di Mark Bernardini
Stamane mia moglie mi raccontava di un altro bambino, un po’ più grande, che a scuola, qui a Mosca, era stato giudicato “ritardato”. I suoi genitori sono due pittori, dipingono anche icone nelle chiese. L’ho visto: un normalissimo ragazzino, con buona propensione per le lingue straniere (ed io ne so qualcosa). Come tutti i ragazzini, per anni i genitori non potevano lasciare in giro una sveglia, l’avrebbe smontata. Solo che lui smontava persino i cardini delle porte.
Qual era il problema? Non aveva mai fatto un puzzle. Personalmente, ritengo che sia un gioco come un altro, non vi è nulla di antipedagogico, né però d’altra parte può essere assunto a parametro di giudizio in questa sorta di anamnesi arbitraria, compilata, evidentemente, da dei dilettanti allo sbaraglio. Dopo quel giudizio, i genitori gli hanno regalato alcuni puzzle, tempo qualche giorno e a scuola li faceva nella metà del tempo degli altri.
Ovviamente, da questo episodio desidero estrarre una morale, un meccanismo, una logica un minimo rappresentativa statisticamente.
Ricordo, nel 1978, al liceo a Roma, avevamo una materia che si chiamava Educazione civica. Naturalmente, non appena in Italia si riesce a combinare qualcosa di buono, bisogna subito abolirlo. Così è stato per questa materia: quale momento migliore, oggi, sarebbe stato per studiare la Costituzione? Ma lasciamo stare, torniamo ad allora. Con malcelata soddisfazione, ma anche con sincero stupore, apprendemmo che, da un sondaggio (già allora, accidenti), il 70% dei nostri coetanei statunitensi erano convinti che, durante la Seconda guerra mondiale, gli statunitensi (ma loro dicono “americani”) ed i sovietici (ma loro dicevano “russi”) avessero combattuto gli uni contro gli altri. Da allora sono passati trent’anni, i ventenni di allora sono i cinquantenni di oggi. Sono, in altri termini, la classe dirigente del Paese più potente del nostro pianeta. E ci stupiamo che il loro Presidente possa confondere non dico Slovenia e Slovacchia, ma Austria ed Australia?
Dalla metà degli anni ’80, dall’inizio della perestrojka, e soprattutto dopo la dissoluzione dell’URSS e la presa armata del potere da parte di El’cin, col cannoneggiamento del Parlamento nel ’93, nello spazio geografico postsovietico si era andato affermando il mito americano, fatto di Coca-Cola, Mac Donalds, marchi, neon, grattacieli, gomme americane.
Il nuovo Millennio ha segnato il riscatto e la disillusione, per fortuna. Ma intanto i ventenni di vent’anni fa oggi fanno gli insegnanti. E giudicano i malcapitati, nati in questo Millennio, a colpi di test. Se non si inverte la tendenza rapidamente, ci troveremo i malcapitati di oggi a testare altri malcapitati domani, ed il gioco sarà fatto: Stati Uniti Planetari.
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