sabato 7 febbraio 2009

Berlusconi: un profilo parapsicologico

Tralascio ogni commento su Eluana Englaro e su suo padre: persone migliori di me l'hanno fatto e lo stanno facendo. Tralascio anche ogni improperio che mi sentirei di lanciare contro il Vaticano ed i suoi baciapile organici al sistema, da Palazzo Chigi a Montecitorio.

Mi interessa analizzare qui le ragioni - proprio nel senso del "perché lo fa?" - di Berlusconi.

Ho scritto molte volte, in questi anni, ed anche in questo mio blog, che "l'Italia è condannata ad altri cinque anni di premierato berlusconifero e poi a sette di berlusconifero presidenzialismo, con modifiche costituzionali (lui sì!). Fino al 2020, dunque, siamo a posto, poi si vedrà, forse, chissà. Io sarò prossimo ai sessanta e mia figlia sarà quasi maggiorenne. Ne riparliamo per allora".

Bene, debbo ammetterlo: sbagliavo. Sbagliavo i tempi. Lo schema mentale di Berlusconi forse è cambiato, o forse è non è cambiato affatto, e questo vuol dire che è stato più furbo di noi (non certo più intelligente).

Una cosa che non si può imputare a Berlusconi, è che sprechi le sue parole al vento: quelle che spesso sembrano delle tronfie boutade, vengono invece puntualmente realizzate. Dunque, sono assolutamente convinto che cambierà la Costituzione, e lo farà per avere più potere da Presidente della Repubblica, ma non a fine mandato governativo: riuscirà a far dimettere Napolitano, ne sono quasi certo.

La cosa più interessante è tentare di analizzare il cui prodest. Berlusconi quest'anno compie 73 anni. Forse, quindi, teme di essere troppo vecchio per il 2013, magari perdendo i suoi capelli posticci. Molto più probabile, invece, è che, a fronte di una crisi internazionale tutta capitalista, che in Italia è particolarmente cruenta, proprio a causa delle scelte scellerate berlusconiane degli ultimi quindici anni, esso tema che per allora una parte ben più considerevole di popolazione di quella attuale possa accorgersi che il re è nudo. In epoca sovietica si diceva che il ferro vada battuto finché è caldo.

Lo schema, mi si perdoni la tautologia, è estremamente schematico: primo, via Napolitano; secondo, trasformazione costituzionale della Repubblica italiana da parlamentare a presidenziale; terzo, sua elezione a Presidente, a suffragio popolare diretto se ancora riterrà che ciò sia fattibile (oggi lo sarebbe senza ombra di dubbio, con buona pace dei teocon - baciapile - del PD), oppure indiretto, cioè facendosi eleggere dal Parlamento, essendo esso completamente in mano sua, grazie al perverso meccanismo del maggioritario che ha imposto ed impone assieme ai teocon. Ecco perché le elezioni del Parlamento Europeo saranno un banco di prova decisivo. Davvero qualcuno riesce ad immaginare un Consiglio dei Ministri, o uno Schifani, o un Fini, un Bossi, che si opporranno - nei fatti, non a parole - al verbo del capo?

Ritengo assolutamente verosimile quanto ho qui preconizzato. Mentre scrivevo queste righe, tuttavia, mi rendevo conto che mi mancava una chiusa degna, che non fosse un mero "mala tempora currunt". Voglio dire: dopo l'analisi, quale soluzione propongo, per evitare che l'incubo puntualmente si trasformi in realtà del quotidiano? Ebbene, non ce n'è. Ne avrei, di cose da proporre, tipo, che so io, un forte Partito Comunista unitario. In realtà, persino questo non può essere una soluzione, ma solo una conseguenza. Una conseguenza di un qualcosa che non vedo come possibile in un futuro relativamente immediato.

La condanna, e chiudo, è palese ed inappellabile, per questo Paese.

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