoliberismo dell'economia di carta a scapito di quella reale produttiva.

Qui si produce, appunto, mentre in Italia ci si scambiano le azioni di borsa. Non poteva e non finirà bene. I naviganti sono avvisati.

Un tempo, qualunque valuta nazionale era un assegno pagabile al portatore in oro. Il primo Paese ad avere annichilito questa legge furono gli USA. Sorpresa! Fu Nixon, nel 1973. Dunque, è da 36 anni che è un bluff, una sòla, carta straccia. Non ce l'hanno, tutto 'sto oro. E nemmeno lire, euro, marchi, franchi, sterline. Rubli sì, invece, nel senso che l'oro c'è.

Spiego. Nella seconda metà degli anni '80 il petrolio subì una caduta verticale. I fondi dell'URSS erano in dollari, o, meglio, in petrodollari. Nessuno lo dice, ma l'URSS semplicemente fece bancarotta, collassò economicamente ancor prima che politicamente, non viceversa. Putin ha imparato la lezione, ed il fondo della Federazione Russa è parte in dollari, parte in euro, parte in rubli e parte in oro. Più altre bazzecole, tipo platino, argento, palladio, yen, yuan. Si chiama diversificazione.

Ecco perché le turbolenze di oggi di petrolio e gas creano sì un danno alla Russia, ma non possono metterla in ginocchio. Quanto meno, non quanto l'Occidente, che non ha imparato la lezione.

Miei vaneggiamenti? Appena un paio d'anni fa, quando preconizzavo crisi in Occidente e stabilità in Russia, mi davano del russofilo cieco. L'inflazione qui balla attorno al 10%, il triplo di quella euroccidentale, ma meno della metà di quella dell'Italia del '78. In compenso, il PIL cresce annualmente di almeno l'8% dall'inizio del millennio. In Italia comincia ad esserci il segno "meno".

Un conducente di metropolitana prende 1.500 euro. Quanto prende un conducente della metropolitana di Roma o di Milano? Un litro di latte costa tre quarti di euro, una stecca di sigarette costa quanto un pacchetto in Italia, un chilo di carne 6 €, un chilo di pane 40 centesimi. Che dite, com'è la capacità d'acquisto?

3 commenti:

  1. Nessun quadro sulla Russia come un paese allo sbando può nascondere che l'Italia sia ben lungi dall'esser il paese di Bengodi. Piuttosto la qualità dei giornalisti è scaduta, nel migliore dei casi, o piuttosto semplicemente in malafede, o nel peggiore dei casi siamo davanti a semplici "copiaeincollatori". Dico questo perchè altrimenti non si vede come l'autore del primo articolo quando dice che la disoccupazione ad aprile può arrivare a 10 milioni! beh allora in Russia sono 142 milioni in percentuale fa circa il 7%; ma se non sbaglio anche in Italia siamo al 6.7%, reale e adesso. IL fatto che nel secondo articolo si dicano che le banche chiudano è semplicemente perchè diversamente che da noi le banche sono tante e non fanno cartello ma si contendono i clienti questo a si che alcune banche fin troppo piccole finiscono con lo stare peggio delle grandi specialmente adesso comunque. In particolar modo il giornalista del secondo articolo non spicca in intuito quando dice " Il governo ha dichiarato che tutti depositi fino 700 mila rubli (circa 19 mila euro) saranno garantiti dallo Stato. Ma oltre? Nessuna garanzia." come fare? beh, caro il mio Utkin, hai, almeno, altre 20 banche dove aprire un conto corrente il che significa che almeno 350.000 euro puoi garantirli se poi il giornalista ha bisogno può sempre comprare oro. E comunque un solo argomento su tutti. Il petrolio è nuovamente in aumento e la crisi in Russia sarà ben presto risolta al contrario dell'Italia. E intanto povera Patria.

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  2. ahuahuahuah, che idioti questi scribacchini!!

    su due cose non sono d'accordo:
    - inflazione russa al 10%: le mie tasche dicono che è molto più alta. ma d'altra parte anche in Italia l'inflazione reale è più alta di quella dichiarata dall'Istat.

    - "qui si produce": mah... a me non sembra.
    mi sembra che gli appelli di Putin nei suoi due mandati presidenziali a diversificare l'economia siano caduti nel vuoto. la Russia è ancora troppo dipendente dalle importazioni, ed è anche per questo che adesso soffre in misura maggiore la svalutazione del rublo rispetto all'euro.

    su tutto il resto sono pienamente d'accordo.

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  3. Naturalmente, le opinioni sono come le corna e ciascuno ha le sue, tutte legittime.

    Però le tue tasche dicono che l'inflazione è più alta del 10%, e le mie invece dicono che forse è addirittura più bassa. Nel 2002 una pagnotta di pane Darnickij costava 9 rubli e mezzo, adesso 17. Conti alla mano, il risultato sarebbe il seguente:
    2002 15,1% 9,00
    2003 12,0% 10,36
    2004 11,7% 11,60
    2005 10,9% 12,96
    2006 9,0% 14,37
    2007 11,9% 15,67
    2008 12,5% 17,53
    2009 19,72

    Potrei fare esempi analoghi su carne, latte, sigarette, vodka, ecc. Non so quindi quale sia il tuo tenore di vita, ma il mio è assolutamente da russo.

    Dici anche che non ti sembra che qui si produca. La matematica difficilmente può essere considerata un'opinione.
    Anno Esportazioni Importazioni Differenza % Exp. % Imp.
    1998 71.313,7 43.579,6 27.734,1
    1999 72.885,4 30.277,9 42.607,5 2% -31%
    2000 103.092,8 33.878,5 69.214,3 41% 12%
    2001 99.969,6 41.881,3 58.088,3 -3% 24%
    2002 106.712,0 46.173,0 60.539,0 7% 10%
    2003 133.656,0 57.347,0 76.309,0 25% 24%
    2004 181.663,0 75.569,0 106.094,0 36% 32%
    2005 241.473,0 98.707,0 142.766,0 33% 31%
    2006 301.530,0 137.764,0 163.766,0 25% 40%
    2007 351.924,0 199.840,0 152.084,0 17% 45%

    Come vedi, non solo le esportazioni continuano a crescere e ad essere sempre più superiori alle importazioni, ma soprattutto, grazie alle esportazioni delle fonti di energia (le risorse energetiche rappresentano il 69% delle esportazioni, di cui 35% petrolio, 14% gas, 12% i metalli), anche le importazioni continuano a crescere, e ad un ritmo che fa invidia a qualunque Paese occidentale.

    Per l'euro, infine, vedremo come andrà a finire. Adesso sta a 43 rubli (il dollaro a 33). Fatto sta che già a cavallo tra il 2004 ed il 2005 aveva sfiorato i 38 rubli (il dollaro a cavallo tra il 2005 e il 2006 i 29 rubli), per poi scendere a 33 rubli agli inizi del 2006 (il dollaro a 23 rubli a metà 2008). Difficile parlare di tendenze.

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